Stranger, la procura in Corea | Recensione

Stranger, la procura in Corea | Recensione

«Nemmeno in questo mestiere c’è chi lotta per la giustizia.» dice Hwang Shi-mok protagonista di Stranger, k-drama investigativo ambientato per lo più a Seoul dove ci viene mostrato come funziona la giustizia in Corea del Sud sia dal lato della procura che della polizia, un serial che ha ricevuto numerosi premi tra cui il miglior show nel 2017 dal New York Times e Gran Premio per la televisione ai Baeksang Arts Award, il premio televisivo più prestigio in Corea.

Stranger (비밀의 숲, Bimir-ui sup, lett. “La foresta dei segreti”) è un k-drama trasmesso inizialmente esclusivamente sulla televisione coreana sul canale tvN dal 10 giugno al 30 luglio 2017 con una seconda stagione prodotta nel 2020, ideata dallo Studio Dragon e diretta da Ahn Gil-ho e Yoo Je-won. Poco dopo la sua prima trasmissione in televisione la serie uscì internazionalmente sulla piattaforma di Netflix e munito anche di doppiaggio in lingua italiana.

In Stranger si narra la storia di Hwang Shi-mok (Chong Seung-woo), un uomo che da piccolo, a causa di una malattia al cervello, aveva subito un intervento che lo ha portato ad essere senza emozioni, di fatto per quasi tutta la serie egli non sorriderà, riderà o piangerà mai, rendendo il ruolo di Chong Seung-woo di difficile interpretazione ma comunque con ottimi risultati. Hwang è un procuratore che lavora presso la procura centrale di Seoul, ruolo piuttosto prestigioso, egli si ritroverà ad indagare su un misterioso caso di omicidio che poi si scoprirà essere seriale. Data l’enormità del caso, verrà coinvolta anche la polizia e da qui si conoscerà quella che sarà la nostra seconda protagonista, una poliziotta decisamente amichevole e fin troppo otaku dai gusti, essendo una appassionata di manga e nel tempo libero disegna. La detective si chiama Han Yeo-jin (Bae Doo-na) e sembra in qualche modo legare a Hwang seppur quest’ultimo per via dell’intervento sembra essere quasi scontroso e fin troppo stoico. Non ci si ferma solamente al caso degli omicidi ma bensì anche alla corruzione e al mondo tossico del lavoro che alcuni dipendenti vivono all’interno delle aziende, mostrandoci personaggi secondari che sono procuratori o altri poliziotti che andranno in conflitto con i nostri protagonisti, uno di questi che menzioniamo per via della fama e bravura dell’attore è Seo Dong-jae (Lee Joon-hyuk) che, invidioso di Hwang, cercherà in tutti i modi di superarlo rischiando di creare seri problemi… non sarebbe un k-drama altrimenti.

La bellezza di Stranger è questa, un mondo dove la corruzione è dietro l’angolo e la giustizia sembra essersi persa anche di fronte alle prove e alla minacce, ma Hwang e Han dimostrano che ci sono ancora poche persone che sono disposte a lottare per quest’ultima e che nel mondo ci saranno sempre, non importa la difficoltà. Un k-drama capace di tenere incollato allo schermo nonostante la sua pesantezza, parliamo di una serie composta da 16 episodi per stagione dalla durata di 1 ora ciascuno e se per qualche spettatore può essere il primissimo k-drama, potrebbe risultare pesante e col rischio di annoiare, ma sappiamo tutti benissimo che è una specialità tipicamente coreana quella di procedere lenti e metodici e lasciare tantissima suspence e voglia di continuare a guardare. Stranger è considerata una delle migliori serie coreane dell’ultimo decennio, ricevendo uno share incredibile.

Un’ultima menzione d’onore va alla magnifica Bae Doo-na che continua ad ogni produzione a scalare l’olimpo del cinema diventando da un paio d’anni a questa parte un’attrice internazionale, ricevendo un ruolo nell’ultimo film di Zack Synder Rebel Moon. La seconda menzione è alla colonna sonora completamente originale composta da AA.VV.

Vi auguriamo una buona visione con Stranger.

Fonte immagine in evidenza: Netflix

A proposito di Alessio Gentile

23 Anni Piccolo Content Creator Tratto di Giappone e Corea, principalmente il lato musicale Fissato con Idol, fumetti e tatuaggi

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