Da venerdì, 8 maggio, la Spot Home Gallery ospita nei suoi spazi, in via Toledo 66 a Napoli, la prima mostra antologica in Italia dedicata all’artista giapponese Miho Kajioka, dal titolo What did the mermaid tell you? L’esposizione offre un viaggio attraverso oltre dieci anni di ricerca artistica di una delle voci più poetiche e originali della fotografia contemporanea giapponese, proponendo una selezione di opere di Miho Kajioka che riflettono tutto il suo delicato e sensibile universo visivo.
“What did the mermaid tell you?”: opere e serie in mostra a Napoli
La mostra “What did the mermaid tell you?” presenta un racconto per immagini che si muove tra memoria e silenzio.
Il significato profondo delle opere di Miho Kajioka: da Fukushima ai Tanzaku
Tra i lavori esposti, oltre ad alcune opere inedite realizzate per l’occasione, troviamo serie significative come And do you still hear the peacocks?, nata in seguito al disastro di Fukushima: un’opera che, in silenzio, riflette sulla bellezza che può emergere dopo la tragedia. Seguono So it goes, una meditazione sulla memoria e sul tempo percepito come flusso non lineare, e i Tanzaku, frammenti visivi ispirati alle sottili strisce di carta verticali su cui, nella tradizione giapponese, si scrivono brevi poesie. Questi lavori dell’artista giapponese Miho Kajioka invitano a una profonda riflessione.
Il titolo della mostra di Miho Kajioka: un legame simbolico tra Napoli e il Giappone
Il titolo della mostra di Miho Kajioka a Napoli, What did the mermaid tell you?, nasce da una riflessione sul legame intimo e sorprendente tra Napoli e il Giappone: due luoghi distanti geograficamente, ma uniti dalla presenza del mare e dal fuoco dei vulcani, da mitologie comuni e creature leggendarie come le sirene, tra cui la stessa Partenope.
- Veduta della mostra
La figura della sirena come narratrice nell’arte di Miho Kajioka
In entrambe le culture, le forze della natura hanno forgiato immaginari condivisi, in cui realtà e leggenda si intrecciano. In questo scenario simbolico, la figura della sirena diventa guida e narratrice, conducendoci nel mondo poetico ed evocativo di Miho Kajioka, dove si fondono luce e ombra, visibile e invisibile, presenza e assenza. Forse ci svela la bellezza nascosta nella fragilità dell’esistenza, l’eleganza che risiede nell’imperfezione, la meraviglia discreta racchiusa nei gesti quotidiani. È in questa poetica sospesa che si muove l’arte di Miho Kajioka.
L’approccio fotografico di Miho Kajioka: tra pittura e sensibilità intuitiva
Nel suo lavoro, Miho Kajioka indaga il legame tra tempo, memoria e bellezza. Sebbene, come ha spiegato alla presentazione della mostra a Napoli, si definisca più pittrice che fotografa, l’artista utilizza la fotografia come strumento per dare forma in modo spontaneo e intuitivo alla propria sensibilità e catturare quei dettagli del quotidiano che la toccano profondamente.
Tecniche e materiali: frammenti visivi e stampe ai sali d’argento
Le sue immagini, spesso realizzate con stampa ai sali d’argento, si distinguono per i bordi irregolari e l’uso abbondante di spazi vuoti, evocando ricordi sbiaditi e lontani. Il tè o il caffè, usati per tonificare le stampe nella camera oscura, accentuano ulteriormente l’atmosfera rarefatta e malinconica delle sue opere fotografiche.
L’estetica di Miho Kajioka: tra assenza, memoria e resilienza
La poetica visiva di Kajioka affonda le radici nella cultura giapponese, ma è stata profondamente influenzata dalla distanza. A diciott’anni ha lasciato il Giappone per studiare arte negli Stati Uniti e in Canada. Solo da lontano ha iniziato a riscoprire la propria eredità culturale, sviluppando uno sguardo attento ai dettagli minimi, ai silenzi, agli spazi tra le cose.
La risposta artistica al trauma: il disastro del 2011
Molte delle sue opere sono nate in risposta a eventi traumatici, come il terremoto e lo tsunami del 2011 in Giappone. “Tre mesi dopo il disastro, mentre mi trovavo nella città costiera di Kamaishi — dove avevano perso la vita oltre 800 persone — vidi delle rose fiorire accanto a un edificio sventrato”, racconta l’artista. “Le rose che vidi a Kamaishi sbocciavano semplicemente perché il clima si era fatto più mite, ma quel gesto silenzioso e puro, compiuto in mezzo alla distruzione, mi colpì profondamente. Quel momento segnò il mio ritorno all’arte”. Nelle immagini di Miho Kajioka il dolore non è negato, ma trasformato in una riflessione visiva sulla bellezza dell’esistenza e sulla resilienza. La sua fotografia diventa così un mezzo per riconciliare perdita e grazia, memoria e presente. In ogni scatto, Miho Kajioka presenta un tempo fluido, in cui passato, presente e futuro si intrecciano in un’unica trama; non racconta, ma evoca; non illustra, ma suggerisce. Lasciatevi guidare dalla sirena nel mondo sospeso dell’artista giapponese Miho Kajioka. Un viaggio tra memoria, bellezza e silenzio vi aspetta alla Spot Home Gallery di Napoli, fino al 30 settembre 2025, dove ogni frammento visivo è un invito a contemplare, a sentire, a ricordare.
Fonte immagine: In evidenza (Spot Home Gallery) ; altre foto (archivio personale)