Sannazaro: Tradimenti di Harold Pinter | Recensione

Tradimenti, di Harold Pinter al Sannazaro

Dal 3 al 5 febbraio va in scena al Teatro Sannazaro lo spettacolo Tradimenti di Harold Pinter, per la regia di Michele Sinisi.

In scena  Michele Sinisi con Stefano Braschi e Stefania Medri al Teatro Sannazaro.

Recensione

Tradimenti è la messa in scena dell’omonima opera che il Premio Nobel per la Letteratura Harold Pinter presentò per la prima volta nel 1978 al Royal National Theatre di Londra, con la traduzione di Alessandra Serra.

La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, seguendo il filo della memoria, sotto forma di “flashbacks”, dalla sua fine fino ai suoi esordi.

Sinossi 

È il 1977, Emma e Jerry si ritrovano per caso in un pub, dopo due anni che non si vedono, e così, palesemente imbarazzati e con una certa difficoltà, iniziano a parlare e a ricordare. Dai loro discorsi si capisce che i due sono stati amanti, ma poi entra in scena Robert, il marito di Emma e il miglior amico di Jerry. Da questo momento la storia, come un vecchio mangianastri comincia a riavvolgersi all’indietro seguendo il filo di una memoria selettiva, fino a fermarsi al 1968, prima dell’inizio del loro rapporto.

Insomma, la storia di un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare. Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia piano piano spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da portare. 

 Il nucleo centrale della pièce

Il testo di Pinter rivive sulla scena in un allestimento sanguigno e asciutto – a tratti violento – dove le parole non dette, i pensieri taciuti, le azioni nascoste hanno un peso rilevante, riempiono le vite dei tre protagonisti, invadono gli spazi, irrompono con forza minando tutte le loro relazioni.

Ed è proprio nella tensione data dai silenzi, da ciò che si poteva dire e che invece è stato taciuto, dalle pause tipicamente pinteriane (vere pause sceniche, materiche) che i personaggi riusciranno a trasmettere in pochi minuti molto di sé, caricandosi di mistero e di fascino. Michele Sinisi si addentra nell’esplorazione dell’invisibile lavorando con gli attori sulle diverse umanità di Jerry (Stefano Braschi), Robert (Michele Sinisi) ed Emma (Stefania Medri), l’anima più selvaggia del trio, per restituire al pubblico personaggi vivi, carnali, potenti.

I tre protagonisti si muovono su una scena, quasi inesistente, caratterizzata da pochissimi elementi significativi, a parte l’imponente monolite che domina la scena, compaiono delle bottiglie di prosecco con qualche bicchiere, qualche sedia, un pollo crudo calato dall’alto e poi bruciato da una fiamma ossidrica, una borsa di Ikea e la testa di un cervo reale, indossata da Robert (il “cornuto”). 

Il monolite funziona come un cruci-puzzle, con delle lettere che si accendono con una console analogica, a vista, a lato della scena; un’idea dello scenografo Federico Biancalani che l’ha realizzata sulla falsa riga degli orologi a lettere luminose: strumenti forse più affini ad una percezione umana del tempo, fatta di intervalli imperfetti, mai precisi. 

Le didascalie spazio/temporali presenti nel dramma pinteriano si accendono dunque periodicamente per scandire i diversi momenti dello spettacolo per segnare il passaggio del tempo e il cambio di spazio dando un ritmo serrato alla pièce, in un viaggio al contrario verso l’origine del tradimento, ripercorso al ritmo del rock anni ’80.

 TRADIMENTI: le note di regia dal teatro Sannazaro

«Chi frequenta il teatro e la letteratura conosce molto bene Pinter e il suo “Tradimenti” – afferma Sinisi – Questo dovrebbe rendere molto difficile, per un regista oggi, portare avanti un discorso originale sul testo. L’approfondimento dell’umano in tutte le sue sfaccettature è stato senza dubbio il punto di partenza del mio lavoro sull’opera. Chi sono questi personaggi? Che relazioni sociali intessono fra di loro? In quale tipo di ambiente sono immersi? Il risultato è uno spettacolo costruito fianco a fianco con lo scenografo Federico Biancalani e con gli attori. Fondamentale è stato infatti un profondo confronto collettivo rispetto al testo e alle sue possibili interpretazioni. Tradimenti infatti è ricco di elementi di analisi, di spunti di riflessione che tuttora possono attivare, nel pubblico, una risposta “potente”. Bisogna solo cercare nuove prospettive da cui guardare il tradimento, esaminare la complessità di questo tema. Non basta rappresentarlo. Per fare questo ho reso la scenografia co-protagonista, elemento fondamentale infatti a portare fisicamente l’opera davanti allo spettatore creando un ambiente in cui i corpi e le voci possano emergere in tutta la loro forza vitale. Il rischio di tradire in qualche modo il testo, la voce dell’autore è concreto e vivo ogni volta che si affronta un’opera, ma tradire, in questo senso, significa elaborare, dare alla voce autoriale uno spazio nuovo nel quale esprimersi. Io ho deciso di affrontare questa “traduzione” in scena utilizzando come filo rosso quello del testo, dell’arte. La professione di gallerista di Emma, quella legata alla scrittura di Jerry e Robert sono gli elementi attraverso i quali il percorso artistico interroga se stesso, nel testo e nella scena. Ecco questo ho voluto valorizzare, insieme allo studio dei rapporti fra i protagonisti, alle loro relazioni. Però, come sempre, prestando grande attenzione al pubblico. Il teatro dev’essere divertente e coinvolgente. Il pubblico deve dunque trovare qualcosa di se stesso, qualcosa che sia a lui vicino nella rappresentazione. Non voglio portare avanti un discorso intellettuale autoreferenziale riservato agli esperti del settore. Tradimenti deve riuscire ad appassionare, a muovere ad una riflessione, ad essere parte del presente”.»

Durante lo spettacolo al Sannazaro si diventa testimoni di ben nove anni di inganni, di menzogne, di una realtà cruda e dura da affrontare, ma raccontata con un’ironia così sottile da provocare in noi spettatori un riso quasi liberatorio. Un riso in fondo amaro perché mentre ridiamo pensiamo a tutte quelle cose non dette, a quei pensieri taciuti a quelli che amiamo ma anche a noi stessi, perché non c’è tradimento peggiore che tradire sé stessi.

Calendario repliche Teatro Sannazaro:

sabato 4 febbraio ore 21.00

domenica 5 febbraio ore 18.00

Di Harold Pinter

Traduzione: Alessandra Serra

Con Stefano Braschi, Stefania Medri, Michele Sinisi

Regia: Michele Sinisi

Consulenza Artistica Francesco Maria Asselta

Scene Federico Biancalani

Assistente Alla Regia Niccolo’ Valandro

Luci Rossano Siracusano

Produzione Elsinor centro di produzione teatrale

Foto immagine: Teatro Sannazaro – Ph Luca Del Pia

Leggi anche:

Baraccone Clandestino: pace, amore e resistenza al teatro Sannazaro

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

Vedi tutti gli articoli di Martina Coppola

Commenta