American Beauty: un viaggio tra le apparenze

American Beauty: un viaggio tra le apparenze

Alan Ball, Sam Mendes e la realizzazione di American Beauty

Nel 1997, Alan Ball ha deciso di entrare nell’industria cinematografica dopo aver trascorso diversi anni a scrivere sceneggiature per sitcom televisive come ‘’Grace Under Fire’’ e ‘’Cybill’’. In quell’occasione, ha collaborato con la United Talent Agency (UTA) ed è stato incoraggiato dal suo pubblicitario, Andrew Cannava, a scrivere sceneggiature ‘’speculative’’. Ball ha presentato a Cannava tre diversi progetti: due commedie romantiche tradizionali e American Beauty, concepito in modo meno pretenzioso all’inizio degli anni ’90 e poi chiamato ‘’American Rose’’. Sebbene la storia e i temi fossero meno commerciali, Cannava scelse American Beauty, che Alan Ball era ansioso di realizzare. Mentre Ball lavorava alla sceneggiatura di American Beauty, creò una nuova sitcom intitolata ‘’Oh, Grow Up’’ e incanalò tutta la sua frustrazione causata dalle incessanti richieste della televisione di rete nella scrittura di American Beauty. Lo sceneggiatore non si aspettava inizialmente di venderlo, poiché lo considerava poco più di un ‘’biglietto da visita’’, ma la storia ha suscitato l’interesse di diversi produttori cinematografici: Cannava ha passato il testo a produttori come Dan Jinks e Bruce Cohen, che lo hanno poi sottoposto alla DreamWorks. Lo stesso anno, Sam Mendes (poi regista teatrale) riporta a New York il musical Cabaret con l’amico e regista Rob Marshall e fu Beth Swofford della Creative Artists Agency a organizzare il primo incontro tra Mendes e un uomo dello studio di Los Angeles per discutere le possibilità di mettere in scena la produzione. Mendes, dopo aver visto la sceneggiatura di American Beauty a casa di Swofford ha subito capito che si trattava del progetto che aspettava dall’inizio della sua carriera.

Con l’aiuto dei dirigenti Glen Williamson, Boob Cooper e Steven Spielberg (incontrato nel parcheggio della Amblin Entertainment) come assistente di studio, Ball decise di sviluppare il progetto alla DreamWorks. Le riprese si sono svolte nei backlot di proprietà della Warner Bros a Burbank (California), Hancock Park e Brentwood (Los Angeles), mentre le riprese aeree iniziali e finali sono state effettuate a Sacramento. La South High Scool di Torrance è stata scelta come ambientazione per le scene scolastiche, con i suoi studenti che appaiono attraverso delle comparse come spettatori durante le partite di basket. Tutte le ambientazioni e collocazioni non sono casuali, in quanto quello che Ball voleva e vuole ancora trasmettere in American Beauty non è altro che un archetipo. American Beauty è stato distribuito in Nord America il 15 settembre 1999 con grande successo di critica e di pubblico, diventando il film più acclamato del 1999 e incassando oltre 350 milioni di dollari in tutto il mondo. Ha vinto inoltre cinque prestigiosi premi, tra cui miglior film, miglior regista (Sam Mendes), miglior attore (Kevin Spacey), miglior sceneggiatura originale (Alan Ball) e miglior fotografia (Conrad Hall).

Archetipi ed apparenze in American Beauty

In American Beauty ci sono diversi archetipi che emergono attraverso i personaggi e la trama. Tra i primi riscontrabili, abbiamo sicuramente l’archetipo dell’ombra. Le ombre rappresentano generalmente aspetti inconsci e repressi della personalità di un individuo, e queste si mostrano evidenti sotto forma di comportamenti negativi o autodistruttivi. Nel film, molti personaggi lottano con le loro ombre e cercano di sopprimere i loro sentimenti e desideri per soddisfare le aspettative della società e delle persone che li circondano. Un altro archetipo da considerare in questo film è il ‘’viaggio dell’eroe’’. Questo archetipo si riferisce al viaggio di crescita e trasformazione di individui che affrontano difficoltà e ostacoli per raggiungere i loro obiettivi (come il mito di Ulisse). Un esempio di questo tipo di archetipo è la figura di Lester Burnham (interpretato da Kevin Spacey), un personaggio che attraverso il viaggio dell’eroe, cerca di trovare un senso alla propria vita liberandosi dalle frustrazioni, dalle apparenze e dall’insoddisfazione. La ‘’Madre Terra’’ è un altro tipo di archetipo presente in American Beauty e questo fa riferimento alla natura e alla femminilità. L’archetipo è particolarmente evidente nel personaggio di Angela, (interpretato da Mena Suvari). Inizialmente Angela incarna la bellezza, la giovinezza e la vitalità naturale, ma si percepisce verso la fine del film che questa immagine di bellezza e perfezione si infrange, rivelando la sua debolezza e insicurezza interiore.


