Arca: il supermarket a Napoli dove non serve denaro

Arca: il supermarket a Napoli dove non serve denaro

Arca – l’emporio della solidarietà” è il primo supermercato a Napoli dove è possibile fare la spesa senza utilizzare denaro. Il meccanismo di acquisto avviene attraverso una “speciale” tessera punti che, direttamente alla cassa, converte la spesa in ore di volontariato da praticare presso i servizi sociali.

Il supermarket si trova nella zona flegrea, tra Bacoli e Monte di Procida.

Il progetto, unico in tutta la Regione Campania, non è riceve finanziamenti pubblici ma è stato realizzato su iniziativa dell’associazione “La Casetta Onlus” e la “Fondazione Progetto Arca” di Milano, oltre che con il supporto di tante attività commerciali napoletane.

Sono quaranta le famiglie indicate dai servizi sociali dei due Comuni flegrei che, in condizioni di indigenza, beneficiano del progetto.

Il progetto “Arca – emporio della solidarietà” ha un significato molto forte di fronte ai numeri che riguardano la povertà in Italia: oltre un milione e mezzo di famiglie vivono in una situazione di bisogno assoluta, per un totale di 4,5 milioni di persone, il numero più alto dal 2005 ad oggi. E, come spesso accade, le situazioni di disagio sono concentrate nel Mezzogiorno, dove si trova il 45,3% di persone bisognose di tutto il totale nazionale.

«Secondo il rapporto 2016 su “Povertà ed esclusione” pubblicato dalla Caritas – spiega Anna Gilda Gallo, presidente della Onlus flegrea – in Italia 1 milione e 582mila famiglie vivono in povertà assoluta. Non si tratta di un disagio economico, ma della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quei beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Dal 2007 la percentuale di persone povere è più che raddoppiata passando al 7,6%

«A Milano, a Roma, a Napoli, e speriamo anche in altre città italiane, il progetto Arca vuole essere presente per aiutare le famiglie in difficoltà, che hanno il bisogno e il diritto di riprendersi e ricominciare a vivere – commenta Laura Nurzia, vicepresidente della Fondazione – Aiutare per noi significa, innanzitutto, soddisfare i bisogni primari attraverso beni semplici proprio come quelli alimentari ma significa anche guardare oltre l’assistenza, credendo in un futuro di autonomia e integrazione sociale per tutti. Questo è il valore imprescindibile della dignità della persona».

«Una delle novità che abbiamo voluto introdurre – conclude Mariano Boccia dell’associazione “La Casetta” – è la possibilità per i clienti di ricambiare il servizio ricevuto tramite ore di volontariato da prestare secondo le proprie possibilità, competenze e predisposizioni. Non più, quindi, un semplice dono, ma una nuova dimensione di scambio che gratifica la persona».

Anche nel resto del Paese si stanno diffondendo i market in cui non serve denaro per fare la spesa. A Rimini, l”Emporio Rimini” è parte del “Protocollo d’intesa per la lotta allo spreco alimentare” e viene definito come un luogo dove il concetto di “aiutare” è il fattore chiave. A Moderna, invece, si trova l'”Emporio Portobello“, in cui sono attivati servizi di prima consulenza legale e di sostegno per le famiglie che necessitano di aiuto in seguito a problemi legati al lavoro. Infine, l’associazione “Terza Settimana” ha aperto ben quattro social market in Italia tra Torino e Milano, con l’obiettivo di dare ai più bisognosi un paniere di prodotti a prezzi calmierati.

 

Foto in evidenza: http://www.italiachecambia.org/2016/12/apre-napoli-supermercato-senza-soldi/

A proposito di Maria Laura Amendola

Nata a Potenza il 28 giugno 1993, madre australiana e papà Irpino. Impegnata, per diversi anni, in organizzazioni a carattere sociale e culturale, ho prediletto come ambito il femminismo e le battaglie contro le disuguaglianze di genere. Nel 2021, è nata la mia prima opera letteraria, "Una donna fragile", Guida Editori.

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