Alessandro Orlandi e il suo saggio sul culto degli antenati nel mondo antico

Alessandro Orlandi e il suo saggio sui culti degli antenati nel mondo antico

Genius Familiaris, Genius Loci, Eggregori e forme pensiero- Culto degli antenati nel mondo antico e trasmissione iniziatica è un saggio del matematico, museologo e musicista Alessandro Orlandi, pubblicato dalla casa editrice napoletana Stamperia del Valentino, per la collana I Polifemi.

Come c’ha lui stesso rivelato, questo lavoro nasce da un interesse di lunga data: «Si può dire che l’interesse per il culto degli antenati nel mondo antico e per la trasmissione iniziatica mi accompagni da quando ero adolescente. Verso i miei 13 anni mi capitò di leggere alcuni libri di Mircea Eliade e di René Guenon e, da allora, questa passione non mi ha più abbandonato»

Nonostante la brevità, il saggio riesce a ripercorrere in maniera esaustiva i culti iniziatici e religiosi del mondo classico greco e romano, ma anche di altre civiltà del mondo antico.

La struttura del saggio di Alessandro Orlandi sul culto degli antenati nel mondo antico

Il saggio è basato su una ricerca che si muove in due direzioni.

La prima descrive le differenze e le analogie dei culti degli antenati tra le civiltà del mondo antico; la seconda ruota intorno tre interrogativi:
-Qual è il ruolo della Tradizione e dell’Iniziazione nelle grandi Tradizioni spirituali?
-Si può ancora parlare di Tradizione e Iniziazione nel XXI secolo?
-Come è cambiato il nostro modo di intendere la Tradizione e l’Iniziazione rispetto agli antichi culti misterici?

Alessandro Orlandi segue queste due linee guida e risponde alle tre domande unendo alla minuzia accademica un tocco di misteriosa solennità, molto consona alla materia trattata.

 I culti degli antenati nel mondo antico si legavano indissolubilmente alla sfera della morte ed erano caratterizzati da una complessità difficilmente comprensibile ai giorni nostri.

Ai nostri occhi di uomini digitalizzati e razionalmente regolatori, questi culti potrebbero erroneamente sembrare il frutto di civiltà non sviluppate come la nostra, ma invece rivelano una profondità e una saggezza peculiari.

Una saggezza frutto di culture che concepivano il mondo e la vita organicamente, come qualcosa di estremamente correlato tra loro. Principi diversi dagli schemi del pensiero occidentale moderno che invece tende a frammentare il mondo per poterlo successivamente dominare e regolare.

Su questo punto, facendoci un esempio su un’antica tradizione romana, l’autore tende a precisare:«Ogni 110 anni i romani celebravano la festa dei Ludi saeculares, che segnava il chiudersi di un ciclo di generazioni e l’aprirsi di un altro, differentemente caratterizzato. Si festeggiava la generazione che aveva perso genitori, nonni e bisnonni, destinata ad aprire un nuovo ciclo. Si apriva il Mundus del Tarentum, sacrario sotterraneo sulla riva sinistra del Tevere, in cui era seppellito un altare dedicato a Dite e Proserpina sul quale un sacrificio notturno era dedicato a Llithie e alle Parche. La terza notte si sacrificava alla Terra madre. Nella cerimonia si evocava lo srotolarsi fatale dei fusi delle Parche.

Il Mundus, creato alle origini di Roma con il compito di contenere un esemplare di tutto ciò che sarebbe servito in seguito alla vita della città, era anche una porta per gli Inferi, tra il mondo visibile e quello invisibile dei Mani, parallelo a quello di superficie. L’esistenza di questa festa ci svela l’importanza che i romani attribuivano al filo invisibile che unisce tra loro le generazioni, evidenzia il fatto che credevano che una determinata stirpe, un ghenos, avesse un preciso compito da assolvere, una trama da tessere nell’ordito dell’Ordine cosmico, ed era importante che i membri di quella famiglia, in particolare il pater familias, ne fossero consapevoli. Ebbene, il Genius Familiaris e gli spiriti degli antenati, a cui il mio libro è dedicato, avevano appunto il compito di vegliare su questa missione.

L’insegnamento che si può trarre da tutto ciò, in un’epoca in cui predominano la mancanza di visione, di prospettiva, l’incapacità di proiettarci nel futuro, un’epoca in cui non riusciamo a cogliere alcun filo che colleghi tra loro le generazioni che si avvicendano, mi sembra evidente»

Data l’impossibilità di una comprensione completa, considerata la nostra differente genetica culturale, per poter leggere il breve saggio di Alessandro Orlandi è necessaria una buona apertura mentale e una fervida immaginazione,  elemento fondamentale nella costituzione delle culture antiche.

 

La ricostruzione dei culti e le fonti

Alessandro Orlandi compie la sua dissertazione ricercando e incrociando fonti dirette e indirette, la ricostruzione dei culti iniziatici è infatti un’ardua materia in quanto questi culti erano soggetti all’obbligo di silenzio da parte dei suoi partecipanti.

La sua ricerca sugli Eggregori affonda inoltre le radici in antichi testi esoterici: «Nella tradizione esoterica occidentale il termine eggregore viene impiegato per designare forme-pensiero scaturite dalla attività psichica e spirituale di un gruppo umano. È stato utilizzato in questa precisa accezione per la prima volta dall’esoterista Eliphas Levi nel suo libro The Great Secret del 1897. Levi fa a sua volta risalire il termine al Libro di Enoch, un apocrifo biblico considerato fino al III secolo come parte dei testi canonici.

Nel Libro di Enoch il termine sarebbe derivato dal greco egeiro, essere vigili, guardare, riferito agli angeli che si mescolarono alle figlie degli uomini dando origine, tra l’altro, alla mitica razza dei Giganti. Questi angeli vengono anche denominati “I Vigilanti”. Il termine è stato poi ripreso da numerosi altri autori e viene spesso utilizzato in ambienti massonici. In sostanza un eggregore sarebbe una forma-pensiero collettiva, scaturita dall’attività immaginativa ed emotiva di un gruppo umano che condivide un intento comune, un’idea di Patria, o credenze religiose»

La bibliografia finale, appositamente e minuziosamente compilata, è inoltre un elemento del saggio da non sottovalutare in quanto rende lo scritto un ideale punto di partenza per chiunque fosse interessato ad approfondire gli argomenti trattati.

 

Fonte immagine: https://en.wikipedia.org/wiki/Hylas_and_the_Nymphs_(painting)

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A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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