Giulia Museo presenta Satelliti: il singolo | Intervista

In questa intervista Giulia Museo presenta il suo nuovo singolo “Satelliti” che è disponibile dal 23 Maggio su Spotify, Apple Music, Amazon Music e tutte le principali piattaforme digitali. La bellissima voce di Giulia, già premiata al Festival dell’Adriatico e al Festival di Avezzano, racconta , in questo brano, del legame tra due anime che si sono amate e poi smarrite, come due Satelliti che si sfiorano per un attimo ma che non si incontreranno mai davvero. La scelta delle parole e la dolcezza della melodia conducono verso un’atmosfera intima, quasi sospesa, dove l’esperienza musicale e la parte più profonda dell’anima, che alle volte si svela solo attraverso i sogni, si fondono, regalando un momento di pura bellezza.  L’intervista di Giulia Museo è anche un momento in cui la cantautrice racconta del suo viscerale rapporto con la musica, di come questa sia un tramite per parlare di sé ma anche di comunicare con gli altri.  Ecco come Giulia Museo ci parla del suo nuovo lavoro:

Il brano è carico di un’atmosfera intima e delicata: quanto è difficile trovare le parole giuste per descrivere una sensazione alle volte sfuggevole come quella di un sogno appena fatto?

Sì, è davvero difficile trovare le parole giuste per descrivere sensazioni così leggere e sfuggenti, come quelle di un sogno appena fatto. I sogni non hanno confini chiari: sono fatti di emozioni, immagini confuse, ricordi che si mescolano. Ma proprio per questo, scrivere una canzone diventa qualcosa di speciale: è un modo per dare forma a ciò che non si riesce a dire a voce. Con “Satelliti” ho trovato un’immagine poetica e delicata che parla di distanza, di nostalgia, ma anche di bellezza. E quando le parole arrivano da dentro, anche le sensazioni più invisibili diventano vere.

Come mai hai scelto i “satelliti” per rappresentare i protagonisti del brano?

Ho scelto l’immagine dei satelliti perché rappresenta perfettamente il tipo di legame di cui parla il brano: due anime che si muovono una intorno all’altra, vicine ma mai davvero in contatto, come in un’orbita silenziosa. I satelliti si sfiorano, si seguono, si inseguono… ma restano sempre a distanza. Mi sembrava una metafora dolce e malinconica per raccontare un amore che c’è stato, ma che non riesce più a trovare un punto d’incontro. Come un sogno che torna, ma non si riesce mai ad afferrare del tutto.

Quali sono le tue fonti di ispirazione musicale? C’è una band/artista in particolare che ti ha sollecitata ad intraprendere la carriera nel mondo della musica?

La mia fonte di ispirazione non è riscontrabile in un singolo artista, ma all’interno del cantautorato italiano. Artisti come Dalla, Guccini e De Andrè.

Qual è la parte del cantautorato che ami di più?

Quello che amo di più del cantautorato è la verità che può contenere una canzone. Mi affascina il fatto che, in poche parole e qualche accordo, si possa raccontare qualcosa di profondissimo. Mi piace cercare l’essenziale, quel dettaglio, quella frase che magari nasce da qualcosa di mio, ma riesce a parlare anche a chi ascolta. È una forma di intimità condivisa, quasi un dialogo silenzioso tra chi scrive e chi si riconosce in quelle parole. E poi c’è la magia della musica: prende l’emozione e la fa vibrare. Non serve spiegare tutto, a volte basta una melodia e una frase giusta per sentirsi compresi.

Hai in programma delle date estive per promuovere il tuo nuovo lavoro?

Si assolutamente, dopo il 27 giugno che uscirà l’EP ho intenzione di fare varie date per promuoverlo!

L’intervista con Giulia Museo ci racconta non solo del singolo “Satelliti” ma anche di una cantautrice promettente e talentuosa che ha quindi in programma interessanti progetti per il futuro.

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