In questa intervista, Gretel, cantautrice della nuova scena pop italiana, racconta il suo nuovo singolo “Scusami”, in uscita il 30 Maggio. Con questo suo nuovo lavoro Gretel ha deciso di affrontare una tematica molto delicata ed attuale ovvero la violenza psicologica sulle donne e le relazioni tossiche che ne scaturiscono. Nell’intervista la cantautrice spiega come lei veda la musica come un mezzo per fare sentire meno sole le donne che troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni, si trovano intrappolate nella solitudine delle loro esperienze, ma non solo: la musica pop può affrontare temi delicati come questi e anzi può essere il mezzo per sollecitare chi è in una situazione difficile a chiedere aiuto. Ecco come Gretel spiega in quest’intervista il lavoro fatto per il suo nuovo singolo “Scusami”:
Solitudine e “paura di cadere”, ma anche “le 2 del mattino” sono elementi che indicano lo stato di alienazione che purtroppo molte donne oggi vivono. C’è stato un momento/caso in particolare che ti ha spinto a scrivere questo brano?
Sì, la canzone “Scusami” è nata da una riflessione molto personale ma anche purtroppo collettiva. Non c’è stato un singolo episodio scatenante, ma piuttosto un accumulo di storie vere — ascoltate da amiche, conoscenti, lette tra i commenti online o nei messaggi privati — che parlano tutte di una stessa sensazione: quella di sentirsi intrappolate in una relazione in cui l’amore diventa controllo, manipolazione, e alla fine solitudine. La frase “paura di cadere” rappresenta proprio quel filo sottile tra la forza di andarsene e la paura di non farcela da sole. Le “2 del mattino” invece sono quell’orario simbolico in cui i pensieri fanno più rumore, quando si è sveglie mentre il mondo dorme, a cercare di capire cosa sia successo alla propria identità. “Scusami” è il grido silenzioso di chi ha finito per chiedere scusa per essere semplicemente sé stessa. Ed è anche un modo per dire: basta. Perché non dobbiamo più sentirci sole o sbagliate.
Quando hai scritto il brano hai pensato a qualche obiettivo in particolare da voler raggiungere?
Assolutamente sì. Quando ho scritto “Scusami”, avevo un obiettivo ben chiaro: dare voce a chi spesso non riesce a parlare. Volevo che la canzone diventasse uno specchio in cui molte donne potessero riconoscersi, anche solo per un attimo, e sentirsi meno sole. Ma soprattutto volevo che chi l’ascolta possa avere una scossa emotiva — che sia una presa di coscienza, un campanello d’allarme o semplicemente uno spazio per lasciar andare un dolore taciuto troppo a lungo. Un altro obiettivo importante era quello di mostrare che anche nel pop si può affrontare un tema delicato come la violenza psicologica, senza essere pesanti ma senza nemmeno edulcorarlo. La musica ha una responsabilità, e con “Scusami” ho cercato di usarla con sincerità. Se anche solo una persona, ascoltandola, si sentirà capita o troverà il coraggio di chiedere aiuto, allora il brano avrà già fatto il suo dovere.
Credi che la musica possa contribuire in qualche modo alla sensibilizzazione verso questa problematica o è solo un mezzo di distrazione positiva?
Credo profondamente che la musica possa — e debba — contribuire alla sensibilizzazione, soprattutto su temi come la violenza psicologica. Non è solo un mezzo di evasione o distrazione: è uno strumento potentissimo per accendere coscienze, far riflettere, creare empatia. La musica ha la capacità unica di arrivare dove spesso le parole da sole non bastano. Quando ascolti un brano che parla esattamente di quello che stai vivendo, ti senti meno invisibile. E se invece non hai mai vissuto quella situazione, puoi comunque entrare emotivamente in una realtà che prima ignoravi o sottovalutavi. Questo è il primo passo per cambiare le cose. Con “Scusami”, non volevo semplicemente raccontare una storia, ma anche rompere quel silenzio che spesso circonda le relazioni tossiche. Se una canzone riesce a far partire una conversazione, a scuotere una coscienza o a far dire “anche a me succede”, allora non è solo arte: è azione. E per me, oggi più che mai, la musica deve avere anche questo .
C’è qualche autore/band italiano e non che ti ha ispirato particolare per la scrittura della tua musica?
Sì, assolutamente. Le mie influenze arrivano sia dalla scena italiana che da quella internazionale, e sono tutte accomunate da una cosa: l’urgenza emotiva, quella sincerità che ti fa sentire il brano quasi scritto sulla pelle. Sì, assolutamente. Uno degli artisti che mi ha ispirata è Olly: mi piace la sua capacità di fondere leggerezza e profondità, con testi che arrivano diretti e un sound sempre molto curato ma autentico. Riesce a parlare di emozioni vere, senza filtri, e questa cosa mi ha colpita molto, anche per come si pone come persona oltre che come artista. Poi ascolto tantissima musica emergente come me — su Spotify, TikTok, ai live. Credo che la scena indipendente oggi sia ricchissima di talento e verità. Mi ispira molto vedere persone giovani che raccontano senza paura la propria storia, anche quando è scomoda o dolorosa. È un confronto continuo, che mi spinge a crescere e a trovare ogni volta nuove parole per raccontare me stessa. Per me l’ispirazione arriva soprattutto da chi riesce ad essere sincero nella musica. E spesso, questa verità, la trovo proprio in chi è all’inizio del percorso, come me.
Quali sono i progetti promozionali per il tuo nuovo lavoro? Hai già previsto spettacoli live?
Sì! Con “Scusami” sto cercando di costruire qualcosa che vada oltre la semplice uscita del brano. Voglio che chi l’ascolta senta che c’è una storia vera dietro — e che magari si senta meno solo o capita. A livello promozionale sto lavorando a una mini campagna social che unisce musica, immagini e parole: sto pubblicando contenuti che toccano i temi della canzone, ma anche piccole parti di testo, storytelling visivo e video che mostrano la parte più autentica del progetto. Non mi interessa “spingere” il brano, ma farlo arrivare a chi ha bisogno di sentirlo. Sto anche programmando alcuni live acustici, in piccoli spazi dove si può creare un contatto vero con il pubblico. Voglio portare “Scusami” in contesti intimi, dove la voce e le parole possono davvero lasciare qualcosa. E poi sto cercando di collaborare con altri artisti emergenti — per me è importantissimo restare connessa a chi sta affrontando un percorso simile al mio. La condivisione è parte fondamentale di questo progetto. Insomma: sto piantando semi. Non ho fretta, ma voglio che ogni cosa che faccio sia vera.
Le parole di Gretel in quest’intervista chiariscono come il suono singolo “Scusami” voglia poter dare un contributo ad una questione che è tristemente attuale ed ha un importante peso sociale.
Il singolo “Scusami” di Gretel, come specificato dall’Ufficio Stampa a seguito di quest’intervista, sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 30 Maggio, accompagnato da un video ufficiale che approfondisce il racconto emotivo del brano.
Fonte immagine: Ufficio Stampa