Ah, ma è BUFALE.NET! Lotta alla disinformazione per la GM Press

BUFALE.NET

BUFALE.NET., intervista a Fabio Milella –

«Lercio e gli sbufalatori sono ormai fedeli alleati che conducono fianco a fianco l’ardua battaglia per vaccinare il web contro le notizie infide e truffaldine». Con questa condanna alle bugie telematiche si apre il libro dei debunker più agguerriti del web, Claudio Michelizza e Fabio Milella, inchiesta giornalistica pubblicata per la GM Press: BUFALE.NET. Ammettilo… Ne hai condivisa qualcuna.

Un titolo che non può di certo lasciare indifferenti nemmeno i più abili della rete che tra social network e siti di intrattenimento si soffermano abitualmente sui titolo shock accalappia – moralisti. La famosa piattaforma giornalistica Lercio nasce d’altronde proprio dalla spinta propulsiva di quei giornalisti un po’ “impulsivi”, o di quelli che si improvvisano tali tra le fitte trame della rete. La prefazione al libro BUFALE.NET si apre nel nome di una missione nata per loro quanto per Lercio.it nel 2013, quando di questi titoli tronfi e ingannatori pullulavano le righe degli articoli in costante circolazione. Non raro l’intervento di lettori incalliti e pronti a fare del facile moralismo, ingannati dalle menzogne ricoperte di oro colato.

La soluzione di Lercio è ormai nota: l’espediente di titoli paradossali richiama l’attenzione tanto di creduloni quanto degli abituali frequentatori, consci dell’escamotage parodico della pagina. Per tutti loro ormai è prassi pronunciare la nota sentenza: «Ah, ma è Lercio!». Claudio Michelizza e Fabio Milella reagiscono in BUFALE.NET stigmatizzando questa giungla di disinformazione che non di rado porta alla ribalta l’elogio di mirabilia dalla dubbia integrità morale e culturale, infangando il buon nome del giornalismo e dell’informazione.
Il libro si articola in una serie di titoli e immagini circolanti sul web dalla dubbia origine. L’obiettivo è stigmatizzare tali siti internet che avanzano bufale giornalistiche verosimili rintracciando la reale fonte alla quale ha attinto lo sbadato informatore. Clamoroso notare come fonti predilette siano proprio siti satirici e persino lo stesso Lercio!

Ne abbiamo parlato con Fabio Milella, co-autore di BUFALE.NET

Panda marini, bicarbonato come elisir di lunga vita, donna di 101 anni in sala parto, Putin e le sue manie di fecondazione invadono la Russia, e molte altre informazioni circolanti e condivise sui social, che per immagini e talvolta video sembrano ottenere una parvenza di credibilità. Come fermare questo flusso di disinformazione?

La disinformazione, a mio avviso, si combatte solo attraverso una corretta informazione. Quella che sembra un frase banale, nasconde, in realtà, l’unico sistema efficace per combattere (ma non sconfiggere) la diffusione delle fake news. Quando troviamo una notizia su internet, dobbiamo, prima di tutto, analizzare e verificare le fonti, cercando di capire se, chi ha pubblicato la notizia, è da considerarsi attendibile o meno. Il controllo va fatto con molta attenzione poiché i creatori di “bufale”, spesso, storpiano il nome di testate giornalistiche famose, traendo in inganno i lettori. Dobbiamo, successivamente, controllare anche la data in cui la notizia è stata scritta, controllare le immagini che la accompagnano e non fidarsi di notizie provenienti solo da blog o siti personali. La rete, responsabile della diffusione di moltissime fake news, ci mette a disposizione anche gli strumenti per controllare la veridicità delle notizie primi tra tutti i motori di ricerca. Ci sono poi siti come Bufale.net che, attraverso un’analisi accurata, possono aiutare l’utente ad avere un’idea più precisa in merito ad una notizia. Nel dubbio, meglio non condividere.

Quale Bufala presente nel vostro libro vi ha maggiormente sconcertato?

Tutte le bufale sono sconcertanti, poiché hanno lo scopo di distorcere la realtà. Molte di queste sono divertenti, altre fanno riflettere, alcune sono verosimili, ma quelle davvero insopportabili, sono quelle che alimentano false speranze nei malati. Ci siamo trovati spesso a dover smentire la veridicità di alcune “cure miracolose”, in grado di combattere gravi malattie come il cancro. Alimentare false speranze, facendo leva sulla disperazione di chi è ammalato o dei suoi cari, è ciò che maggiormente ci tocca. In alcuni casi, pseudo cure, scritte con il solo scopo di creare condivisioni e traffico Internet, non solo non avevano alcun effetto, ma, al contrario, potevano peggiorare una situazione già, di per sé, drammatica.

E voi, avete mai condiviso una Bufala?

A tutti è successo di aver inconsapevolmente pubblicato una notizia non vera. Personalmente mi è capitato di pubblicare una bufala quando internet era ancora agli albori. Ai tempi non esisteva Facebook e la “vita social” era rappresentata dai forum. Si trattava di un appello per l’adozione di cuccioli di Golder Retriever. Poco dopo mi resi conto dell’errore e da quella volta imparai ad analizzare una notizia prima di pubblicarla. Il portale Bufale.net si è trovato in qualche occasione a dover cambiare la propria opinione su alcune notizie, ma questo crediamo che sia normale, perché, in alcuni casi, non bastano le indagini delle autorità (che a volte durano anni) a mettere in luce la veridicità di fatti raccontati. Ci sono casi in le notizie vere rimangono tali per decenni, prima di capire che si tratta di notizie false e viceversa. Un esempio è quello delle famosi armi chimiche in Iraq, una bufala a cui tutti abbiamo creduto. Una bufala scoperta solo dopo una sanguinosa guerra e che ha cambiato la geografia politica e il futuro di interi Paesi.

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A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

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