Il rapporto tra realtà e apparenza è quindi un tema particolarmente importante in American Beauty, poiché il film esplora come gli individui possano distaccarsi dalle loro vite e dal mondo che li circonda, creando apparenze false o superficiali per nascondere i loro conflitti interiori e le loro insicurezze. All’inizio, Lester Burnham sembra avere una vita superficialmente perfetta: una carriera di successo, una bella casa e una famiglia. Con il progredire della storia, scopriamo però che Lester è profondamente insoddisfatto e infelice, e quindi la sua vita è tutt’altro che perfetta. Anche la moglie di Lester, Carolyn (interpretata da Annette Bening), è alle prese con problemi di apparenza e realtà. La sua ossessione di proiettare un’immagine perfetta e di successo ha raggiunto il punto di inganno e manipolazione. La sua ossessione per le apparenze la condurrà al collasso del suo matrimonio e della sua stessa salute mentale. Ricky Fitts offre una prospettiva diversa sul tema della realtà e dell’apparenza. Egli è un outsider che vede la bellezza del mondo che gli altri trascurano e attraverso la sua relazione con Lester, contribuisce a rivelare la verità dietro le apparenze superficiali di chi lo circonda.

Come già citata precedentemente, anche l’ossessione è un tema chiave che attraversa tutta la trama di American Beauty in quanto tutti i personaggi sono ossessionati da qualcosa: Lester Burnham è ossessionato dal desiderio di sfuggire alla monotonia della sua vita; la moglie di Lester è ossessionata dal lavoro, dal successo e dalla ricerca della perfezione; Angela è ossessionata dalla bellezza e dalla perfezione, nascondendo la sua debolezza interiore e la mancanza di connessione emotiva con gli altri. Infine, il suo vicino, il colonnello Fitz, è ossessionato dal controllo e dalla disciplina e cerca di nascondere la sua omosessualità attraverso il rigore e l’autorità.

Il messaggio

Il messaggio di American Beauty è complesso, poiché il film affronta molti temi e questioni diverse. Essenzialmente, però, il film è una critica al ‘’sogno americano’’ e alle pressioni sociali che spingono gli individui verso stili di vita superficiali e insoddisfacenti. Attraverso i personaggi di Lester, Carolyn e Ricky, viene esplorato il modo in cui le persone si distaccano dal loro vero io e dalle loro aspirazioni autentiche per inseguire gli orpelli materiali del successo e della felicità. American Beauty esamina anche le conseguenze negative derivanti da questo tipo di conformismo, come la depressione, l’ansia e il senso di mancanza di scopo. Allo stesso tempo, American Beauty suggerisce però che c’è speranza di cambiamento e trasformazione di fronte a queste pressioni sociali. Attraverso il personaggio di impatto positivo come Ricky, il film incoraggia gli spettatori ad abbracciare la propria individualità e a trovare la bellezza in luoghi inaspettati. Il film ci incoraggia quindi a guardare in modo più profondo e critico il mondo che ci circonda e a mettere in discussione le nostre ipotesi e percezioni.

Influenze di American Beauty

American Beauty ha avuto un grande impatto sui film successivi, sia in termini di soggetto che di tecniche cinematografiche innovative. Molti film successivi si sono ispirati all’approccio visivo di Sam Mendes, utilizzando un’ampia gamma di tecniche di ripresa per creare narrazioni visive intense e coinvolgenti. Esempi di film che incorporano questa tecnica sono ‘’Requiem for a Dream’’ di Darren Aronofsky e ‘’City of God’’ di Fernando Meirelles. Inoltre, i temi dell’alienazione e della disillusione nei confronti della vita quotidiana presenti in American Beauty sono stati esplorati in molti film successivi, come ‘’Lost in Translation’’ di Sofia Coppola e ‘’Her’’ di Spike Jonze.

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Fonte immagine in evidenza: Tratta dal film ‘’American Beauty’’, Wikipedia

A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Appassionata di cultura giapponese, letteratura, arte, teatro e cinematografia.

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