La vita invisibile di Addie LaRue | Recensione

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La vita invisibile di Addie la Rue è sicuramente una delle opere più importanti dell’autrice Victoria Elizabeth Schwab, nata nel 1987 e da decenni scrittrice di Fantasy. Ricordiamo opere come la trilogia Shades of magic, quella di Cassidy Blake o la duologia Questo canto selvaggio e Questo oscuro duetto, tutti libri dal discreto successo commerciale.

La vita invisibile di Addie LaRue, opera inclusa nella collana degli Oscar Mondadori e dal successo indiscusso, si caratterizza per uno ritmo lento, descrittivo ed a tratti poetico. È composto da circa 550 pagine e pubblicato per la prima volta il 6 ottobre 2020, si tratta di un Romanzo fantasy ma anche storico. La storia inizia nel 1714, quando Addie LaRue incontra uno sconosciuto e commette un errore fatale, vende l’anima in cambio della libertà, della possibilità di vivere senza legami. Questo dà inizio alla sua storia, al viaggio che la porta a visitare e vivere in varie parti del mondo, libera come aveva chiesto, ma a una condizione: nessuno si sarebbe mai ricordato di lei e non avrebbe mai più potuto pronunciare il suo stesso nome. È questa infatti la sua punizione per aver scelto l’immortalità, costringendosi a una condizione di solitudine eterna. Una situazione che la spinge a testare i limiti della sua maledizione: Addie LaRue prova a interagire con i genitori, con la vecchia saggia che le introduce il mondo degli dei buoni e cattivi, diurni e notturni.

Ed è proprio un dio notturno quello che la protagonista de La vita invisibile di Addie LaRue invoca sulla terra bagnata dalle sue lacrime, lontana da tutti e soprattutto da quello che sarebbe dovuto essere suo marito. “Luc” è il nome del dio che le promette la libertà e subito la inganna ed è anche l’unica “persona” o meglio, l’unica “cosa” che non si dimentica di Addie. Si crea una sorta di sfida tra i due: Addie che non vuole arrendersi e cedere la propria anima e Luc che fa di tutto per riscuoterla.

Passano così gli anni, decenni a incontrarsi ogni 29 di luglio, data in cui ricorre il loro “anniversario”, questo finché Addie non incontra un altro uomo chiamato Henry, anch’esso legato a Luc e che la ricorda. Iniziano così a stringere un legame, conoscersi, anche se Henry muore dopo solo 1 anno, era questo il suo patto: un anno di possibile felicità, di leggerezza in cambio della propria vita. 

Riuscirà Addie a liberarsi e morire venendo ricordata da qualcuno?

Questo grande interrogativo spinge il lettore de La vita invisibile di Addie LaRue a riflettere e a formulare un seguito personale delle avventure della donna. Si tratta di un libro che tiene il lettore attaccato alle pagine fino alla fine e lo spinge a riflettere su cosa avrebbe fatto se fosse stato al posto di Addie: arrendersi e cedere la propria anima o resistere e trarre da quell’esperienza tutto ciò che c’é di positivo.  È un romanzo che alterna freneticamente passato e presente e la data, il luogo, tutto è specificato ad inizio capitolo. Questi continui passaggi temporali possono essere o meno apprezzati, però è sicuro che ciò permette al lettore di percepire gli anni, i secoli di vita della donna, anche attraverso le varie e ricche descrizioni dell’ambiente, dell’epoca. Protagonista che nonostante la sua maledizione è riuscita, nel corso dei secoli a lasciare traccia di sé, nelle opera d’arte, nelle poesie e anche nella musica, quasi a dire che non è necessario essere ricordati per poter dire: «Ho lasciato un’impronta nel mondo».

Immagine: Wikipedia

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A proposito di Raffaele Pepe

Nato nel 2001, si appassiona sin da piccolo alla cultura e alla storia dell'Oriente, cosí inizia gli studi presso l'Orientale. É anche un amatore della lettura e dei prodotti audiovisivi.

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