Creature quasi sempre malevole, spesso ritratte come donne anziane piene di rughe, dotate di poteri soprannaturali, le streghe rappresentano una delle figure folkloriche più diffuse nel mondo. In quest’articolo ne descriveremo quattro, con relative origini e città.
1. Janara
Partendo dal nostro Paese, la janara è la strega per eccellenza del folklore campano, originaria del beneventano e poi diffusasi in tutta la regione. Il termine janara dovrebbe provenire da Dianara, con il quale erano indicate le sacerdotesse della dea Diana. Tali streghe, paradossalmente nate nella notte di Natale, sono spose di Satana e, in quanto tali, non possono avere figli: per questo motivo invidiano i bambini e li uccidono mentre dormono, sedendosi sui loro corpi soffocandoli. Per tenerle lontane, si deve porre davanti la porta di casa (o della stanza in cui dorme un bambino) una scopa di miglio capovolta o un sacchetto di sale: così la janara sarà impegnata a contare le setole della scopa o i granelli di sale fino all’alba, costretta a scappare via allo spuntare del sole. Queste creature notturne amano infastidire i cavalli, realizzando dei nodi con le loro criniere; in alcune leggende, si spostano in groppa ai poveri equini, che volerebbero grazie ad un unguento creato dalle streghe stesse, e che spesso muoiono per lo sforzo a cui vengono sottoposti. Esiste, però, un modo per catturare una janara: basta riuscire ad afferrarle i capelli e, in seguito, la strega garantisce la protezione della famiglia per sette generazioni. Un trucco per riconoscere queste creature è andare alla messa di Natale: infatti, esse sono le ultime donne a lasciare la chiesa dopo la funzione religiosa, che assistono alla nascita di Gesù in un’ambigua contraddizione con la loro fedeltà al maligno.
2. Lechuza
Tra le streghe nel mondo è bene menzionare la Lechuza, figura del folklore messicano che ha l’abilità di trasformarsi in un grosso gufo, a volte dal volto umano. Ci sono diverse ipotesi circa le sue origini: alcuni dicono che fosse una guaritrice ingiustamente condannata a morte per stregoneria, altri sostengono si tratti dell’anima di una donna tradita dal marito quando era in vita o subito dopo la sua morte. Secondo la leggenda, la Lechuza agisce di notte, cacciando principalmente uomini ubriachi, che ha la capacità di uccidere soltanto sfiorandoli con le sue piume per poi portarli nel suo rifugio con lo scopo di cibarsene. Tale strega emette delle urla stridule, a volte simili a quelle di un bambino, e chiunque le ascolta sa che è destinato a morire. Se la Lechuza si lega a qualcuno, non smetterà di perseguitarlo: per evitare di cadere nelle grinfie di questa strega e mettere in salvo la propria vita, bisogna appendere fuori casa una corda con sette nodi o recitare una preghiera.
3. Matinta-Pereira
Matinta-Pereira è una strega del folklore brasiliano, più precisamente della regione nordorientale. Si tratta di una donna anziana che ha la capacità di trasformarsi, di notte, in un uccello del malaugurio, solitamente un barbagianni. Nelle tenebre Matinta-Pereira, sotto forma di uccello, si reca sui tetti delle abitazioni, emettendo fischi acuti tali da disturbare il sonno. A questo punto, una delle persone che vivono nella casa presa di mira dalla strega, deve promettere di offrirle degli omaggi, generalmente tabacco, ma anche caffè o cachaça (liquore distillato tipico del Brasile). Il mattino seguente la strega, sotto le vesti di un’anziana signora, busserà alla porta di casa per riscuotere l’offerta promessa la notte precedente: se non le verrà consegnato nulla, allora la strega lancerà una maledizione sulla casa e coloro che vi vivono, provocando malattie e morte. Si dice che la trasformazione in Matinta-Pereira sia ereditaria, pertanto passa di madre in figlia. Se la strega non dovesse avere figlie, in punto di morte si recherà nella foresta ed attenderà il passaggio di una donna, alla quale porrà la domanda «Chi vuole?»; se la risposta sarà «Io voglio», allora sarà lei la nuova Matinta-Pereira a partire dalla stessa notte. Per catturare la strega bisogna sotterrare un paio di forbici aperte nel luogo in cui si è certi che lei passerà; dovranno inoltre essere lì presenti anche una chiave e un rosario. Poi si deve pulire il posto in cui è stata intrappolata la creatura con una scopa mai usata in precedenza, affinché Matinta non torni ad infastidire più quella casa.
4. Shtriga
La shtriga è una strega-vampiro, un tipo di streghe molto diffuse nel mondo africano. Tuttavia, non ha nulla a che fare con l’Africa: essa fa parte del folklore albanese ed è spesso identificata con una donna anziana dagli occhi opachi e dal volto sfigurato, che indossa un mantello nero. È nota per succhiare il sangue dei bambini mentre dormono, per poi trasformarsi in un insetto e scomparire. Una volta privati del sangue, i bambini si ammalano e possono anche morire: solo la strega responsabile del maleficio può curarli, sputando nelle loro bocche. Esistono diversi metodi per sconfiggere le shtriga: secondo una credenza, la loro morte può avvenire soltanto se colpite da un proiettile di ferro mentre si stanno nutrendo; altri racconti dicono che, se la domenica di Pasqua si colloca una croce realizzata con ossa di maiale davanti ad una chiesa, una volta terminata la funzione le shtriga che si trovano all’interno non saranno in grado di uscire e potranno essere uccise. Dopo aver succhiato il sangue dalle loro vittime, esso viene rigurgitato dalle streghe: se si getta nella pozza di sangue una moneta avvolta in un panno, si otterrà un potente amuleto in grado di proteggere contro qualsiasi shtriga. La tradizione musulmana afferma che per uccidere queste creature, tra l’altro responsabili del malocchio, è necessario recitare degli specifici versetti del Corano e poi sputare loro dell’acqua addosso.
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Ecco qui quattro streghe, più o meno conosciute nel mondo, che pur appartenendo al folklore di Paesi diversi, anche molto lontani tra loro, presentano alcune similitudini (come la repulsione per l’elemento religioso) oltre a numerose differenze circoscritte all’ambito culturale in cui si è originata la loro leggenda.
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