Rap e filosofia sembrano mondi lontani, ma le rime di Rancore li fanno coesistere al meglio, alternando incastri tecnici e citazioni elevate.
Il rap che arriva al pubblico generalista è molto distante da questi standard virtuosi, con testi leggeri, volgari e superficiali, pregni di autocelebrazione. Tuttavia, gli appassionati di questo genere sanno bene che il rap non si ferma qui, con artisti che fanno della ricerca e della riflessione gli obiettivi principali della loro arte.
Le rime di Rancore: un percorso dal freestyle a Platone
Rancore fa il suo ingresso sulla scena sfruttando il linguaggio diretto del rap per sfogare la sua rabbia di adolescente, ma presto quest’immediatezza è diventata complessità. La creazione dell’alter-ego RINquore e la scrittura di testi ermetici sono l’antipasto dell’avvicinamento di Rancore al mondo della filosofia.
S.U.N.S.H.I.N.E
Con S.U.N.S.H.I.N.E (2015), Rancore intreccia il racconto del suo percorso artistico a un viaggio tra la religione e la filosofia, giocando sull’allegoria del Sole che può essere interpretato come un artista o come Dio. Questi otto minuti sono un modo per buttare fuori i dubbi in maniera inusuale, ripercorrendo secoli di concetti filosofici, nascosti tra le righe. Le tematiche sono molteplici: dall’infinito alla predestinazione, passando per la Grazia agostiniana, l’esistenzialismo di Sartre e la visione della morale di Nietzsche.
Tengo il respiro
Tengo il respiro (2015) fa parte dell’EP S.U.N.S.H.I.N.E. Anche in questo brano, il rapper romano utilizza nuovamente la filosofia per esprimersi. Una delle possibili interpretazioni di questo testo criptico rimanda all’amore tra uomo e donna. Il pezzo è una lezione di filosofia sul beat, con la prima strofa dedicata alla contrapposizione tra sofisti e socratici. Dalla seconda strofa in poi, il rimando all’amore si mostra in più forme, ma le principali sono quelle della Nottola di Minerva e della pietra filosofale. La nottola nella cultura dell’antica Roma (e prima della Grecia) era considerata un uccello sacro, legato alla dea della sapienza Minerva. Hegel scelse questo animale come metafora per descrivere il compito della filosofia, che non deve guidare la società, ma spiegarla. Questo è lo stesso ruolo che Rancore attribuisce alla sua amata, musa ispiratrice e portatrice della sapienza e delle proprietà della pietra filosofale.
Quando piove
Quando piove (2018) è uno storytelling ambientato in un futuro lontano, in cui gli uomini sono tornati ad abitare nelle foreste. Il narratore e protagonista della canzone sceglie di uscire dalla foresta e di porre lo sguardo verso l’alto, vedere il cielo, a costo di incombere nelle intemperie. Purtroppo, sa bene che la civiltà che conosceva prima non lo accetterà più. Questo racconto non è altro che una trasposizione in un futuro distopico del mito della caverna di Platone, con la foresta che rappresenta la caverna e le foglie degli alberi che rappresentano un cielo fittizio simile alle ombre proiettate sul muro della caverna. In un’intervista, Rancore ha raccontato che oltre al rimando filosofico, l’obiettivo era quello di spiegare la sensazione di quando nella vita ci si sente incompresi dopo aver proposto delle idee nuove.
Federico
Federico (2022) è un brano tratto dall’album Xenoverso. Se all’apparenza questa canzone può sembrare un modo di spezzare il tono serio e l’estrema complessità dell’album, in realtà cela un significato più profondo. L’artista romano trae ispirazione dallo sketch della partita di calcio tra filosofi greci e tedeschi del gruppo comico Monty Python, reinterpretandolo in chiave splatter con i filosofi che diventano zombie. Il misterioso Federico – che nella canzone osserva le malefatte di Rancore – non è altro che Friedrich Wilhelm Nietzsche, citato nel ritornello e indirettamente in alcuni versi. Il risveglio degli altri pensatori è una metafora che allude all’universalità del pensiero, che continua a vivere anche dopo la morte.
Le rime di Rancore e non solo: come il rap italiano tratta la filosofia
Non solo Rancore; infatti, nella scena italiana ci sono rapper come En?gma e Mezzosangue che propongono nei loro pezzi un mix tra tecnica, musicalità e un’estrema attenzione ai contenuti veicolati al proprio pubblico, con riferimenti e allegorie tratte dal mondo filosofico. Brani come Il Simposio e Armonia e Caos, incarnano al meglio questa descrizione, spiegando che rap e filosofia non sono poi così distanti.
Fonte immagine in evidenza: pagina Facebook dell’artista