Gli ultimi giorni del comandante Plinio, un’opera di Alessandro Luciano

Gli ultimi giorni del comandante Plinio, un’opera di Alessandro Luciano

Pubblicato da Marlin Editore, Gli ultimi giorni del comandante Plinio è l’eccezionale romanzo storico scritto da Alessandro Luciano, nel quale vengono narrati gli avvenimenti che si verificarono quattro giorni prima la devastante e terribile eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo che causò la distruzione delle città di Ercolano e Pompei.

A raccontare gli eventi dal 22 al 25 ottobre, attraverso le memorie da lui trascritte nel suo diario, è Gaio Plinio Secondo, conosciuto in seguito come Plinio il Vecchio, filosofo e scrittore naturalista – sua è la vasta enciclopedia in 37 volumi, nonché capolavoro, “Naturalis historia” – oltre che comandante militare e governatore provinciale dell’Impero Romano. Plinio, che in quel periodo era a capo della flotta romana stanziata presso Capo Miseno, attraverso le descrizioni dense di particolari dei luoghi, degli usi e dei costumi del tempo, conduce il lettore con sé accompagnandolo per le città e la costa campane rendendolo partecipe delle proprie considerazioni e riflessioni su ciò a cui assistette sia dal punto di vista di studioso e di militare sia di semplice uomo.

Il protagonista si sposterà dalla città di commercianti di Puteoli…una costa amata dagli Dei, affacciata sul mare nostro…” a Cuma, dove Enea accompagnò la Sibilla Cumana le cui parole, “Non preparare le navi, mettiti in salvo”, resteranno inascoltate da Plinio intenzionato ad affrontare l’immane e imminente catastrofe che sta per compiersi pur di mettere in salvo la sua amata Rettina, che si trova a Stabia, e due preziosi volumi greci da lei posseduti, unici perché privi di copie.

Gli ultimi giorni del comandante Plinio di Alessandro Luciano: cronaca di una tragedia

Dell’eruzione del Vesuvio di quel tempo, si hanno testimonianze rintracciabili in qualsiasi libro di Storia, enciclopedia, sito Internet o opere in cui si faccia riferimento all’accaduto. Se queste variegate fonti non dovessero bastare a soddisfare pienamente la curiosità e il desiderio di saperne di più, basterebbe recarsi personalmente sul posto in modo tale da constatare dal vivo ciò che si è potuto apprendere da una pagina cartacea o virtuale. Tuttavia, per quanto valga assolutamente la pena visitare Ercolano e Pompei, ci si troverebbe di fronte a quanto è rimasto di quella tragedia di tanti secoli fa.

Alessandro Luciano, grazie a uno stile fluido e ricco, a una narrazione talmente completa e precisa da dare l’impressione di sentire l’odore del mare, di avvertire la terra tremare, di ascoltare i boati del Vesuvio pronto a risvegliarsi portando con sé morte e distruzione, ci dà la possibilità di assistere a ciò che precedette quella sciagura.

L’autore narra delle bellezze architettoniche e naturalistiche delle città campane da lui citate, traccia i profili delle persone che vi abitarono mostrandoli impegnati ad adempiere alle loro occupazioni quotidiane e permettendoci, in tal modo, di conoscerne le abitudini e le tradizioni. Tra questa varietà di personaggi che animano la sua opera, spicca il protagonista che, alla fine del suo diario, rivolge una richiesta – a cui la Storia darà ascolto – a chi avrà la possibilità di leggerlo: “… Se questo è l’ultimo dei miei giorni, ricordatemi per quello che vi ho lasciato, per quello che sono stato; ricordate nei secoli il mio nome, Plinio.

[Fonte immagine: Ufficio stampa Marlin Editore]

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A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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