Il signorino di Natsume Sōseki | Recensione

Il signorino di Natsume Sōseki | Recensione

Il signorino (Bocchan) è uno dei romanzi più famosi di Natsume Sōsekiuno degli autori più importanti della letteratura giapponese del Novecento. Egli si distingue per le sue opere emblematiche nell’ambito letterario del Paese del Sol Levante, diffusosi nel mondo grazie al suo contributo. Questo libro, scritto in soli 11 giorni mentre lavorava ad altri racconti, fu pubblicato nel 1906 e ottenne da subito un enorme successo e resta ancora oggi uno dei romanzi più popolari in Giappone, considerato massima espressione della creatività artistica di Sōseki.

Il significato del titolo originale: chi è Bocchan, il “signorino”?

Il titolo originale, ovvero Bocchanfa riferimento a un termine utilizzato nella lingua giapponese, in maniera affettuosa, da parte di domestici nei confronti del figlio della famiglia nobiliare presso la quale si presta servizio. Questa parola non ha una traduzione precisa in italiano, ma signorino  è probabilmente quella che rende meglio il significato di bocchan, inteso come “padroncino” o “piccolo maestro“: è quindi un termine abbastanza adatto, in quanto dà l’idea di un ragazzo di buona famiglia, forse un po’ viziato, quindi con un’accezione a tratti negativa.

Le radici de Il signorino di Natsume Sōseki

La premessa iniziale de Il signorino è sicuramente influenzata dall’esperienza personale dell’autore, per quanto l’opera non sia dichiaratamente autobiografica. La descrizione dell’infanzia del protagonista parla di un bambino vivace, che fa monellerie: non è quindi impossibile pensare che Sōseki abbia implicitamente parlato di sé stesso, come a dichiarare che in lui c’era un po’ di quella personalità ribelle e avventurosa che caratterizza Bocchan. Altro elemento ispirato alla vita dello scrittore è l’esperienza da insegnante del protagonista: Sōseki stesso, infatti, aveva lavorato per un certo periodo in una scuola a Matsuyama, nello Shikoku. Si tratta di un ambiente provinciale, analogo a quello nel quale si trasferisce Bocchan.

La trama de Il signorino di Natsume Sōseki: le avventure e le sfide di Bocchan

Egli nasce in una famiglia abbastanza agiata, con un fratello più grande e due genitori dai quali, però, non si sente amato: soprattutto il padre lo tratta come se non esistesse, gli dice che non vale niente. A un certo punto la madre viene a mancare e lo accusano di essere stato la causa della sua morte, per colpa delle sue numerose bravate. Ma c’è una persona nella casa che lo ama incondizionatamente, ovvero Kiyo, la sua tata. È convinta che sia una persona speciale e che avrà successo nella vita. Tuttavia, se all’inizio del romanzo vediamo le interazioni di questi due personaggi, da un certo punto in poi le loro strade verranno separate: infatti, il fratello liquida Bocchan, vendendo la casa di famiglia e dandogli solo 600 yen, mentre Kiyo viene licenziata.

L’esperienza come insegnante a Matsuyama

Rimasto solo, egli si dedica allo studio della fisica e della matematica per tre anni, per poi ricevere l’offerta di un posto di lavoro come insegnante di matematica proprio a Matsuyama. Ma appena arrivato entra subito in conflitto con gli studenti, che sono fisicamente più grandi di lui e molto dispettosi, facendogli numerosi scherzi. Neanche con i colleghi i rapporti non sono dei migliori, soprattutto con il capo degli insegnanti, che denomina Akashatsu, ovvero “camicia rossa”, un uomo molto cattivo. Riesce però a fare amicizia con due professori, che chiama Uranari (Zucca acerba) e Yamaarashi (Porcospino). Il primo è un uomo pallido e malinconico, innamorato di una donna molto bella, soprannominata Madonna: i due intrecciano una relazione, ma Akashatsu li separa e per toglierlo di mezzo lo fa cacciare dalla scuola. Per questo Uranari e Bocchan si alleano per sconfiggerlo: lo pedinano e lo vedono quando esce da una casa di geisha. Decidono quindi di accusarlo e nasce una lite tra questa figura illustre, ma malvagia e i due uomini, più umili, ma di saldi valori.

Il ritorno a Tokyo e la conclusione del romanzo

Dopo un po’, però, Bocchan lascia Matsuyama e torna a Tokyo. Qui diventa meccanico in una ditta di tram e ritrova la tanto cara Kiyo, che non si era dimenticata di lui per tutti quegli anni. I due, felici di rivedersi, vanno a vivere insieme, ma lei, malata già da tempo, muore. Si conclude così Il signorino di Natsume Sōseki, con il ricongiungimento tra un protagonista, ricaduto nel ciclo della solitudine, e l’unica persona che non ha mai smesso di credere in lui.

Analisi del protagonista: la figura complessa de Il signorino

Bocchan, il signorino del romanzo di Sōseki, è uno dei protagonisti più emblematici della letteratura giapponese. Egli incarna per tutta la sua vita le caratteristiche del giovane di buona famiglia, con gli aspetti negativi che questa definizione comporta: è un uomo sfrontato, irrimediabilmente sincero e a tratti anche burbero, che critica costantemente l’ambiente che lo circonda. Definibile quasi come un antieroe, è un personaggio che però suscita in parte la simpatia del lettore, per gli eventi spiacevoli che gli capitano, ma che allo spettatore risultano divertenti. Allo stesso tempo, il suo temperamento lo porta ad avere un atteggiamento distante nei confronti di coloro che lo circondano, eppure questi ultimi non possono fare a meno di avvicinarsi a lui: da Uranari e Yamaarashi al proprietario della locanda in cui alloggia, il signorino di Natsume Sōseki è affiancato da personaggi che si fidano di lui, dimostrando che si tratta di un uomo non così negativo come può apparire a un primo sguardo.

Il signorino e il tema della solitudine: l’importanza di Kiyo

Eppure, in un modo o nell’altro, egli finisce per rimanere solo: dapprima con la morte dei genitori, abbandonato dal fratello e successivamente dopo aver lasciato il posto alla scuola, la figura che, in un modo o nell’altro, resta al suo fianco è quella di Kiyo. In maniera delicata e indiretta, percepiamo il legame tra i due personaggi, sia nella fase dell’infanzia, in cui lei è l’unica che supporta il suo padroncino, sia con le lettere che si scambiano nella permanenza di lui a Matsuyama. Emblema di questo rapporto è il loro ricongiungimento alla fine della storia, che suscita commozione nel lettore.

Temi principali e l’influenza de Il signorino di Natsume Sōseki

Il signorino di Natsume Sōseki ha avuto una forte influenza in Giappone e ha dato origine all’archetipo del professore che va a insegnare in provincia e che, solitamente, ha un’evoluzione in positivo. Un altro elemento che emerge dall’analisi della storia è la visione che lo scrittore ha della provincia come un ambiente che incarna l’innocenza rispetto alla città, che è esperienza: si tratta infatti di un tema molto ricorrente nella letteratura giapponese. Ma questa connotazione non è per Sōseki positiva, bensì indice di un atteggiamento primitivo, una mancanza da parte degli abitanti di Matsuyama di familiarità col mondo contemporaneo. Sono infatti numerosi i punti del romanzo in cui egli, attraverso le parole e i pensieri di Bocchan, l’autore fa emergere questa sua considerazione, opponendo all’ambiente campagnolo quello urbano di Tokyo, da cui il protagonista proviene: forse un modo per Sōseki di evidenziare i cambiamenti che stavano avvenendo in quel periodo storico in Giappone, un Paese alla volta della modernizzazione.

Fonte immagine: Amazon (dalla copertina dell’edizione italiana del romanzo)

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