Darker e le sperimentazioni: unArchive Found Footage Fest

darker

Dal 27 maggio al 1° giugno 2025, Roma ha ospitato la terza edizione dell’UnArchive Found Footage Fest (UFFF), un festival unico nel suo genere che intreccia la memoria filmica con la sperimentazione musicale contemporanea. Organizzato dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), il festival ha confermato il proprio ruolo di punto di riferimento internazionale per la ricerca artistica sul riuso delle immagini d’archivio, grazie alla direzione di Marco Bertozzi e Alina Marazzi che hanno portato in anteprima mondiale la nuova opera dell’archivista Bill Morrison: “darker”.

Fulcro del festival sono state le cinque live performance che hanno esplorato nuove forme di ibridazione tra suono e immagine. Questi incontri di sperimentazione musicale sono stati ospitati dagli spazi di Trastevere  Zalib e Live Alcazar, e sono culminati nella prestigiosa cornice dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, queste esibizioni hanno dimostrato la vitalità e l’urgenza del linguaggio audiovisivo contemporaneo.

La sperimentazione musicale nel riuso cinematografico

L’apertura, martedì 27 maggio, ha visto in scena “Rivisitazione” dello sciopero di Luca Maria Baldini e Cosimo Terlizzi, una rielaborazione sonora in “silent sound system” delle riprese inedite di Pier Paolo Pasolini sullo sciopero dei netturbini romani del 1970 accompagnata da una performance musicale live proprio di Luca Maria Baldini, la cui voce emerge anche durante la proiezione del girato attraverso le interviste ormai andate perdute a operai e scioperanti. Il 29 maggio è stata la volta di “At alla hours and none”, omaggio alla poetessa e attivista turca Aslı Erdoğan. Le artiste Valeria Miracapillo, Davide Minotti e l’attrice Deniz Özdoğan hanno scolpito un ritratto intimo e fondamentale nel discutere la condizione femminile nella Turchia odierna, che ha trasformato il silenzio dell’esilio in una potente affermazione di esistenza. Una svolta elettronica è arrivata venerdì 30 maggio con la serata “Beats & Pieces” al Live Alcazar. La vj Rossella Catanese ha manipolato materiali provenienti dalla collezione “Bits & Pieces” dell’Eye Filmmuseum di Amsterdam, accompagnata dalle sonorità sintetiche di Piero Fragola, portando sui palcoscenici dello spazio di Trastevere strumenti all’avanguardia, come il sistema ART di Tiptop Audio. La chiusura del festival, domenica 1° giugno, ha visto protagonista “Innesti”, performance finale che ha unito le immagini dense di significato dell’artista Federica Foglia (anche docente di una masterclass sull’autonarrazione nel found footage) e le trame sonore sperimentali di Attila Faravelli, Enrico Malatesta e Nicola Ratti, in collaborazione con Triennale Milano.

L’evento speciale: “darker” di Lang e Morrison in prima internazionale

Il momento clou della sperimentazione musicale nel campo del cinema d’archivio è stato senza dubbio la prima internazionale di darker”, andata in scena sabato 31 maggio presso il Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica. L’opera, frutto della decennale collaborazione tra il compositore David Lang (Premio Pulitzer 2008) e il regista Bill Morrison, è stata interpretata dal PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble sotto la direzione di Tonino Battista. Un cine-concerto che ha condotto il pubblico in un viaggio emotivo dal “bello” al “meno bello”, tra lente dissolvenze visive e tensioni sonore, incarnando ciò che Morrison ha definito “una palude del tempo in piena ebollizione”.

L’edizione 2025 dell’UFFF ha coinvolto una vasta rete di partner culturali internazionali – dall’American Academy in Rome all’Archivio Luce, dalla Cineteca Nazionale all’IDFA – consolidando la vocazione globale di un festival che non è solo uno spazio espositivo, ma un laboratorio di linguaggi e visioni. In un’epoca segnata dall’iperproduzione digitale, l’UnArchive Found Footage Fest si conferma una manifestazione capace di ridare corpo, senso e poesia alle immagini del passato, reinventandole nel presente. Un atto di resistenza artistica, ma anche un invito collettivo a guardare con occhi nuovi ciò che credevamo dimenticato.

Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone 

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