Diamante, viaggio nell’anima di Napoli è una raccolta di racconti, a cura di Pietro Nardiello, pubblicata da Alessandro Polidoro Editore. Dodici autori si sono uniti per dare un’unica voce narrante ad un città che ha troppe cose da raccontare. L’unione delle penne degli scrittori ha generato una fotografia dai diversi stili espressivi che rimanda al lettore una sola immagine da analizzare.
Perché Napoli è così importante per l’umanità? Quale rapporto hanno le persone con questa città? I racconti della raccolta si focalizzano su diverse tipologie di uomini, donne e bambini che hanno trascorso almeno una parte della loro vita nella metropoli dalle molteplici interpretazioni. Facile è amarla, difficile dimenticarla, semplice provare rancore nei suoi confronti. Parthenope è una giovane ribelle che si adatta a tutto ciò che la circonda ma che pochi riescono a comprendere del tutto.
Dodici storie illuminate dalla luce di un Diamante prezioso e irripetibile
“Napoli è una donna spietata che non ti chiede di restare: ti manda via condannandoti ad avere sempre voglia di lei. Ne sei fiero e te ne vergogni”. Ogni napoletano ha un rapporto personale con la città di Napoli, ogni uomo del mondo che è passato di qua ha fatto l’amore con questa sirena meravigliosa, litigando con lei subito dopo aver consumato l’amplesso. Un senso di vuoto allo stomaco assale chi ha scambiato la propria pelle con i suoi vicoli. Lo sa bene Domenico che un giorno ha deciso di partire per diventare un giornalista di documentari. Napoli è dispettosa, si ripete nei suoi viaggi. Da lontano la desidera con moderazione, consapevole del fatto che troppo desiderio può portare al dolore. C’è invece chi sceglie di restare in quei luoghi antichi guidato da una tenacia indistruttibile. Nata del tufo è un racconto che ha per protagonista una donna appassionata. Il tufo è la pietra che la sta conducendo verso il raggiungimento di nuove e importanti scoperte scientifiche. Una pietra che Napoli sa custodire e che conserva la memoria di un’intera popolazione. I volti della città rimangono impressi sulle immagini dei protagonisti delle storie di Diamante in un susseguirsi di parole avvincenti, flussi di coscienza e memorie sbagliate. Il Nero di seppia che oscura il cuore di un pittore lo porta a sopportare a fatica il caos della città dopo la perdita della donna che amava. Nara, invece, vive a Volterra e Come una foglia si lascia trasportare dal vento e dalle fantasie che coltiva su Napoli. La sua vita scorre tranquilla nell’attesa degli incontri con suo figlio Luca, un musicista che conduce la propria carriera presso il Teatro San Carlo. Per Nara Napoli è la città che le ha portato via un figlio ma che ha anche concesso a quel ragazzo la possibilità di coltivare un sogno. La cucina stellata di Ritals è la traduzione gastronomica di una storia di povertà napoletana che si trasforma in emarginazione sociale. Nello parte con una nave verso Parigi e in Francia diventa un pizzaiolo emigrante. La gente lo chiama “rital” (ritaglio) per sottolineare la sua condizione di miserabile. L’uomo riesce a scalare la vetta della società riportando nella terra di origine il sogno di una cucina stellata e apprezzabile da tutti. Dovrà prima fare i conti con una superbia acquisita per proteggersi dalla discriminazione del mondo. Lea ha dodici anni e non ha mai parlato. Non ha mai detto una parola. Quando mio padre era un’alice è la narrazione dei conflitti che affliggono la famiglia di Lea e della fuga di suo padre. La piccola, isolata in un mondo di fantasie, immagina che il padre si sia trasformato in un’alice e che si nasconda nel suo stomaco per non farsi ritrovare dagli altri.
Parthenope sa anche raccontare di sè e lo fa in Mi presento parlando di me, di loro e di altri. Il monologo della bella sirena è un vero e proprio sfogo dell’anima. La città prova a farsi comprendere dai suoi abitanti troppo spesso distratti ed ingrati. Per far capire le reali intenzioni del suo piano divino ci racconta la storia di Lucia, una figlia di Napoli che rientra nel disegno del “creato partenopeo”. Napoli si è infatti impegnata affinché Lucia, giovane praticante avvocato, possa incontrare il vero amore in un periodo problematico della propria vita.
I misteri della città ci sembrano formare un nodo indistricabile. Noi non siamo ancora bravi a capire Napoli e Napoli forse si è stancata di farsi capire da chi non la osserva con il giusto sguardo.
La musica è il filo che unisce il Diamante ai protagonisti dei racconti
La narrazione di Diamante è un lungo richiamo di fratellanza, di desiderio di fare la pace con le radici di un popolo. Napoli si immerge in un mare di retorica e la patina della formalità troppo spesso non ci permette di comprendere il vero senso di un luogo che sembra creato direttamente dalle mani di Dio. Tocca quindi all’arte dare voce alla sirena abbandonata, spossata da una tensione perenne verso il prossimo. La musica è lo specchio dell’arte a cui si rivolge la raccolta curata da Pietro Nardiello. Partendo dal brano Diamante (cantato da Zucchero e dedicato alla memoria di sua nonna) la serie di racconti si lascia legare da un sottile filo intrecciato da raffinate note musicali. Futura di Lucio Dalla, Io Vagabondo dei Nomadi, Il Mostro di Samuele Bersani, Come Foglie di Malika Ayane, Ovunque Proteggi di Vinicio Capossela, Io non piango di Franco Califano e altre canzoni hanno ispirato gli autori nella realizzazione dei racconti.
Diamante, raccolta a cura di Pietro Nardiello , è una lettura destinata a coloro che hanno fatto esperienza di Napoli.
Non è una raccolta dalla facile immedesimazione. Ogni lettore che porta Napoli in un angolo (recondito o visibile) del proprio spirito sarà in grado di comprendere i sentimenti contrastanti che animano i protagonisti di questo libro.