Il 27 novembre a Napoli, presso lo JUS Museum | Palazzo Calabritto, si è conclusa in trionfo la quarta edizione del Pluribus Multimedia Fest, il festival internazionale dedicato ai cortometraggi immersivi multi-screen, svelando i vincitori delle cinque categorie in concorso. Ideato e diretto dall’artista Annalaura di Luggo, l’evento si è avvalso della partecipazione straordinaria, in qualità di Presidente di edizione, di Stanley Isaacs, rinomato produttore e regista americano con una lunga carriera a Hollywood, che in occasione del festival ha tenuto una masterclass sul cinema americano martedì 25 novembre. Il festival si consolida come promotore d’arte, di cinema e tecnologia, offrendo un’esperienza inedita: grazie all’installazione principale – il grande cubo specchiante Pluribus – il pubblico è stato letteralmente avvolto nelle narrazioni audiovisive, trasformando gli spettatori in parte integrante delle opere premiate per il loro forte impatto sociale, le innovazioni digitali e il talento emergente.

La missione dell’evento e la giuria
«Il Pluribus Multimedia Fest non si limita a essere un concorso, ma rappresenta un vero crocevia di sperimentazione artistica e culturale», afferma la direttrice artistica Annalaura di Luggo. Questa è una prospettiva ambiziosa che promette di mostrare una visione condivisa attraverso il digitale e che ha ricevuto un importante sostegno, avvalendosi anche del supporto del Ministero della Cultura (Direzione Cinema e Audiovisivo). La “possibilità di osare” è una chiave fondamentale della mission, in onore della libertà e del privilegio di diffusione, per farsi bandiera dei fenomeni mondiali o delle realtà nascoste, dando voce a storie fin troppo mute. Coerentemente con questo impegno, la 4ª edizione del festival pone particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Infatti, adotta protocolli green in ogni fase organizzativa: dalla raccolta differenziata alla gestione responsabile degli spostamenti, fino alla scelta di una comunicazione interamente digitale, per ridurre al minimo l’utilizzo di carta e materiali stampati.
A giudicare la ricca selezione di opere candidate provenienti da tutto il mondo, grazie anche alla collaborazione con il partner asiatico SFILMMAKER, è stata una giuria di altissimo profilo internazionale. Presieduta da Di Luggo e dal Presidente di edizione Stanley Isaacs, era composta da figure di spicco come l’ex vice presidente Paramount Canada Greg Ferris, il produttore e distributore americano Jeff Franklin, l’art director Marcello Palminteri, e l’avv. Marianna Carroccio del WIFTMI. Presente in giuria anche l’avvocato Olindo Preziosi, il cui ruolo di promotore culturale e visionario è stato fondamentale per la nascita dello JUS Museum, lo spazio multifunzionale che ospita il festival in stretta collaborazione con la galleria d’arte e lo studio legale Olindo Preziosi & Partners.
Vincitori del Pluribus Multimedia Fest

