Al titolo poi ci penso da sobrio: intervista a Matera | NIC

Al titolo poi ci penso da sobrio è il corto di Emanuele Matera in rassegna al NiC Napoli in Cinema in partenza dal 20 settembre. Emanuele Matera è anche il fondatore di Avamat Studios, insieme ad Alessandro Avallone. La casa di produzione nata nel 2019 ha come obiettivo principale la realizzazione di storie originali, con un’idea registica d’avanguardia. Insieme alla distribuzione cinematografica indipendente NiC ha dato il via alla rassegna NiC Napoli in Cinema. L’intento di diffondere e promuovere le produzioni originali si solidifica ancora di più grazie anche alla nascita della Avamat School. La scuola, grazie ad una convenzione con ABANA e UNISOB, istruisce gli aspiranti giovani cineasti under 25 che sognano di entrare a far parte del mondo del cinema. Oltre alla formazione, Avamat School dà l’opportunità di collaborare alla produzione di un’opera sotto la supervisione di professionisti  attraverso tirocini e stage.

Emanuele Matera dedica da anni il suo lavoro alla diffusione della magia del cinema, con un occhio speciale alle produzioni più originali e, come ci aveva già accennato nel corso del Napoli Comicon, dove ha tenuto un workshop dedicato alla produzione audiovisiva sulle tecniche e le strategie per realizzare un progetto cinematografico indipendente, ci mette la faccia. Al titolo poi ci penso da sobrio è il film che ha presentato nell’ambito di questa rassegna settembrina e,  per l’occasione, lo abbiamo intervistato.

Al titolo poi ci penso da sobrio: momento della lavorazione
Al titolo poi ci penso da sobrio: momento della lavorazione

Emanuele Matera, regista di Al titolo poi ci penso da sobrio: è vero che c’è sempre qualcosa di profondamente personale nella creazione di un personaggio? 

Credo di no. Senza dubbio un personaggio conserva, seppure in minima parte, qualche sfumatura del suo creatore, ma ritengo che come autore si possa fare una scelta su quanto modellare il personaggio a propria immagine; in fin dei conti si sta parlando di una storia, di un’invenzione: così come il personaggio dello sceneggiatore si nutre di Abele che è la sua menzogna sulla vita che vorrebbe vivere, così credo che succeda ogni volta che si scriva un storia.

Riguardo il protagonista di Al titolo poi ci penso da sobrio, dimmi: c’è un po’ di Abele in ognuno di noi? 

Chi lo sa, questa domanda può trovare risposta solo nel riscontro del pubblico. Eppure credo che alcuni atteggiamenti di Abele possano accomunare tutti, tipo il non agire di fronte alle scelte che la vita propone ogni giorno.

Sempre più frequente il fenomeno di Hikikomori, la tendenza a chiudersi in casa e rifiutare ogni contatto con altre persone. Anche Abele rischiava di finire vittima della sua “comfort zone”?

In fondo penso che Abele non sia vittima della sua comfort zone, ma piuttosto ne sia amico, considerato il fatto che la sua scelta è totalmente consapevole e, da lui, ritenuta la più giusta.

Nel film Al titolo poi ci penso da sobrio, Abele potrebbe dirsi l’ultimo dei romantici: in un tempo in cui sembra che l’unico modo per conoscersi e innamorarsi debba includere per forza una app, un social media o peggio un reality show, secondo te è cambiato anche il concetto di Amore?

Forse tanta possibilità ha creato esigenze ed aspettative molto alte che superano quello che potrebbe essere realmente una relazione amorosa che richiede tanto impegno. Spesso si preferisce cambiare opzione piuttosto che lavorarci su.

Mentre Abele ha una sorta di sveglia ed è disposto a correre in pigiama per strada, col rischio di essere braccato e picchiato, lo sceneggiatore si limita ad osservare la sua amata, ma non fa nulla per cambiare le cose. Perché abbiamo tanta paura di agire?

Agire crea una serie infinita di rischi. Così come il non agire che comunque è un’azione. Solo che in quel caso possiamo distrarci con altre azioni che comportano meno rischi tipo scrivere, fare una doccia, dormire o fumare una sigaretta. Ah no, forse l’ultima è rischiosa.

Emanuele Matera, dopo Al titolo poi ci penso da sobrio, quali nuovi progetti hai in serbo con Avamat?

La trilogia del titolo. Ho appena finito di girare In attesa del titolo che sarà in anteprima a Dicembre nella fiera NiC. Le tre storie Verticali si uniranno per creare un lungometraggio.

Il film sarà proiettato il 27 Settembre a Benevento, al Cinema Teatro S. Marco.

  Si ringrazia Emanuele Matera per le immagini. 

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