I 3 quadri astratti più belli: arte in pillole

I quadri astratti fanno capo al movimento artistico dell’Espressionismo astratto. Arshile Gorky spiegò, infatti che, “l’arte astratta permette all’uomo di vedere con la mente ciò che non può vedere fisicamente con gli occhi“. Più precisamente, la pittura astratta non vuole rappresentare la realtà, bensì vuole utilizzare linee, punti e combinazioni di colori per esprimere concetti e messaggi.

Siccome l’immagine è irriconoscibile, ponendosi di fronte al quadro astratto si riesce a percepire ciò che l’artista voleva esprimere, anche se spesso è necessaria una spiegazione per poter comprendere pienamente l’opera. L’arte astratta deve espletare la missione di tarsmettere il messaggio e l’anima dell’artista.

Quadri astratti: Kandinsky, il pioniere

L’astrattismo cela le proprie radici nel Simbolismo, nel cosiddetto Fauvismo e nel Cubismo, movimenti artistici che hanno lasciato un marchio indelebile nella storia.  S e dovessimo indicare il pioniere dell’astrattismo il nome da citare è indubbiamente quello di Wassily Kandisky, pittore russo, naturalizzato francese. Dopo una formazione scolastica che avrebbe dovuto condurlo alla carriera giuridica, il giovane Kandinsky conobbe la musica e iniziò a suonare il violoncello e il pianoforte. Nel 1910 spiega, in un manifesto intitolato “Lo spirituale nell’arte“, la propria concezione dell’arte: egli pone l’accento sull’antinaturalismo e l’astrattismo ripresi dal modello musicale, il quale non cerca di imitare fedelmente il fenomeno naturale, ma va indagando l’aspetto recondito e interiore del mondo che ci circonda.

Autore della prima opera riconosciuta come quadro astratto, un acquerello del 1910, Kandinsky suddivise le opere in tre principali categorie: Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni. Queste ultime erano considerate dal pittore le più importanti, poiché in grado di unire l’immaginazione all’intuizione, entrambi connessi alla sfera razionale. Di seguito, analizzeremo una breve carrellata dei suoi più celebri quadri astratti:

Quadri astratti: Composizione VI

Appartenente alla collezione dell’Ermitage di San Pietroburgo, Composizione VI è un dipinto olio su tela del 1913, che  ci travolge con una vera e propria esplosione di colori e forme, liberati da ogni tipo di raffigurazione oggettiva e razionale. Osservando i disegni preparatori, si evince che Composizione VI sarebbe dedicata al tema della catastrofe , e in particolare, dell’Apocalisse, tema particolarmente analizzato dall’artista. Il punto di partenza fu il quadro sul Diluvio Universale di appena un anno prima, poi andato perduto, che aveva ancora elementi figurativi riconoscibili e narrativi, come animali, piante, lampi  e pioggia. Questo quadro viene poi trasformato in “un’essenza interiore puramente pittorica, autonoma e oggettiva”. Dai due centri principali del dipinto, costituiti dalle rispettive combinazioni di colore, rosa e rosso-azzurro, ne esiste un terzo al centro che determina il suono interiore al quadro astratto, dove i colori rosa e bianco sembrano galleggiare sulla tela.

Improvvisazione 26:

Tra il 1909 e il 1914, Kandinsky creò ben 35 improvvisazioni, ovvero opere che dovevano visualizzare tutte quelle sensazioni prodotte dalla propria natura interiore. Le linee spirituali vengono riportate sulla tela sottoforma di linee e colori, che si liberano in un’astrazione assoluta. Il quadro astratto, olio su tela, esposto a Monaco è una delle Improvvisazioni più conosciute. I quadri astratti, mediante l’utilizzo dei colori, esprimono significati simboli ed evocativi: la pittura deve solletucare i sensi, proprio come la musica, secondo Kandinsky.  Anche se alcune forme possono essere ricondotte a figure riconoscibili, ad esempio la macchia rossa simboleggia un uomo, la tecnica dell’artista vuole rappresentare una serie di emozioni attraverso l’uso della composizione.

Fonte dell’immagine di copertina: Wikipedia 

https://it.wikipedia.org/wiki/Improvvisazione_XXVI_(Remi)#/media/File:Wassily_Kandinsky_-_Improvisation_26_(Rudern)_-_GMS_66_-_Lenbachhaus.jpg

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