21 aprile 753 a.C.: Romolo fonda la città di Roma

21 aprile 753 a.C.

Il 21 aprile 753 a.C. è divenuto celebre in tutto il mondo per essere il giorno a cui le fonti più accreditate (una su tutte Marco Terenzio Varrone) fanno risalire la nascita di Roma. Secondo la leggenda, 2776 anni fa,  Romolo avrebbe ucciso il fratello Remo, fondando la città di cui divenne il primo re. I due fratelli erano discendenti della stirpe reale di Alba Longa, che a sua volta discendeva da Ascanio, ovvero il figlio di Creusa e di Enea, l’eroe troiano che dopo la caduta di Troia giunse nel Lazio al culmine di un viaggio infinito (descritto da Omero nell’Eneide). 

Arrivato dopo diverse peripezie sulle sponde del fiume Tevere, Enea viene accolto dal re Latino che, vedendo in lui lo sposo straniero profetizzato dalle divinità, gli concede in sposa sua figlia Lavinia, nonostante fosse già promessa al re dei Rutuli, Turno. Inizia così la  guerra tra i Rutuli e i Troiani, nella quale questi ultimi trionferanno. Dopo la sfida a duello con Turno, Enea sposa Lavinia, dal cui matrimonio nascerà Ascanio, il fondatore della città di Alba Longa. Qui, stando alle parole di Tito Livio, regneranno i suoi discendenti per diverse generazioni (dal XII al VIII secolo a.C.). Tra questi, assume particolare rilievo il figlio, nonché erede legittimo del re Proca, Numitore, che viene spodestato dal fratello Amulio. Quest’ultimo costringe la nipote (figlia di Numitore) Rea Silvia a fare un voto di castità per impedirle di diventare madre di un possibile pretendente al trono. A questo punto, secondo la leggenda, interviene il dio Marte che si innamora della ragazza e la seduce, diventando genitori di due gemelli: Romolo e Remo. 

Il re Amulio di Alba Longa, venuto a conoscenza della nascita, ordina l’assassinio dei gemelli. A questo punto, però, il servo incaricato dell’omicidio si rifiuta e segretamente li abbandona lungo la riva del Tevere. La cesta in cui erano stati adagiati Romolo e Remo si arena presso la palude del Velabro, tra i colli del Palatino e del Campidoglio. Secondo la leggenda, i due gemelli vengono qui allattati da una lupa, attirata dal loro pianto. Diverse fonti hanno ipotizzato che l’animale fosse in realtà la loro madre adottiva. Nell’Antica Roma, infatti, era solito chiamare le prostitute lupae (da cui poi l’italiano lupanari). Un’altra versione, invece, afferma che dopo l’allattamento della lupa arrivò prima un picchio con del cibo e poi un pastore (Faustolo) che insieme alla moglie (Acca Larenzia) decisero di accudire i due gemelli. 

Una volta adulti, Romolo e Remo si ritrovano alla corte di Amulio in seguito alla cattura da parte di un gruppo di banditi di Alba Longa. Qui vengono a sapere delle loro origini e decidono di uccidere Amulio, designando il nonno Numitore come suo successore al trono. Quest’ultimo li autorizza a fondare una nuova città nel luogo dove erano cresciuti. Romolo e Remo tornano così tra l’Aventino e il Palatino: lo storico Tito Livio racconta a questo punto due diverse versioni della fondazione di Roma. Nel primo caso, i due gemelli litigano perché Romolo vuole chiamare la nuova città Roma, costruendola sul colle Palatino, mentre Remo opta per l’Aventino e il nome Remora. Il primo prevale e diventa il primo re della città eterna. Nella seconda versione, Livio aggiunge dei dettagli proprio sulla vittoria di Romolo. Mentre i due fratelli sono intenti a edificare le mura della nuova città, Remo “per prendere in giro il fratello” scavalca il pomerium, ovvero il solco sacro, “e quindi Romolo, al colmo dell’ira”, lo uccide aggiungendo queste parole di sfida: “Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura”. In questo modo Romolo s’impossessa del potere e la città prende il nome del suo fondatore. È Il 21 aprile 753 a.C., ovvero l’inizio di una storia eterna. 

Crediti immagine: Pixabay

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A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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