Molestie sul lavoro: il #metoo

Molestie sul lavoro: il #metoo

Quella delle molestie sul lavoro è una tematica delicata e complessa. La percezione di ciò che costituisce una violazione è soggettiva, ma la legge definisce confini precisi per proteggere la dignità e la sicurezza psico-fisica dei lavoratori. Comprendere cosa sono le molestie, come si manifestano e quali strumenti legali esistono per affrontarle è il primo passo per contrastare un fenomeno che mina gli equilibri individuali e professionali.

Cosa sono le molestie sul lavoro secondo la legge

Il dizionario Treccani definisce la molestia come una situazione di disagio che rompe gli equilibri psico-fisici di un individuo. In ambito legale, il concetto è più specifico. Le molestie sul lavoro sono definite come tutti quei comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni connesse al sesso, alla razza, alla religione o ad altre condizioni personali, che hanno lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo. Il reato di molestia o disturbo alle persone è punito dall’articolo 660 del Codice Penale.

Tipologie di molestie sul lavoro: come riconoscerle

Le molestie possono assumere forme diverse, spesso sovrapposte tra loro. Riconoscerle è il primo passo per poter agire.

Tipologie di molestie sul lavoro: come riconoscerle  
Tipologia Esempi concreti
Molestie sessuali Contatti fisici indesiderati, commenti allusivi, richieste di favori sessuali, esposizione di materiale pornografico, ricatti sessuali.
Molestie psicologiche (mobbing) Isolamento sistematico, demansionamento ingiustificato, critiche continue e denigratorie, assegnazione di compiti impossibili da svolgere.
Molestie verbali e discriminazione Insulti, battute offensive basate su genere, orientamento sessuale, etnia, religione o disabilità. Minacce e intimidazioni.

I dati del fenomeno in italia

Affrontare una molestia non è semplice, spesso per vergogna o per paura di ritorsioni. I dati statistici aiutano a comprendere la dimensione del problema. Secondo un’indagine dell’ISTAT, quasi 9 donne su 10 (88,4%) che hanno subito molestie sessuali sul lavoro non ne parlano con nessuno. Sebbene le donne siano le vittime principali, il fenomeno riguarda anche gli uomini: l’indagine riporta che circa 574 mila uomini hanno subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita.

Il movimento #metoo: una svolta culturale

Un punto di svolta nella percezione pubblica delle molestie sul lavoro, soprattutto in settori ad alta visibilità come quello cinematografico, è stato il movimento “#MeToo”. L’hashtag, rilanciato nel 2017 a seguito delle accuse contro il produttore Harvey Weinstein, ha dato voce a milioni di persone in tutto il mondo, accendendo un dibattito globale sulla natura sistemica degli abusi di potere in ambito professionale. Grazie al movimento si è riaperta la discussione sul consenso e sulle dinamiche di potere che per anni hanno governato molti ambienti lavorativi, costringendo migliaia di persone a subire in silenzio.

Cosa fare in caso di molestie sul lavoro: guida pratica

Subire una molestia può generare un senso di impotenza. È fondamentale sapere che esistono percorsi precisi per difendersi. Ecco alcuni passi da considerare:

  1. Dire di no in modo esplicito: quando possibile, comunicare chiaramente e in modo assertivo che il comportamento è indesiderato e deve cessare.
  2. Documentare tutto: annotare date, orari, luoghi, descrizione dettagliata degli episodi e nomi di eventuali testimoni. Conservare email, messaggi o qualsiasi altra prova scritta.
  3. Informare l’azienda: la maggior parte delle aziende ha un ufficio Risorse Umane (HR) o figure preposte a cui segnalare l’accaduto. Il datore di lavoro ha un obbligo di tutela della salute e sicurezza dei dipendenti (art. 2087 Codice Civile) e deve intervenire.
  4. Cercare supporto: rivolgersi a un rappresentante sindacale, al Comitato Unico di Garanzia (se presente), a un consigliere di parità o a centri antiviolenza, che possono offrire supporto psicologico e legale.
  5. Agire per vie legali: se le molestie persistono o sono gravi, è possibile sporgere denuncia-querela presso le forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri) o rivolgersi a un avvocato per avviare un’azione legale, sia in sede civile che penale.

Conclusione: rompere il silenzio

Il superamento delle molestie sul lavoro passa attraverso la consapevolezza culturale e la conoscenza dei propri diritti. Riconoscere un comportamento lesivo non è una debolezza, ma un atto di autotutela. Vivere passivamente situazioni di abuso non fa altro che perpetuare dinamiche tossiche. Rompere il silenzio, attraverso gli strumenti che la legge e le organizzazioni mettono a disposizione, è l’unico modo per difendere la propria dignità e contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri e rispettosi per tutti.

Articolo aggiornato il: 15/09/2025

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