La mostra Frontiere nasce dall’incontro tra Maurizio Vitiello, sociologo e critico d’arte e Roberto Sanchez artista napoletano e presidente del Museo Minimo di Fuorigrotta. La mostra, visibile dal 26 settembre al 30 novembre 2025, riunisce un gruppo eterogeneo e vasto di artisti – tra cui Luciano Basagni, Beatriz Cárdenas, Maria Pia Daidone, Annamaria De Vito, Natallia Gillo Piatrova Parmegiani, Mario La Carruba, Franca Lanni, Emanuela Loscanna, Mauro Molinari, Girolamo Mulinaro, Pietro Nino, Viviana Pallotta, Maria Carmen Salis, Roberto Sanchez e Rino Vellecchio – chiamati a esplorare il concetto di frontiera nelle sue molteplici e stratificate declinazioni.
Al Museo Minimo un percorso espositivo che indaga i limiti e le possibilità del nostro tempo

Maurizio Vitiello, sociologo e critico d’arte napoletano, da oltre cinquant’anni esplora e racconta il mondo delle arti visive contemporanee. Fin dagli anni Sessanta è stato protagonista e osservatore del vivace ambiente artistico e creativo partenopeo, collaborando con riviste e quotidiani, curando mostre monografiche e collettive in tutta Italia. Fondatore del Gruppo Dimensione Arte e del Gruppo 95, oggi coordina il Sodalizio Penna e Carta e insegna Sociologia e critica delle arti visive contemporanee presso la Fondazione Humaniter di Napoli.
La sua attività, che unisce ricerca, scrittura e divulgazione ha dato vita ad un percorso espositivo si propone di indagare i limiti e le possibilità insite nel nostro tempo, dilaniato da fratture storiche e sociali, ma anche da tensioni più intime e personali, quasi “invisibili” agli occhi della società.
È questo il caso dell’opera di Franca Lanni dal titolo Mascafobia, rielaborazione di un’immagine digitale e basata su un modello di AI generativa. Il pagliaccio generato dall’intelligenza artificiale, diventa il simbolo di un conflitto interiore, in un richiamo all’alterità e alle dipendenze che ci imprigionano. Come l’artista ci spiega, il suo lavoro con le comunità di ragazzi affetti dalla sindrome dell’Hikikomori a Milano, ha spinto la sua ricerca artistica ad affrontare il rapporto complesso tra isolamento, corpo e società.
Frontiere: una narrazione a più voci

Dalle tensioni interiori dell’opera di Franca Lanni si passa a colori pieni e geometrie nette come quelli messi di Al di là del limite opera di Annamaria De Vito. Un acrilico su tela che, abitato da archi ed aperture che si intrecciano con grate e alte mura, restituisce una duplice idea di frontiera: ostacolo da superare e possibilità di attraversamento al contempo. A prevalere, come sottolinea la stessa artista, è l’emozione che emerge dalle figure e dai cromatismi rappresentati.
Un’emozione che trova il suo contrappunto nell’astrattismo progressivo di Roberto Sanchez, le cui composizioni accompagnano l’osservatore in un percorso più rarefatto e meditativo. Protagonista della scena artistica napoletana dagli anni Settanta, è in mostra con Congiunzioni, un acrilico e pastello su tela e legno, in cui la sua ricerca unisce rigore formale e forza emotiva.
Le opere risuonano in modo singolare all’interno del Museo Minimo, uno spazio espositivo ricavato ed unico nel suo genere, ospitato nella sala d’attesa di uno studio medico in Via detta San Vincenzo 3. Il Museo è un luogo raccolto che amplifica il dialogo tra le tele e il visitatore, offrendogli un’esperienza culturale e artistica in un luogo fuori dall’ordinaria aspettativa.
In concomitanza con la collettiva, il 27 e 28 settembre al Museo Minimo sarà proiettato Architettura e relazioni, che esplora il dialogo tra architettura e scenografia, indagando la costruzione di ambienti attraverso un suggestivo rendering analogico. La mostra Frontiere, visibile dal 26 settembre al 30 novembre, al Museo Minimo è un’occasione per lasciarsi ispirare da visioni, forme e riflessioni che intrecciano arti visive, spazio e pensiero critico.
Foto di copertina: archivio personale
Un grazie di cuore a Letizia De Mase per il bell’articolo a nome mio, del curatore Maurizio Vitiello e dell’ Associazione. Roberto Sanchez