Il mito del deficit e la teoria monetaria moderna

Il mito del deficit

Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo è un recente testo scritto da Stephanie Kelton e tradotto da Jacopo Foggi per la casa editrice Fazi editore (novembre 2020).

Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo: il testo

Stephanie Kelton nel suo Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo, è chiara fin da subito nelle sue intenzioni: già dalla prefazione spiega come vuol dimostrare e divulgare la sua teoria: «In questo libro utilizzo le lenti della teoria monetaria moderna (Modern Monetary TheoryMMT) per mostrare che, contrariamente a quanto gli economisti mainstream e i politici raccontano da decenni, i governi che emettono la propria valuta (che detengono, cioè, la sovranità monetaria) non possono mai “finire i soldi”, né possono diventare insolventi (fare default) sui titoli di debito emessi nella loro stessa valuta. A dire il vero non hanno neanche bisogno di emettere titoli di Stato per finanziare i propri deficit di bilancio, né hanno bisogno di ricorrere alla tassazione per finanziare le proprie spese. Questo perché, in quanto emittenti di valuta, a differenza delle famiglie e delle imprese, che sono dei semplici utilizzatori di valuta, gli Stati che dispongono della sovranità monetaria possono semplicemente creare “dal nulla” tutto il denaro di cui hanno bisogno. Questi governi, dal punto di vista tecnico hanno una capacità di spesa illimitata nella propria valuta: possono cioè acquistare senza limiti tutti i beni e servizi disponibili nella valuta nazionale. (come spiego nel libro), questo non implica che i governi che emettono la propria valuta debbano spendere o incorrere in deficit senza limiti; esistono dei limiti, solo che non sono di natura finanziaria».

Lo scopo prefissato dall’autrice è dunque farsi partecipe di un’alfabetizzazione – in termini economici e finanziari – sociale: «Comprendere questa semplice verità equivale a fare un vero e proprio salto di paradigma, perché significa che la maggior parte dei paesi – e in particolare le nazioni industrializzate tecnicamente avanzate e altamente sviluppate che spendono, tassano e prendono in prestito nelle proprie valute incontrovertibili (e adottano un regime di cambio fluttuante) – possono “permettersi” (letteralmente) di fare molto di più per incrementare il benessere dei propri cittadini e più in generale per perseguire qualunque obiettivi politico scelgano di prefissarsi (penso per esempio alla mitigazione del cambiamento climatico) di quanto comunemente si creda».

Continuando nella propria disamina economica e finanziaria, Stephanie Kelton insiste sul concetto di sovranità monetaria e di legittimità democratica e sulla differenza sostanziale fra utilizzatori di moneta ed emittenti di moneta, scagliando accuse – fondando sempre le sue affermazioni sui principi costitutivi della teoria monetaria moderna ed argomentando le sue riflessioni corredando il testo di note tecniche e rimandi a fatti, studi e saggi sulla stessa teoria monetaria moderna – alla cattiva gestione delle banche centrali («proprio come la BCE sta oggi creando denaro per sostenere gli sforzi nazionali per combattere la pandemia, avrebbe potuto fare lo stesso in passato per aiutare i governi a combattere la disoccupazione e altre piaghe sociali invece di insistere affinché riducessero i loro livelli di deficit e di debito»).

La teoria monetaria moderna

Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo, è dunque una riflessione sulla politica fiscale attraverso le «lenti della teoria monetaria moderna», per mezzo della quale diventa obiettivo primario l’equilibrio economico «in modo tale che la prosperità venga condivisa diffusamente e non finisca concentrata in un pungo sempre più ristretto di persone»; una rivoluzione economica, come la definisce l’autrice del testo, che al pari di una «rivoluzione copernicana» (le parole sono ancora dell’autrice), ribalta – rivoluziona, appunto – le teorie convenzionali su economia e fisco.

«L’idea fondamentale che sta dietro la MMT può in un primo momento risultare bizzarra», ammette l’autrice: è per questo motivo che con intento di puntualità e accuratezza descrive nel suo saggio tecnico e al contempo divulgativo, la teoria in oggetto e gli studi ad essa rivolti, in modo tale da permettere ai lettori uno sguardo consapevole nel mondo economico-finanziario, attraverso l’invito all’informazione consapevole.

Fonte immagine in evidenza: fazieditore.it

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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