Nella giornata di oggi, 22 settembre 2025, l’Italia è stata attraversata da uno sciopero nazionale per Gaza, organizzato dalla confederazione sindacale COBAS. La nazione si è fermata per mostrare sostegno attivo e solidarietà al popolo palestinese, la cui condizione è stata definita da diversi rapporti internazionali un vero e proprio genocidio. Le ripercussioni di questa crisi resteranno scolpite nella storia, nelle colpe dei carnefici e di coloro che hanno taciuto troppo a lungo.
Lo sciopero per Gaza ha interessato almeno 75 città d’Italia, tra cui Milano, Roma, Napoli e Bologna. Hanno aderito alla mobilitazione anche i trasporti ferroviari, con le compagnie Trenitalia, Italo e Trenord che hanno subito interruzioni e cancellazioni, con uno stop iniziato alla mezzanotte del 21 settembre e previsto fino alle 21 della giornata odierna.
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I punti chiave dello sciopero nazionale
Migliaia di studenti, lavoratori e persone di ogni categoria e fascia d’età sono scese in piazza. Lo sciopero e la manifestazione per Gaza sono nati con un presupposto fondamentale: pretendere a gran voce la liberazione della Palestina, uno Stato a lungo rinnegato e abusato, che con le ultime forze si aggrappa alla speranza di un avvenire in cui i suoi figli possano finalmente vivere liberi dal terrore e dalla repressione.
Dettagli dell’evento | Informazioni |
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Data | 22 settembre 2025 |
Organizzatori | Confederazione sindacale COBAS |
Città coinvolte | Oltre 75, tra cui Milano, Roma, Napoli, Bologna |
Settori interessati | Scuola, trasporti (Trenitalia, Italo, Trenord), settore pubblico e privato |
Obiettivo principale | Chiedere il cessate il fuoco e la liberazione della Palestina |
Napoli: la protesta occupa la stazione centrale
A Napoli, il corteo di manifestanti è partito con un ingresso di massa presso la stazione Centrale, avanzando poi verso piazza Garibaldi e il molo Beverello, con tappa ultima a Fuorigrotta. Lì gli studenti hanno bloccato viale Kennedy, che nella stessa mattina ha accolto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente in città per l’inaugurazione dell’anno scolastico.
La stazione di Napoli, fulcro della città, ha vissuto un’ora di caos. Di fronte alla situazione, tutte le porte di uscita sono state chiuse intorno alle 10:00, causando lo stop generale al transito di turisti e cittadini. I manifestanti si sono imposti inizialmente con forza, riuscendo ad aprire le porte per poi proseguire con una protesta non violenta. Nello stesso momento, tutti gli accessi ai binari sono stati serrati dal personale ferroviario per evitare che la folla li occupasse. A quel punto, uno spettacolo di coraggio e ribellione è esploso nel grido “Free Palestine”, tra lo sventolio delle bandiere palestinesi e il rumore dei tamburi.

Manifestanti irrompono in stazione
Su molti striscioni provocatori era presente la frase “definisci bambino”, in riferimento alle controverse parole pronunciate da Eyal Mizrahi durante un confronto televisivo con Enzo Iacchetti nel programma Carta Bianca, come riportato da diverse testate tra cui fonti di stampa nazionali.
Una lotta per la liberazione della Palestina
La giornata di oggi è da considerare come il grido di rabbia di migliaia di persone che, impotenti di fronte a quello che definiscono il fatto storico più inumano della storia contemporanea, hanno voluto mostrare vicinanza alla comunità palestinese, tingendosi dei colori verde, rosso, nero e bianco. La liberazione della Palestina diviene così una lotta comune, seppur ineguale: se una porzione di mondo ha il “privilegio” di manifestare liberamente, l’altra parte continua a patire la fame, l’orrore e la negazione degli aiuti umanitari. Questa mobilitazione si affianca ad altre forme di sostegno, come le campagne di consumo consapevole che promuovono i marchi e brand pro Palestina.
Fonte Immagine in evidenza: archivio personale