World Press Photo 2025, le foto vincitrici a Roma

World Press Photo 2025

A Roma, dal 6 maggio al 8 giugno 2025, sarà possibile visitare la World Press Photo Exhibition 2025 presso il Palazzo delle Esposizioni. Un’occasione unica per guardare più da vicino la realtà che ci circonda attraverso la lente dei più talentosi fotogiornalisti del mondo. 

Il concorso annuale del World Press Photo, che va avanti dal 1955, ci mostra i migliori esempi di fotogiornalismo dell’anno. 59.320 le fotografie proposte, 3.778 i fotografi provenienti da 141 paesi, solo 42 i progetti premiati e 30 i fotografi vincitori, 2 finalisti ed infine La Foto dell’Anno. Questi i numeri del 2025. 

I lavori sono stati selezionati da una giuria indipendente e sono stati valutati sulla base di tre diverse categorie:

  • Foto Singole: fotografie individuali
  • Reportage: tra 4 e 10 fotografie
  • Progetti a Lungo Termine: tra 24 e 30 fotografie

Lucy Conticello, la Direttrice della fotografia per M Magazine, Le Monde e Direttrice e Presidente della giuria globale ha dichiarato sui vincitori dell’anno “Quando la giuria globale ha dovuto selezionare tra i vari contendenti per la Foto dell’Anno abbiamo iniziato con una vasta selezione per ognuna delle sei regioni. Sono tre i temi emersi che definiscono questa edizione del World Press Photo: conflitto, migrazione e cambiamento climatico.”

I lavori presentati raccontano con forza e immediatezza alcune delle più attuali e delicate problematiche del momento. Ogni immagine ha la capacità di colpire lo spettatore, mettendolo di fronte alla realtà dei fatti, ai conflitti, alle tensioni sociali e ambientali che spesso restano ai margini dell’attenzione quotidiana. Insieme, queste fotografie invitano lo spettatore a fermarsi, riflettere e andare oltre la superficie per comprendere più a fondo le dinamiche complesse che segnano, oggi più che mai, il nostro tempo.

La World Press Photo of the Year

Mahmoud Ajjour, Nove Anni© Samar Abu Elouf, for The New York Times

La World Press Photo 2025 vede protagonista Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni ferito gravemente durante un attacco israeliano a Gaza nel marzo 2024 che dopo essersi voltato per esortare la sua famiglia a proseguire, un’esplosione gli ha reciso un braccio e mutilato l’altro. Oggi Mahmoud dopo le cure mediche sta imparando a giocare con il telefono, a scrivere e ad aprire le porte con i piedi. Il suo sogno è quello di avere delle protesi e di vivere come un normale bambino. 

I bambini sono colpiti in maniera sproporzionata dalla guerra e secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Lavori e il Soccorso (UNWRA) si stima che entro dicembre 2024, Gaza avesse il più alto numero di bambini amputati che in qualsiasi altra parte del mondo.

Perché è stata scelta come foto dell’anno?  

Secondo la giuria questo ritratto, con la sua forte composizione e attenzione alla luce, fa sollevare domande sul futuro del povero ragazzo ferito, sulla disumanizzazione di una regione, e sull’implacabile presa di mira dei giornalisti a Gaza insieme al continuo rifiuto di accesso ai giornalisti internazionali che cercano di esporre la realtà di questa guerra.

La foto rappresenta una denuncia del conflitto, evidenziando i traumi fisici e psicologici che i civili hanno subito e continueranno a subire a causa della violenza della guerra. 

Le due foto finaliste

Attraversamento notturno

Nella foto sono raffigurati alcuni migranti cinesi che cercano di scaldarsi sotto una fredda pioggia, dopo aver attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti. È una foto evocativa che mette in luce la disperazione di coloro che cercano una vita migliore. L’immigrazione clandestina dalla Cina agli Stati Uniti rappresenta un fenomeno in crescita, soprattutto negli ultimi anni a causa di vari fattori tra cui la difficile situazione economica della Cina e le perdite finanziarie subite dopo le rigide politiche di tolleranza zero nei confronti del COVID.

Siccità in Amazzonia

Nell’immagine un giovane porta del cibo a sua madre che vive nel villaggio di Manacapuru. Il villaggio era un tempo accessibile in barca, ma a causa della siccità, deve percorrere 2 chilometri lungo il letto in secca del fiume Solimões per raggiungerla.

Il progetto fa un chiaro riferimento ai gravi effetti del cambiamento climatico, la crisi ecologica ha colpito fortemente il Rio delle Amazzoni che ad oggi presenta il livello più basso di acqua mai registrato da quando sono iniziate le misurazioni 122 anni fa.  A causa della siccità, infatti, molti coloni si trovano di fronte alla difficile scelta di abbandonare le loro terre e i loro mezzi di sussistenza per trasferirsi nelle aree urbane, cambiando in modo permanente il tessuto sociale di questa regione. 

 

Le foto presenti nell’articolo sono state fornite dall’Ufficio Stampa

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