Le canzoni folkloristiche russe rappresentano una componente fondamentale della cultura e dell’identità nazionale, profondamente radicate nell’infanzia della maggior parte della popolazione. Si tratta di brani tradizionali e d’autore che, pur essendo spesso associate ai bambini, contengono testi e significati di grande spessore emotivo e storico. Per chi studia la lingua russa, queste melodie offrono un’occasione coinvolgente per l’apprendimento, affrontando temi universali come l’amore, la patria e la nostalgia.
Indice dei contenuti
Le canzoni russe più famose: tabella riassuntiva
Canzone (traslitterazione) | Descrizione e origine |
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Kalinka | Canto d’amore allegorico e danza popolare, composto nel 1860. |
Katyusha | Canto patriottico su un soldato al fronte, originario del 1938. |
Ochi chyornye | Romanza passionale e struggente, basata su un testo del 1843. |
Polyushko pole | Canto eroico ed epico dedicato alla cavalleria, composto nel 1933. |
Ecco alcune canzoni folkloristiche russe da conoscere
1. Kalinka: l’inno non ufficiale della russia
Spesso erroneamente considerata un’antica canzone popolare, Kalinka è in realtà una canzone d’autore scritta nel 1860 dal compositore Ivan Larionov. Il nome si riferisce al viburno palla di neve, una pianta le cui bacche rosse sono un simbolo della Russia. Il testo, apparentemente semplice, è un’allegoria d’amore dal ritmo incalzante che accelera progressivamente, rendendola perfetta per la celebre danza tradizionale omonima. La sua popolarità è tale da essere considerata una sorta di secondo inno nazionale.
Testo e traduzione:
Калинка, калинка, калинка моя!
В саду ягода малинка, малинка моя!
Kalìnka, kalìnka, kalìnka mia
Nel giardino c’è malìnka (lampone), malìnka mia!
Ах, под сосною, под зеленою,
Спать положите вы меня!
Ай-люли, люли, ай-люли, люли,
Спать положите вы меня.
Ah, sotto il pino, sotto il verde,
Mettetemi a dormire!
Ah, ljuli, ljuli, ah, ljuli, ljuli
Mettetemi voi a dormire!
2. Katyusha: il canto patriottico della grande guerra
Composta nel 1938 da Matvej Blanter e Michail Isakovskij, Katyusha (Катюша) è una delle canzoni russe più famose del periodo sovietico. Parla di una ragazza, il cui nome è il diminutivo di “Ekaterina”, che canta su una riva scoscesa, mandando un saluto al suo amato lontano, impegnato a difendere la patria al fronte. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne un potentissimo simbolo di speranza e patriottismo per i soldati dell’Armata Rossa, tanto che il suo nome fu dato ai celebri lanciarazzi BM-13, come documentato da diverse fonti storiche russe.
Testo e traduzione:
Расцветали яблони и груши,
Поплыли туманы над рекой.
Выходила на берег Катюша,
На высокий берег, на крутой.
Meli e peri erano in fiore,
La nebbia scivolava lungo il fiume;
Sulla sponda camminava Katyusha,
Sull’alta, ripida sponda.
Пусть он вспомнит девушку простую
И услышит, как она поёт.
Пусть он землю бережёт родную,
А любовь Катюша сбережёт.
Fa’ che si rammenti di una semplice ragazza,
Fa’ che la senta cantare,
Possa egli proteggere la terra natia,
Come Katyusha protegge il loro amore.
3. Ochi chyornye: la romanza della passione
Ochi chyornye (Очи чёрные – Occhi neri) è forse la romanza russa più conosciuta al mondo, un inno all’amore passionale e struggente. Il testo originale è una poesia scritta dal poeta ucraino Yevhen Hrebinka nel 1843, ma la versione musicale universalmente nota è basata su una melodia di un valzer di Florian Hermann. La canzone esprime la profonda impressione lasciata da un incontro con una donna dagli occhi neri, diventando un simbolo dell’anima russa romantica e tormentata. È stata interpretata da innumerevoli artisti, primo fra tutti il leggendario basso Fëdor Šaljapin.
Testo e traduzione:
Очи чёрные, очи страстные,
Очи жгучие и прекрасные!
Как люблю я вас, как боюсь я вас!
Знать, увидел вас я в недобрый час!
Occhi neri, occhi passionali,
Occhi brucianti e meravigliosi!
Quanto vi amo, quanto vi temo!
Si direbbe che vi ho incontrata in un’ora infausta!
4. Polyushko pole: l’epica cavalcata nella steppa
Polyushko Pole (Полюшко-поле), che si traduce come “praticello, campo”, è un potente canto sovietico del 1933, composto da Lev Knipper con testo di Viktor Gusev. La canzone descrive una vasta pianura attraverso la quale cavalca la cavalleria dell’Armata Rossa. La melodia epica e travolgente evoca immagini di eroismo e sacrificio per la patria. Sebbene nata in un contesto politico specifico, la sua forza musicale l’ha resa una delle canzoni russe più riconoscibili a livello internazionale, spesso associata nell’immaginario collettivo ai cori dei cosacchi.
Testo e traduzione:
Полюшко, поле, полюшко, широко поле!
Едут по полю герои,
Эх, да красной армии герои!
Praticello, campo, praticello, campo così vasto!
Attraverso il campo vanno gli eroi,
Eh, sì, gli eroi dell’Armata Rossa!
Tra le altre canzoni importanti per la cultura russa, si possono menzionare anche la romanza Il fazzletto blu (Синий платочек), il canto dei battellieri del Volga Ei Ukhnem! e il brano sulla memoria della guerra Alyosha (Алёша).