Cicerone 4.0: a Roma si insegna il metodo per rendere memorabile ogni discorso

La storia ci ha tramandato l’immagine di Marco Tullio Cicerone come il più grande oratore dell’antica Roma, capace di rovesciare le sorti di processi, influenzare decisioni politiche e persino determinare il destino della Repubblica con la sola forza della parola. 

Quello che pochi sanno è che dietro questa straordinaria eloquenza si nascondeva un sistema di tecniche segrete e strategie psicologiche che oggi, riscoperte e potenziate dalle moderne scienze della comunicazione, stanno trasformando persone comuni in comunicatori d’eccezione. 

E il bello è che queste tecniche – finora riservate a politici, CEO e professionisti d’élite – sono finalmente accessibili a tutti.

L’antica scienza della parola pubblica

Nell’antica Roma, l’eloquenza non era considerata un talento innato ma una disciplina rigorosa, trasmissibile attraverso principi e metodi codificati. Cicerone stesso, descrive l’oratore perfetto come colui che sa scuotere le emozioni degli ascoltatori

Ciò che colpisce è la sua insistenza sul metodo: l’abilità oratoria non era frutto di ispirazione, ma di un approccio sistematico e disciplinato.

Una giornata di formazione per un giovane oratore romano prevedeva esercizi fisici (per rafforzare voce e postura), memorizzazione di testi (per arricchire il linguaggio), improvvisazioni su temi assegnati e analisi dettagliate dei discorsi di oratori affermati.

Le cinque fasi canoniche della retorica – inventio, dispositio, elocutio, memoria e actio – erano studiate separatamente e poi integrate in un processo creativo strutturato.

Da Cicerone a TED: perché le tecniche antiche funzionano ancora oggi

L’evoluzione dell’oratoria nei secoli rivela un fenomeno interessante: mentre gli strumenti e i contesti sono cambiati radicalmente, i principi fondamentali sono rimasti sorprendentemente stabili. Le tecniche che rendevano efficaci i discorsi di Cicerone continuano a funzionare nei TED Talks contemporanei.

Gli studi sulle neuroscienze cognitive hanno evidenziato come il cervello umano sia predisposto a rispondere a strutture narrative specifiche, indipendentemente dal contesto culturale o storico. 

Le sequenze “problema-tensione-risoluzione” sembrano attivare aree cerebrali legate all’attenzione e alla memoria a lungo termine, favorendo la ritenzione delle informazioni.

Questo fenomeno spiega perché certe strutture retoriche attraversano i millenni. La “regola del tre” – presente in discorsi dall’antichità ai giorni nostri – funziona perché tre elementi rappresentano il numero ideale per il nostro sistema cognitivo: sufficienti per stabilire un pattern, ma non troppi da sovraccaricare la memoria di lavoro.

Il paradosso digitale: perché nell’era dei social vince chi conosce i segreti antichi

Ironicamente, nell’epoca della comunicazione istantanea e dei social media, stiamo assistendo a un ritorno ai fondamenti della tradizione classica. Le neuroscienze moderne stanno confermando scientificamente ciò che Cicerone aveva intuito empiricamente: l’efficacia comunicativa dipende da elementi strutturali precisi.

L’analisi computerizzata dei discorsi più virali e memorabili degli ultimi anni rivela pattern sorprendentemente simili a quelli codificati nella retorica classica. La differenza principale non sta nella struttura, ma nel modo in cui questa viene adattata ai nuovi media e alle mutate aspettative del pubblico.

L’attenzione media è diminuita drasticamente – da qui la necessità di essere più incisivi in tempi più brevi – ma i meccanismi attraverso cui catturiamo l’attenzione, generiamo interesse e persuadiamo rimangono ancorati a principi millenari.

La palestra contemporanea dell’eloquenza moderna

In questo contesto di riscoperta delle radici classiche dell’oratoria, Roma ospita un corso su come parlare in pubblico, che riprende l’approccio metodico degli antichi, integrandolo con le più recenti acquisizioni delle scienze cognitive.

Il Metodo Public Speaking Top, ideato da Massimiliano Cavallo, si distingue nel panorama formativo dei corsi di public speaking a Roma per la sua volontà di recuperare la struttura disciplinata dell’insegnamento retorico romano, adattandola alle esigenze contemporanee.

“Nella retorica classica romana troviamo un metodo concreto e strutturato che ha molto da insegnare anche agli oratori contemporanei,” spiega Cavallo. “Mentre oggi ci si concentra spesso su carisma e talento naturale, i romani credevano nella pratica sistematica e nell’apprendimento metodico delle tecniche oratorie.”

15 discepoli, un maestro: il ritorno all’antico metodo dell’apprendimento esclusivo

Come nella tradizione classica, dove la pratica era considerata essenziale, il corso privilegia le esercitazioni concrete rispetto alla teoria. I partecipanti lavorano su micro-abilità specifiche – gestione della voce, postura, contatto visivo, strutturazione del discorso – che vengono poi integrate organicamente.

La limitazione a soli 15 partecipanti per classe ricorda le scuole romane di retorica, dove piccoli gruppi di studenti permettevano un’attenzione individuale da parte del maestro. Questa scelta, controcorrente rispetto ai corsi di massa contemporanei, consente un feedback personalizzato e un adattamento delle tecniche allo stile naturale di ciascun partecipante.

Decodificare l’eccellenza:il metodo che trasforma l’ispirazione in tecnica

Nel corso si esaminano i principi che rendono efficaci le comunicazioni degli speaker di successo, proprio come gli studenti romani studiavano i grandi oratori del loro tempo. Il Metodo Public Speaking Top utilizza un metodo strutturato in tre dimensioni fondamentali: la gestione dell’equilibrio psicofisico per controllare l’ansia da palcoscenico, l’architettura del discorso secondo il modello “decollo-volo-atterraggio”, e la padronanza del linguaggio non verbale e paraverbale.

A differenza di altri approcci che si concentrano su tecniche motivazionali temporanee o teorie astratte, il programma prevede esercitazioni pratiche immediate che costituiscono l’85% del tempo in aula. 

I partecipanti affrontano situazioni comunicative concrete, ricevendo feedback personalizzati che permettono di correggere in tempo reale postura, sguardo, voce e struttura del discorso.

Un metodo completo e continuativo: il percorso non si esaurisce nelle due giornate in aula, ma include un webinar di follow-up a tre mesi di distanza, materiali di approfondimento e, nelle versioni più avanzate, consulenze personalizzate per preparare discorsi specifici. 

Questo sistema di supporto continuativo garantisce che le competenze acquisite non rimangano teoriche ma si trasformino in abilità concrete e durature, applicabili sia nei contesti professionali che in quelli personali.

L’eredità di Cicerone rivive a Roma: ecco come partecipare

Il corso, già sperimentato in altre città italiane come Milano, Padova e Bologna, arriva ora a Roma, creando un suggestivo collegamento tra la tradizione oratoria della città eterna e le esigenze comunicative contemporanee.

Per i professionisti romani interessati a questa sintesi tra saggezza antica e scienza moderna, le prossime sessioni del public speaking a Roma rappresentano un’opportunità per riscoprire un’arte antica attraverso un prisma contemporaneo.

Come Cicerone integrava principi greci con sensibilità romana, creando un sistema adatto al suo tempo, così questo metodo contemporaneo attinge alla tradizione classica per rispondere alle sfide comunicative dell’era digitale. Una continuità che attraversa i millenni e dimostra quanto la parola, strumento primario di connessione umana, mantenga la sua centralità anche nell’epoca dei nuovi media.

Fonte immagine: Leonardo AI

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