Isola di Jacobsen, viaggio al Nord della Iperborea editore

Isola di Jacobsen, viaggio al Nord della Iperborea editore

Riappropriarsi dei ricordi della terra d’origine, dare un nome e una storia a tutto ciò che appartiene ad essa. È ciò che compie la giovane donna danese protagonista di Isola, il nuovo libro semi-autobiografico della scrittrice Siri Ranva Hjelm Jacobsen, pubblicato dalla Iperborea editore.

In realtà protagonista di questo ennesimo splendido viaggio al Nord che ci propone Iperborea editore non è la ragazza, bensì la terra natia dei suoi nonni, genitori della mamma, che emigrarono agli inizi del Novecento in Danimarca per cercare di ritagliarsi uno spazio nel mondo, per trovare la felicità nel futuro, compromesso dai confini del mare, ostacolato dal tempo immobile delle isole Faroe. L’arcipelago delle Faroe (Fær Øer) si trova tra l’Islanda e la Scandinavia, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico; una terra radicata nella tradizione e nelle leggende più antiche, vichinghe e favolistiche, una terra indipendente ma politicamente legata ancora oggi alla Danimarca – infatti non fa tuttora parte dell’Unione Europea. Una terra che ha però combattuto, nell’isolamento, la guerra mondiale e contro un declino economico dovuto a pochi sostentamenti finanziari quali la pesca e lo scarso turismo…Viene maggio, e finisce la guerra. Le uniformi tedesche spariscono dalla città. Marita compra pane bianco e due crostatine con la crema”.

Un altro viaggio della Iperborea editore, tra memoria e storia

Il romanzo, dopo un incipit narrativo di difficile collocazione ma poeticamente perfetto sin dalle prime pagine (nobile la traduzione in italiano di Maria Valeria D’Avino), si sviluppa su due linee parallele, quella del presente raccontate in prima persona dalla ragazza, e quella del passato, che ritorna attraverso dei flashback, che racconta invece i momenti più significativi della vita dei suoi nonni, Marita e Fritz.

«Lei sopportava con pazienza. Era il vetro intorno alla nave in bottiglia su cui lui navigava, la prua sempre rivolta verso casa. Quando lei morì, io pensai: ecco, ora abbi andrà alla deriva».

Marita e Fritz, omma e abbi, di cui l’autrice racconta tutta la loro vita insieme dopo e separati dal mare prima, a partire dal momento in cui Marita decide di ricongiungersi con il marito per vivere in Danimarca. Un inizio che acquista da subito i contorni del misterioso, si può dire del macabro, del fragile, anche nostalgico, come appunto sembra essere l’animo delle isole. La malinconia infatti è il sentimento che scorre per tutto il romanzo: la malinconia di Fritz per la sua terra, per non avere potuto scegliere un destino professionale corrispondente ai suoi desideri (non essendo il primo figlio tra i suoi fratelli, non ha potuto beneficiare del sostentamento di una ricca zia), adeguandosi al lavoro di pescatore e poi insegnante; e la malinconia per avere perso la sua metà, da anziano; mentre chiacchiera con la nipote ricorda spesso: «se non fosse stato per la tua omma».

E poi la malinconia di Marita. Una figura che il lettore si immagina silenziosa, profonda, che accetta il da farsi e accoglie la solitudine. C’è poi la malinconia di Ragnar, probabilmente, ma mai accennato del tutto con chiarezza, vero amore di Marita. Ci si immaginano gli occhi, anch’essi silenziosi, pieni di lacrime, forse rabbiosi, ma gentili, profondi, come quelli di Marita. Senza dimenticare la malinconia della giovane ragazza danese, affiancata ad un po’ di consapevolezza che sa di adolescenza, che sente dentro di sé un piccolo vuoto (più volte ricorda l’amarezza di non conoscere bene il faroese), che tenta di riempire sulla scia del ricordo di infanzia e delle origini dei nonni. In ultimo, la malinconia dell’emigrazione, della necessità di essa, una tematica mai più attuale.

Isola è poi un susseguirsi di racconti, e di esperienze di viaggio che il lettore vive attraverso le pagine, attraverso la narrazione cadenzata e unica della Jacobsen. Tanto da comprendere il motivo per il quale la ragazza voglia riscoprire l’isola per riscoprire se stessa e darsi un nuovo nome, trovarsi, e sentirsi parte di qualcosa di vero.

Ilaria Casertano

[amazon_link asins=’8870914909′ template=’ProductCarousel’ store=’eroifenu-21′ marketplace=’IT’ link_id=’558619a9-4489-11e8-b5f8-5dd99a586845′]

Altri articoli da non perdere
Sarò breve di Francesco Muzzopappa | Recensione
Sarò breve di Francesco Muzzopappa: Recensione

Sarò breve è il nuovo libro dell’autore Francesco Muzzopappa, edito da Fazi. “Un romanzo esilarante il cui protagonista è Ennio Scopri di più

Anna Luisa Pignatelli ritorna con Foschia (Recensione)
Anna Luisa Pignatelli

Foschia, il nuovo libro della scrittrice Anna Luisa Pignatelli Anna Luisa Pignatelli, scrittrice affermata da diversi anni sia all'estero che Scopri di più

Barbara Cagni: Per sempre, altrove | Recensione
Barbara cagni

Barbara Cagni, autrice milanese, presenta il suo nuovo lavoro edito e pubblicato da Fazi editore, Per sempre, altrove, in uscita Scopri di più

Cambio di rotta, un altro trascinante romanzo di Elizabeth Jane Howard (Recensione)
elizabeth jane howard

Emmanuel e Lillian, Mr e Mrs Joyce, sono una vecchia coppia sposata nata in Inghilterra ma da sempre girovaga. Lui Scopri di più

Libri ambientati in Giappone: 3 da leggere
Libri ambientati in Giappone

3 libri ambientati in Giappone: una guida alla letteratura contemporanea Perché leggere i libri ambientati in Giappone? Il Giappone è Scopri di più

L’ombra di Masaniello di Carmela Politi Cenere (Recensione)
L'ombra di Masaniello vaga per Piazza del Mercato

È indubbio che l'uomo Tommaso Aniello d'Amalfi abbia trasceso la realtà storica divenendo universalmente conosciuto come Masaniello. Questo soprannome del Scopri di più

A proposito di Ilaria Casertano

Nata a Napoli, laureata in Filologia moderna alla Federico II, giornalista pubblicista, social media manager. Ama i libri insieme alla scrittura, il giornalismo che pratica da anni, il disegno, ma più di tutto il cinema. Sogna di viaggiare, dovunque.

Vedi tutti gli articoli di Ilaria Casertano

Commenta