Endō Shūsaku è il celeberrimo autore di Silenzio (Chinmoku 沈黙), opera tradotta anche nel mondo cinematografico, e motivo per cui la maggior parte delle persone lo conoscono. Con l’opera di cui questo articolo tratta, tuttavia, è capace di ribaltare la prospettiva che ci è stata narrata nel suo capolavoro: un umile samurai del Giappone del XVII secolo si trova su una nave, insieme ad alcuni dei suoi servitori e a Padre Velasco, in direzione della Nueva España (attuale Messico), della Spagna e infine del Vaticano. Proprio come in Silenzio verrà affrontato il tema della fede e della crisi ad essa legata, oltre che a un’infinità di ulteriori problemi legati alla diversità dei personaggi, al tortuoso viaggio verso terre lontane e alla situazione del cristianesimo in Giappone.
Trama: la missione di Hasekura Rokuemon
Il libro si apre con l’umile samurai Hasekura Rokuemon, coinvolto in lavori di campo per il sostentamento della famiglia, mentre pondera sulla sua situazione. Infatti, furono confiscati loro dei territori storici e importanti per colpa di un tradimento da parte del padre di Rokuemon. A causa di questa punizione gli anziani del suo clan soffrirono molto, soprattutto lo zio, che viene spesso descritto come affranto proprio per questa perdita. Normalmente un samurai il cui cognome portava il peso di un crimine del genere sarebbe stato giustiziato, ma il suo signore decide invece di inviarlo in spedizione nell’allora chiamata Nueva España per instaurare rapporti economici e politici con gli spagnoli lì presenti, permettendogli di redimersi. Insieme a lui furono inviati un gruppo di samurai suoi servitori e Padre Velasco, prete missionario francescano, in funzione di traduttore dallo spagnolo al giapponese, e con una forte personalità e avversione nei confronti dei Gesuiti, causa, secondo lo stesso, della fine del cattolicesimo in Giappone, per via dei loro metodi.
La prima parte del romanzo si concentra molto sulla decisione del samurai: compiere un viaggio del genere all’epoca significava abbandonare per mesi, se non anni, la propria famiglia, in condizioni per niente favorevoli. Una vera e propria odissea. Successivamente sono presentate le varie ambasciate in diversi Paesi tra il continente americano ed europeo.
Lo stile narrativo di Endō
Quando viene descritto il viaggio iniziale si possono trovare forti similarità con Silenzio, visto che ci dà, anche in questo caso, occasione di conoscere e approfondire molto bene i caratteri dei personaggi, i rapporti che avevano prima del viaggio e il modo in cui legano durante questo. Anche in questo caso, quello di Endō è un ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi, che fornisce personalità completamente diverse a ognuno dei protagonisti, dando la possibilità di creare scene e dialoghi molto interessanti e soprattutto pregni di carica emotiva, mettendo a nudo gli aspetti più intimi dei personaggi. L’arrendevolezza del samurai, la foga e la passione di Velasco, e tutte le altre emozioni mostrate dal resto del cast secondario, fanno un ottimo lavoro nel far legare emotivamente il lettore con gli inviati di questa missione.
Il contesto storico: l’ambasciata Keichō

All’epoca, ovvero nel 1613, il cristianesimo era già mal visto dallo shogunato e dal governo giapponese, tuttavia, non era ancora stato emanato l’ordine finale di persecuzione dei cristiani (nonostante il martirio dei ventisei cristiani di Nagasaki fosse già avvenuto più di quindici anni prima). Per di più, non tutti i Daimyō erano contrari alla diffusione della religione cattolica nel loro Paese: molti credevano ancora che potesse essere un ottimo modo di contatto tra il Giappone e l’Occidente. Per tale motivo, Date Masamune, Daimyō di Sendai, mandò uno dei suoi samurai, Hasekura Rokuemon, a capo di quella che è passata alla storia come l’Ambasciata Keichō, per cercare di creare contatti con gli Spagnoli in Messico, per poi prolungare il suo viaggio fino al Vaticano.
Conclusioni: un libro da non perdere
Dato che la storia del romanzo è strettamente legata alla realtà dei fatti, rivelare di più sui veri avvenimenti storici rovinerebbe il gusto della lettura, che consiglio caldamente a chiunque volesse approfondire la storia dei cristiani in Giappone nel periodo Tokugawa. Ovviamente è consigliato anche a chiunque avesse apprezzato la scrittura di Endō Shūsaku in Silenzio, dal momento che, nonostante l’ambientazione sia molto diversa e lontana, riesce a restituire una sensazione simile a quella della sua altra celebre opera.
Immagine in evidenza: copertina del libro

