Nosferatu di Robert Eggers, un film fra razionalità e superstizione

Nosferatu di Robert Eggers, un film fra razionalità e superstizione

Nosferatu di Robert Eggers racconta i due volti dell’Europa ottocentesca divisa fra il progresso scientifico e il passato irrazionale

Nosferatu, il film horror di Robert Eggers, autore di altre pellicole del medesimo genere come The Witch (2016) e The Lighthouse (2019) e del dramma storico “shakespeariano” The Northman (2022), ha conquistato non solo la critica ma anche il pubblico pur proponendo una storia ricca di riferimenti letterari, folklorici, e spunti di riflessione psicologici.

Il film, con protagonisti Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Willem Dafoe, Ralph Ineson, Emma Corrin e Aaron Taylor-Johnson, è la quarta avventura cinematografica del Conte Orlok. Le precedenti versioni includono l’originale Nosferatu, il vampiro di Friederick W. Murnau (1922), Nosferatu, il principe della notte di Werner Herzog (1979) e Nosferatu a Venezia di Augusto Caminito (1988). Il celebre mostro dell’Espressionismo tedesco è ispirato al Conte Dracula nato dalla penna di Bram Stoker.

I due volti del Vecchio continente mostrati nel film di Eggers

La vicenda è ambientata nel 1838 nella cittadina tedesca di Wisborg e in una remota località della Transilvania, due luoghi distanti non solo dal punto di vista topografico ma anche da quello culturale. Wisborg è una città abitata da mercanti, armatori, notai e avvocati, dove si è diffusa l’industrializzazione, l’etica del lavoro del Protestantesimo e la cultura illuminista che decretò la fine dell’Ancien Régime.

Invece, il Castello di Orlok rappresenta l’altra Europa, quella legata al feudalesimo, all’aristocrazia, al folklore e all’irrazionalità. Si tratta di un’area geografica del Vecchio Continente, in cui sopravvivono le superstizioni e vive un non-morto che si nutre di sangue umano terrorizzando una comunità locale di gitani, una creatura delle tenebre che rifiuta il mondo creato dalla benevolenza divina. La Transilvania appare come una terra oscura tra un cielo ceruleo e la brughiera, qui branchi di lupi rendono insicuro il viaggio di Thomas Hutter verso la residenza di Orlok.

La razionalità contro la superstizione: un tema centrale nel film Nosferatu di Robert Eggers

Lo scontro fra razionalità e superstizione è uno dei temi dell’intero film così come del romanzo Dracula di Stoker, al quale si ispira la vicenda narrata. Chi è il peggior nemico di Orlok? È Von Franz, un professore universitario, un uomo di scienza che non ha esitato a spingersi oltre i limiti della conoscenza, il quale afferma che, nonostante l’avvento dell’industrializzazione e della Società dei lumi, le creature delle tenebre continuano ad esistere nel nostro mondo.

Nel suo saggio Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura il critico letterario Francesco Orlando paragona il celebre Abraham van Helsing, il dottore e la nemesi di Dracula nel romanzo di Stoker, al quale si ispira il personaggio di Von Franz, ad una sorta di “incrocio fra lo psicoanalista Sigmund Freud e il detective Sherlock Holmes”, il quale affronta il vampiro avvalendosi di armi tradizionali (come l’aglio e l’acqua santa) ma anche del metodo deduttivo della scienza galileiana.

Le diverse rappresentazioni del vampiro al cinema: dal cinema classico alla Hollywood postmoderna (ATTENZIONE A POSSIBILI SPOILERS)

L’altro tema della pellicola, invece, è proprio la relazione fra Ellen Hutten e il Conte Orlok, la quale rispecchia quella fra Mina Murray e Dracula.

Il cinema ci ha offerto diverse versioni del personaggio di Stoker: il vampiro elegante di Bela Lugosi, quello affascinante di Christopher Lee, quello vestito da dandy di Gary Oldman, oppure il principe guerriero di Luke Evans, l’immortale “Giuda Iscariota vampirizzato” di Gerald Butler, il signore della guerra medievale di Richard Roxburgh, la versione narcisista e macchiettistica di Nicholas Cage e quella dell’orribile pipistrello antropomorfo di Demeter-Il risveglio di Dracula di André Øvredal (in questo caso una creatura più simile allo Xenomorfo di Alien che al personaggio ideato dal romanziere irlandese).

Il vampiro di Eggers perde il suo fascino gotico trasformandosi in un cadavere pallido e scheletrico con denti seghettati, occhi vitrei e un paio di lunghi baffi che ricordano quelli degli aristocratici medievali transilvani. Si tratta di una creatura mostruosa lontano dalla cultura pop degli ultimi anni, un po’ come se volessimo riproporre in una pellicola il vero aspetto della Creatura di Victor Frankenstein descritto nel romanzo di Mary Wollstonecraft Shelley, ovvero quello del cadavere sfigurato rispetto all’omone verde con due catodi conficcati nelle tempie della testa quadrata dell’immaginario collettivo.

Eros e Thanatos: l’attrazione della “bestia” per la bella

Eppure, nonostante i suoi modi rozzi e la sua crudeltà, il vampiro di Eggers è attratto dalla bella Ellen, la moglie dell’avvocato Thomas. Infatti, mentre quest’ultimo è bloccato in Transilvania, Ellen è tormentata dagli incubi e dal sonnambulismo causati dai poteri ipnotici del mostro. Il regista e sceneggiatore gioca con il tema dell’Eros e del Thanatos, quello della bella ragazza tormentata dall’antagonista come nei romanzi neri Il castello di Otranto di Walpole Horace o Il Monaco di Matthew Gregory Lewis (o come Lucia dei Promessi Sposi quando è rinchiusa nel Castello dell’Innominato).

Qui non esiste un contrasto fra Bene e Male, anzi il Male si annida anche nell’anima dei buoni, i quali sono facilmente corruttibili. Così, una ragazza giudicata “casta” dai compaesani diviene vittima della “seduzione del mare” arrivando a gettarsi a terra mimando mostruosi amplessi con un essere blasfemo pur non essendoci alcun contatto fisico.

Robert Eggers ci offre l’occasione di riflettere sullo scontro fra ricerca scientifica e credenze folkloriche

L’intera vicenda “gioca sulla contrapposizione” fra il razionalismo e la superstizione. D’altronde, siamo nel corso dell’Ottocento, il secolo definito dal poeta recanatese Giacomo Leopardi come «superbo e sciocco» nel cinquantaduesimo e cinquantatreesimo verso della Ginestra; un periodo in cui l’umanità celebrava il suo presunto successo fra scoperte e invenzioni nell’ambito della tecnologia e delle scienze naturali e sociali: il cinema dei Fratelli Lumière, la Tavola periodica di Dmitrij Mendeleev, la Teoria evoluzionistica di Charles Darwin e la ricerca di  Freud sulla psiche.

Nonostante l’esasperato scientismo e la fede cieca nel progresso durante il XIX secolo, il critico Orlando ritiene che il celebre vampiro di Stoker, nonostante la sua natura di non-morto, riesca a muoversi con disinvoltura in una Londra fra cinegiornali, grammofoni e lampioni senza destare alcun sospetto e mettendo in crisi il razionalismo di quegli anni.

Nosferatu di Robert Eggers ci permette anche di riflettere sull’eredità folklorica del nostro passato e sull’impossibilità epistemologica di apprendere appieno la nostra realtà.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia l’Universal Pictures Italia per la fotografia

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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