La giuria internazionale ha selezionato cinque opere che, nel formato immersivo del cubo Pluribus, hanno saputo eccellere nell’esplorazione di nuove modalità narrative.
- Best Social Impact Award: il riconoscimento significativo è andato a Traces of responsability di Anja Reiss e Jann Anderegg (Svizzera). Il cortometraggio è stato unanime nel convincere la giuria per ”l’originale capacità di unire interattività e narrazione storica, offrendo un viaggio immersivo nella memoria e nella responsabilità collettiva”. Il film, della durata eccezionale di sette ore, si presenta infatti sotto forma di un road movie interattivo, che invita il pubblico a percorrere insieme un cammino attraverso le complesse origini e le conseguenze del genocidio contro i Tutsi del 1994 in Ruanda, lasciando agli spettatori la facoltà di decidere quale percorso seguire e quanto immergersi nella storia. A ritirare il premio è stato Joël Jent, co-produttore del film;
- Best New Media Award: ha trionfato l’italiano The prompt (La traccia) di Francesco Frisari. L’opera, le cui immagini sono interamente generate con l’Intelligenza Artificiale, riflette sulla pericolosità di questa tecnologia, basandosi sull’idea che abbiamo alimentato le AI con storie di ribellione e distruzione dell’umanità. L’apocalisse, così, si autoavvera mettendo in pratica gli stereotipi che le abbiamo insegnato. La giuria si è infatti espressa per “la capacità di trasformare l’idea della ribellione delle AI in una narrazione concisa e potente, riflettendo con originalità sul rapporto tra uomo e tecnologia”. A ritirare il premio è stato Marco Catani, Art Director del film, che ha voluto porre un quesito cruciale al pubblico: «Cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale mettesse in pratica tutto quello che le abbiamo insegnato?»;
- Best Music Video Award: la vittoria è andata a Bonasera Regina di Luca Turco e prodotto da Ilaria D’Uva (Italia). L’opera immagina un dialogo musicale nel Museo del Tesoro di San Gennaro, dedicato allo storico personaggio di Maria Teresa D’Asburgo Lorena che parla con San Gennaro, patrono della città partenopea. Questo legame profondo di Napoli con le sue iconografie è stato premiato perché, secondo la giuria, il video “rinnova con sensibilità il legame tra Napoli e il suo Patrono, trasformando musica e danza in un linguaggio capace di rendere il patrimonio storico un’esperienza artistica contemporanea perfettamente integrata nell’installazione Pluribus”;
- Best Young Talent Award: il premio, introdotto anche grazie al contributo della giornalista Alessandra Farro con l’obiettivo di dare spazio a nuove e giovani voci, è stato assegnato all’animazione The ocean’s fate in a fish tank di Nenzi Fiore (Italia). L’opera mette a confronto la meraviglia del mare e l’incubo tossico generato dall’uomo, sollevando un’amara riflessione sul futuro: a causa del problema ambientale, le future generazioni potrebbero non sapere cosa sia una balena, ridotta a qualcosa da poter solo immaginare. La motivazione della giuria è in linea con questi valori: “per l’efficacia con cui trasforma il linguaggio dell’animazione in uno strumento di denuncia immersiva offrendo un valido messaggio ambientale in linea con la mission del festival”;
- Best Audience Award: il premio, ritenuto di particolare rilievo emotivo, è andato a Il filo di Arianna, frutto di un incontro e della collaborazione tra Giuseppe Ciulla e Arianna Martini. L’opera, che si presenta nella forma innovativa di un podcast, è una commistione di storie di profughi, migranti, bambini e famiglie in fuga da guerre come quella in Siria, Iraq e Turchia, storie che, pur non facendo notizia, meritano di essere ascoltate. L’obiettivo è quello di utilizzare l’ascolto come gesto di consapevolezza, per raccontare l’umanità che resiste anche quando tutto sembra perduto, attraverso il simbolo del filo che funge da rete e connessione, che aiuta a ricucire e che ci permette di annodarci a realtà apparentemente lontane, solo perché i nostri occhi non le captano. Insieme a Ciulla, Arianna Martini ha ritirato il premio in rappresentanza e in onore della concretezza del progetto, di Support and Sustain Children, l’associazione di volontariato che porta aiuti concreti a bambini e famiglie vittime della guerra o della povertà estrema in aree di crisi come Turchia, Siria, Gaza e Madagascar. La giuria ha premiato l’opera per “la capacità di restituire dignità, umanità e speranza alle vite dei profughi”.

Il ruolo del Pluribus nel JUS Museum
La 4ª edizione del Pluribus Multimedia Fest dunque, si conferma come riferimento essenziale per i linguaggi digitali contemporanei, mantenendo la parola di Annalaura di Luggo, aprendo le porte alla sperimentazione e alle pluralità narrative. L’arte prima e la tecnologia poi sono forme potenti di comunicazione, un terreno fertile che chiama a sé la necessità di divulgare, di confrontare e, ancora, di comprendere esistenze infinite. Il Pluribus le ha fuse entrambe in un unico canale. L’installazione immersiva Pluribus, che ha ospitato l’evento presso lo JUS Museum | Palazzo Calabritto, è parte permanente dello spazio espositivo. Per chi volesse rivivere o scoprire l’esperienza unica, i cortometraggi vincitori resteranno visibili al pubblico anche nei giorni successivi.
Orari di visita e indicazioni utili per raggiungere la galleria d’arte sono disponibili sul sito ufficiale dello JUS Museum: www.jusmuseum.com
Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa

