La legge, di Lidia Poët | Recensione

La legge di Lidia Poët | Recensione

La legge di Lidia Poët è una serie televisiva Netflix che sta riscuotendo molto successo per il tema che affronta: l’emancipazione femminile

La serie La legge di Lidia Poët è una produzione Groenlandia, diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire, e scritta da Guido Iuculano, Davide Orsini, Elisa Dondi, Daniela Gambaro e Paolo Piccirillo. Il dramma storico in 6 episodi vede l’attrice Matilda De Angelis nei panni della prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.

Trama 

Dopo solo tre mesi dall’abilitazione, Lidia Poët, la prima donna laureata in legge nell’800, viene radiata dall’albo degli avvocati dalla Corte d’Appello di Torino, che le vieta di esercitare la sua professione solo perché donna. Ma la legge di Lidia Poët è quella di non lasciarsi abbattere dal giudizio degli uomini, convincendo il fratello Enrico, anch’egli avvocato, ad assumerla nel suo studio legale, mentre prepara il ricorso per ribaltare la sentenza della Corte. Lidia riesce a dimostrare l’innocenza di alcuni indagati di omicidio, scoprendo la verità che si cela dietro le apparenze e i pregiudizi della società del tempo. Jacopo, interpretato da Eduardo Scarpetta, è un giornalista e cognato di Lidia, che la aiuta a risolvere i diversi casi.  

La lotta contro gli stereotipi di genere ne La legge di Lidia Poët

La serie rappresenta al meglio, attraverso la figura di Lidia, un tema importante: la lotta contro gli stereotipi di genere, che purtroppo continuano ad esistere tutt’oggi.

Secondo la sentenza della Corte era sconveniente per una donna discutere di argomenti imbarazzanti per fanciulle «oneste» e indossare la toga al di sopra di quegli «abiti strani e bizzarri». Le donne non potevano occuparsi di affari pubblici, a causa della loro natura e per la mancanza di intelletto.

Dunque, La legge di Lidia Poët mostra, in modo mai banale, il ruolo di sottomissione che le donne ricoprivano al tempo e il fatto che non avessero alcun tipo di libertà o indipendenza da tutti i punti di vista. Infatti, molte ragazze povere, per poter vivere, erano prostitute, mentre le ragazze ricche, per entrare in società, erano obbligate a partecipare al ballo delle debuttanti e a sposarsi con una persona scelta dai genitori. Lidia, invece, veniva costantemente giudicata dagli sguardi indiscreti dei suoi colleghi avvocati e dei giudici. Inoltre, il suo punto di vista e le sue decisioni riguardo i casi, venivano screditati solo perché donna.

Ma Lidia non si lascia mai scoraggiare, perché è una donna intelligente, coraggiosa e caparbia, che decide di difendere casi che nessun altro avvocato, compreso suo fratello, ha intenzione di accettare volontariamente. Simbolica è anche la scena in cui va in giro per la città su una bicicletta, per poter andare in giro da sola, e le persone intorno a lei si meravigliano di questo gesto molto “all’avanguardia” per una donna.

Sono questi particolari che riescono a far sì che chi guarda La legge di Lidia Poët si immedesimi in lei, che incarna tutte le donne del tempo e quelle di oggi, limitate dalle discriminazioni di genere.

 

Fonte immagine: Netflix 

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