La Chiesa dell’arte della seta dei SS. Filippo e Giacomo

Chiesa dell'arte della seta

Attraversando le affollate vie di Spaccanapoli, frastornato da mille colori e mille voci, lo sguardo si posa di luogo in luogo fino a toccare, attirato dal suo sommesso luccichio, uno dei tanti gioielli che ornano questi vicoli, ovvero la Chiesa dell’arte della seta dei Santi Filippo e Giacomo. Insieme con altri complessi religiosi come ad esempio la Basilica della pietà dei Turchini in via Medina la Chiesa dell’arte della seta dei Santi Filippo e Giacomo costituisce parte di quel patrimonio nascosto e a lungo dimenticato che risiede a Napoli alla luce del sole. Per questo, l’opera dell’associazione Respiriamo Arte è di pregevole interesse in quanto, dal 2015, si occupa di mantenere vivo l’interesse verso questo splendido complesso, di cui alcune aree erano in pieno abbandono e chiuse al pubblico da trent’anni.

Respiriamo Arte nella Chiesa dell’arte della seta

L’azione dell’associazione è fondata sul concetto di recupero e di valorizzazione di quella parte del patrimonio storico e artistico napoletano che versa in condizioni di abbandono. In questo modo Respiriamo Arte si è impegnata a proporre al pubblico, in tutto il suo splendore, la Chiesa dell’arte della seta, reintegrandola nel circuito culturale volto alla diffusione del patrimonio architettonico e artistico napoletano. Il lavoro dei ragazzi di Respiriamo Arte ha reso accessibili nuovi ambienti del Complesso quali la sagrestia settecentesca, prima adibita a mero deposito; il cortile; e la parte sotterranea, da cui sono stati riportati alla luce alcuni reperti archeologici. Il tutto è valorizzato tramite l’organizzazione di visite guidate, tenute dagli stessi membri dell’associazione Respiriamo Arte, fondate su precisa basi documentarie e bibliografiche, a testimoniare proprio l’impegno dell’associazione e il valore storico della Chiesa dell’arte della seta dei Santi Filippo e Giacomo.

La Chiesa dell’arte della seta: un po’ di storia

La Chiesa dell’arte della seta nasce in seguito all’istituzione a Napoli della Corporazione dell’ Arte della seta nel 1477, dando così inizio alla ufficiale diffusione  dell’arte serica nel pieno Rinascimento napoletano. Questa Corporazione, a cui si deve la costruzione della chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, riunì in questo modo, sotto la sua egida, le numerose bellezze dell’arte serica meridionale. Arricchita di suggestioni barocche nel corso di tutto il secolo del Seicento, l’arte della seta è stata poi messa in secondo piano. Grazie all’attività di Respiriamo Arte, non solo la chiesa ha ripreso ad essere aperta al pubblico; ma  lo studio e lo scavo archeologico della giovane associazione ha permesso di riportare alla luce anche numerose testimonianze dell’alto livello dell’arte serica napoletana, un’arte che, seppur in precedenza dimenticata, resta sempre intrecciata nelle trame della cultura della città.

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A proposito di Salvatore Di Marzo

Salvatore Di Marzo, laureato con lode alla Federico II di Napoli, è docente di Lettere presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la rivista on-line Grado zero (2015-2016) ed è stato redattore presso Teatro.it (2016-2018). Coautore, insieme con Roberta Attanasio, di due sillogi poetiche ("Euritmie", 2015; "I mirti ai lauri sparsi", 2017), alcune poesie sono pubblicate su siti e riviste, tradotte in bielorusso, ucraino e russo. Ha pubblicato saggi e recensioni letterarie presso riviste accademiche e alcuni interventi in cataloghi di mostre. Per Eroica Fenice scrive di arte, di musica, di eventi e riflessioni di vario genere.

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