“Il bello è ovunque: un eterno sì del mondo”.
È questo l’aforisma di Johann Wolfgang von Goethe che meglio riassume l’atmosfera di Sulle tracce di Goethe: l’elogio della natura, prima tappa del ciclo Cronache Enogastronomiche del Grand Tour, svoltasi il 6 novembre all’Archivio Storico di Napoli.
L’evento ha seguito idealmente le orme del poeta tedesco, ripercorrendo il suo sguardo meravigliato sul mondo e trasformandolo in un’esperienza multisensoriale. Così, tra profumi, racconti e calici, cultura e piacere dei sensi si sono intrecciati in un racconto corale, in un inno alla vita e alla sua inesauribile capacità di stupire.
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L’Archivio Storico: dove la storia prende vita
L’Archivio Storico accoglie i suoi clienti in un’atmosfera d’altri tempi. Dietro un grande quadro che funge da porta scorrevole, si apre un caveau ispirato alla Napoli dei Borbone. Qui, tra lampadari neri e cornici dorate, le pareti raccontano i primati e le memorie del Regno delle Due Sicilie, insieme alle storie di emigranti meridionali diventati celebri nel mondo.
Questo luogo, sito a pochi metri da piazza Vanvitelli, è la creatura di Luca Iannuzzi, imprenditore visionario, founder del Nabilah Group e proprietario del locale, che ama definirlo “il mio secondo figlio”. La sua passione per la storia ha trovato un riconoscimento speciale quando Carlo di Borbone, colpito dal progetto, gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Merito dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e una medaglia al valore civile. Un legame, quello tra Iannuzzi e il Principe, che si è consolidato nel tempo, fino alla scelta di celebrare proprio qui i 25 anni di matrimonio della Casa Reale.

Il Grand Tour: meraviglia, sapori e commistione
L’iniziativa rappresenta la naturale evoluzione della filosofia di Luca Iannuzzi, che da anni trasforma i suoi locali in luoghi dove la cultura incontra il gusto. Dopo il successo di Storie da bere — la rassegna ospitata presso ScottoJonno, nella suggestiva Galleria Principe di Napoli — l’imprenditore ha proseguito questo percorso all’Archivio Storico, dando vita a una nuova tappa del suo racconto di Napoli.
Un fil rouge sottile ma potente unisce i suoi progetti in un’unica visione: raccontare una Napoli raffinata, colta e cosmopolita, capace di rinnovarsi senza mai smarrire la propria anima più verace.
Nasce così il ciclo Cronache Enogastronomiche del Grand Tour, pensato per rievocare quel viaggio di formazione che per secoli condusse i giovani aristocratici europei alla scoperta dell’Italia. In quel lungo cammino, sapori, culture e tradizioni si intrecciavano, dando vita a un linguaggio comune fondato sull’emozione, la scoperta e la condivisione. Una vera e propria commistione culturale e gastronomica.
“Il Grand Tour portava e scambiava concetti, anche culinari,” spiega Iannuzzi. “Si mischiavano prodotti, ricette, idee. Era un modo per fare commistione.”
La prima serata ha tratto ispirazione dal viaggio di Johann Wolfgang von Goethe, che nel suo Viaggio in Italia rimase profondamente affascinato dalla bella Partenope: una città dove, più che altrove, sapori e culture diverse si incontravano con naturale armonia. Da quell’incredile avventura nacque la celebre espressione “Vedi Napoli e poi muori”, sintesi perfetta di quel senso di meraviglia provato. L’evento ha voluto riaccendere nei presenti quella stessa emozione, accompagnandoli in un viaggio sensoriale fatto di sapori, culture e aneddoti.

La cultura nel piatto e nel bicchiere
Tradurre quella complessa eredità in un’esperienza gastronomica contemporanea è stato il compito dello chef Emanuele Esposito. Il suo menù ha saputo intrecciare tradizione e contaminazione in un dialogo continuo: dalla bruschetta con polpettina di alici Il mare a corte, alla mesca francesca con patate e totani, fino alla patata del Grand Tour, cotta sotto cenere con hummus e chimichurri, simbolo dell’incontro con l’esotico. A chiudere, la nera di Capri, raffinata rivisitazione della classica torta al cioccolato.

Accanto alla proposta gastronomica, anche il cocktail realizzato dal bartender Antonio La Pietra ha seguito la stessa filosofia di contaminazione e ricerca. Il suo mix, decisamente audace, di gin “lavato” all’olio d’oliva, cordiale di lampone e cacao, e crema di mezcal ha creato un perfetto equilibrio tra note acide, dolci e affumicate. Il drink è stato ideato dal bartender gourmet Mirko Lamagna, e accompagnato da una selezione di vini campani — in particolare la Falanghina dei Campi Flegrei — scelta per valorizzare la tradizione enologica borbonica e la ricchezza vulcanica del territorio.

| Componente dell’esperienza | Traduzione sensoriale |
|---|---|
| Ispirazione storica | Il viaggio in Italia di j. W. Von Goethe e il suo elogio della natura. |
| Piatto simbolo | La patata del grand tour: un prodotto locale (la patata) incontra sapori esotici (hummus e chimichurri). |
| Cocktail a tema | Mix di gin all’olio d’oliva, lampone e mezcal per rappresentare la fusione tra mediterraneo e mondo. |
| Concetto chiave | La commistione: l’incontro di culture e sapori come motore di arricchimento, ieri come oggi. |
Il viaggio continua
Sulle tracce di Goethe: l’elogio della natura è soltanto la prima tappa di una kermesse che continuerà nei prossimi mesi e che avrà come filo conduttore il piacere del buon cibo, la curiosità e il racconto. Ogni nuovo appuntamento accoglierà ospiti illustri, storie e aneddoti, offrendo al pubblico un’esperienza di volta in volta diversa.
Il prossimo appuntamento, dal titolo La festa del Regno: i banchetti natalizi alla Reggia, si terrà giovedì 18 dicembre, e sarà dedicato ai sontuosi banchetti della corte borbonica, tra piatti storici, racconti e musica d’epoca.
Un’esperienza da vivere con tutti i sensi, resa possibile anche grazie al lavoro di Maria Consiglia Izzo e Grazia Guarino, ufficio stampa dell’Archivio Storico, che con passione e professionalità accompagnano la diffusione di un progetto, questo, in cui cultura, storia e gusto si fondono in un’unica, elegante narrazione.
Fonte immagini: archivio personale

