Negli ultimi mesi, alcuni episodi hanno riportato al centro dell’attenzione un dibattito che, puntualmente, si riaccende ogni estate: gli anziani alla guida. Il caso più tragico è stato quello di un uomo di oltre 80 anni che ha imboccato contromano l’autostrada A4, causando un incidente mortale con quattro vittime, lui compreso. Non è stato l’unico episodio simile: altri anziani hanno recentemente imboccato strade a scorrimento veloce nel verso sbagliato, fortunatamente senza esiti fatali.
Un altro episodio molto discusso è stato quello dell’ennesimo over 80 che, disorientato, è sceso con l’auto lungo la scalinata di Trinità dei Monti a Roma, in pieno centro, nelle prime ore del mattino.
Ogni volta che una notizia di questo tipo arriva sui giornali, le reazioni online si polarizzano:
- “Bisognerebbe ritirare la patente a tutti gli anziani!”
- “C’è gente che a 20, 30 o 50 anni guida molto peggio degli anziani.”
Ma qual è la realtà dietro i titoli e le opinioni? Abbiamo analizzato i dati ufficiali ISTAT: ecco cosa raccontano davvero gli incidenti stradali in Italia.
Anziani alla guida: cosa dicono le statistiche
Secondo i dati ISTAT sugli incidenti stradali in Italia (aggiornati al 2022), gli over 70 causano circa il 6-7% degli incidenti totali. Una percentuale apparentemente bassa, che però assume un peso diverso se rapportata al numero di patenti attive e soprattutto ai chilometri effettivamente percorsi da questa fascia di età.
In particolare, gli over 80 hanno il tasso più alto di feriti gravi per 100.000 abitanti: 43,5. A seguire ci sono i giovani tra i 20 e i 29 anni, con 32,2. Le altre fasce d’età oscillano invece tra i 20 e i 25.
Le cause principali tra gli anziani sono piuttosto note:
- riflessi rallentati;
- calo visivo;
- disorientamento spaziale;
- ridotte capacità cognitive.
Va però sottolineato un punto spesso dimenticato: gli anziani, per la loro stessa fragilità fisica (oltre che essere esposti ad altri problemi noti, come le truffe agli anziani), hanno più probabilità di riportare lesioni gravi in caso di incidente. Dunque, le statistiche non fotografano solo la loro abilità di guida, ma anche la loro vulnerabilità.
Le altre categorie a rischio
Se guardiamo i numeri assoluti, il quadro cambia. La fascia tra i 30 e i 50 anni è responsabile della maggior parte degli incidenti, con oltre 70.000 casi l’anno. Ma qui la spiegazione è semplice:
- sono più numerosi,
- guidano di più (per lavoro, famiglia e spostamenti quotidiani),
- risultano più distratti.
La vera sorpresa? Proprio i 30-50enni risultano i più “pericolosi”: l’esperienza li rende sicuri di sé, ma porta anche a sottovalutare i pericoli. Il cellulare è la prima causa di disattenzione: messaggi, playlist, navigatore.
I giovani tra i 18 e i 29 anni, invece, causano circa 35.000 incidenti l’anno. Nel loro caso i problemi sono intuibili:
- Inesperienza;
- Meno consapevolezza;
- Più distrazioni;
- Più velocità;
- Uso di alcol;
- Smartphone.
In sintesi: non esiste un unico “colpevole”. Ogni fascia d’età ha i suoi rischi specifici.
Giovani, adulti e anziani alla guida: cosa fare
Il dibattito sugli anziani rischia di essere riduttivo. La sicurezza stradale riguarda tutti e richiede strategie differenziate:
- Per i giovani: educazione civica e stradale rafforzata, campagne contro alcol e l’uso dello smartphone alla guida, formazione all’uso responsabile della tecnologia.
- Per gli anziani: rinnovi più frequenti (ogni due anni dopo i 75, come già avviene in diversi paesi), test visivi e cognitivi adeguati, visite mediche più mirate.
- Per i 30-50enni: campagne mirate contro la disattenzione, sanzioni efficaci sull’uso del cellulare, sistemi tecnologici che limitino le funzioni degli smartphone durante la guida.
Il nuovo codice della strada sta cercando di intervenire su questi numeri, ma la strada è ancora lunga. Le zone 30 nei centri urbani, l’uso di autovelox fissi e le politiche per incentivare la mobilità sostenibile sono spesso criticate, ma i dati dimostrano che funzionano: riducono incidenti e salvano vite. La sfida ora è far accettare misure impopolari, ma necessarie, per garantire maggiore sicurezza sulle nostre strade.
Anziani alla guida: conclusione
In definitiva, attribuire la colpa a una sola fascia d’età è una scorciatoia narrativa, ma non regge all’analisi dei dati. Ogni categoria — giovani, adulti, anziani — presenta criticità specifiche che richiedono soluzioni mirate e aggiornate. La sicurezza stradale non è una questione di età, ma di responsabilità, prevenzione e buone politiche pubbliche. Solo con un approccio lucido e basato sui fatti possiamo davvero rendere le nostre strade più sicure per tutti.
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