L’articolo 48 della Costituzione Italiana recita: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. … Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge». In molti Paesi la libertà al diritto di voto può essere scontata: votare o astenersi è una libera scelta di ogni cittadino, appartenente a un Paese; tuttavia, in alcuni Paesi dell’Unione Europea e di altri continenti non succede questo e il voto è un dovere, a cui il singolo cittadino non può sfuggire.
Dove il voto è un dovere: l’astensionismo non è permesso
Ci sono dei Paesi dell’Unione Europea in cui il voto è un dovere e rappresenta un obbligo a cui è impossibile sottrarsi, senza andare incontro a pesanti sanzioni.
In Europa, ad esempio, Grecia, Belgio e Lussemburgo sono Stati in cui votare è un dovere a cui non si può dire di no. Tuttavia in Grecia l’obbligo di votare è solamente un impegno puramente formale e, quindi, se non viene rispettato, non comporta importanti conseguenze legali. Diversa è la situazione per il Belgio, in cui l’obbligo di voto è stato sancito formalmente nel 1894 per gli uomini e 1948 per le donne. Dal momento che il voto, in Belgio, è un dovere civico, i cittadini che non lo rispettano potrebbero subire conseguenze gravose in ambito lavorativo, in particolare nel settore pubblico. Nonostante l’obbligo al voto in Belgio è stato sancito in tempi molto antichi, al giorno d’oggi queste misure non vengono rispettate a tal punto.
Paesi in cui votare è un obbligo ma senza sanzioni
Esistono però dei Paesi, che non fanno parte dell’Unione Europea, in cui votare è considerato dovere, ma non vengono applicate sanzioni per far sì che questo venga rispettato. Troviamo il Sud America dove questa pratica è molto diffusa, in particolare Argentina, Brasile, Perù, Uruguay ed Ecuador (in Brasile non è prevista nessuna sanzione per chi non vota, ma se un cittadino si astiene più di tre volte, le conseguenze possono diventare serie.). Inoltre, ci sono anche la Thailandia, l’Egitto, la Turchia, la Libia e la Repubblica del Congo come Paesi in cui l’astensione dal voto elettorale non è formalmente permessa, ma non sono previste sanzioni se questa misura non viene rispettata dai cittadini.
Pesanti sanzioni nei regimi totalitari
In Paesi come la Corea del Nord, dove vige una Repubblica socialista con un regime totalitario, è possibile solo immaginare che il voto non sia, più di tanto, un diritto, ma rappresenta un obbligo vero e proprio. In Corea del Nord, il voto non rappresenta una pratica civica o un esercizio del diritto dei nordcoreani, ma è per lo più un mezzo per controllare la popolazione e registrarla.
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