Aldo Palazzeschi: la vita, le opere e la poetica della leggerezza

Aldo Palazzeschi è stato un poeta e scrittore fiorentino, tra i più importanti padri delle avanguardie storiche italiane. Visse a cavallo tra il XIX e il XX secolo, attraversando gli anni della Prima guerra mondiale. La poetica dell’autore è caratterizzata dalla leggerezza e dalla capacità di saper ridere e ironizzare anche su aspetti dolorosi della vita.

Le fasi letterarie e le opere di Aldo Palazzeschi

Fase Letteraria Periodo Opere rappresentative
Crepuscolare 1905-1909 I cavalli bianchi, Lanterna, Poemi
Futurista 1910-1914 L’incendiario, Il codice di Perelà, Il controdolore
Realismo grottesco (Maturità) Anni ’20-’30 Il Re bello, Sorelle Materassi
Ritorno allo sperimentalismo Anni ’60-’70 Il Doge, Stefanino, Storia di un’amicizia

Vita e prime opere: dal crepuscolarismo al futurismo

L’autore, il cui vero nome era Aldo Giurlani, nacque a Firenze nel 1885. Frequentò per un breve periodo una scuola di recitazione. A Firenze pubblicò le sue prime raccolte poetiche: I cavalli bianchi (1905), Lanterna (1907) e Poemi (1909), caratterizzate da un’ispirazione al crepuscolarismo. Questa influenza verrà presto sostituita da quella futurista. Trasferitosi a Milano, entrò in contatto con Filippo Tommaso Marinetti. Ciononostante, Aldo Palazzeschi rifiutò sempre di identificarsi in un determinato movimento; anche le sue opere di ispirazione futurista sono caratterizzate da tratti originali.

L’originalità della poetica: il “controdolore”

L’originalità di Palazzeschi emerge nella raccolta L’incendiario (1910), in cui la poesia diventa puro divertimento, con versi che appaiono privi di significato ma dalla forte potenza dei suoni. Questa tendenza è evidente anche nel romanzo Il codice di Perelà (1911) e nel manifesto Il controdolore (1914), in cui teorizza la necessità di trasformare il dolore in gioia attraverso l’ironia. Il manifesto poetico di questa visione è la celebre poesia “E lasciatemi divertire”, dove il poeta rivendica il diritto a giocare con le parole in modo irriverente e libero.

Il suo distacco dal Futurismo si accentuò con la Prima guerra mondiale. L’autore si dichiarò contrario all’entrata in guerra dell’Italia e ciò lo portò a una rottura con l’ambiente futurista, favorevole invece all’intervento. Durante il suo soggiorno a Parigi, Palazzeschi entrò in contatto con Guillaume Apollinaire, i futuri dadaisti e artisti come Pablo Picasso.

Le opere della maturità e gli ultimi anni

Durante il conflitto, Palazzeschi fu chiamato al fronte, ma vi rimase per poco. Scrisse un romanzo sul tema della guerra, Due imperi… mancati (1920). Il romanzo di maggior successo fu Sorelle Materassi (1934), un racconto realistico incentrato su descrizioni ironiche della piccola borghesia, che appare vecchia e incapace di adeguarsi alla modernità. Quest’opera sembra rappresentare un avvicinamento a uno stile tradizionale e un’ispirazione al grottesco.

Dopo essersi trasferito a Roma, il poeta perse progressivamente la sua vena fantastica. Continuò a scrivere a lungo, dando prova della sua potente scrittura con la pubblicazione di tre romanzi: Il Doge (1967), Stefanino (1969) e Storia di un’amicizia (1971), che rappresentano l’ultimo ritorno allo sperimentalismo. Si spense a Roma nel 1974.

Altre informazioni e curiosità su Aldo Palazzeschi

A quale corrente letteraria appartiene Palazzeschi?

Palazzeschi non appartiene a una sola corrente. La sua carriera attraversa diverse fasi: inizia con il Crepuscolarismo, aderisce in modo originale al Futurismo, per poi sviluppare uno stile personale basato sul realismo grottesco. È considerato un “battitore libero”, un autore indipendente che ha saputo dialogare con le avanguardie senza mai farsi etichettare completamente.

Quali sono le opere più importanti di Aldo Palazzeschi?

Le sue opere più importanti sono la raccolta poetica L’incendiario (1910) per la fase futurista, il romanzo Il codice di Perelà (1911), e soprattutto il romanzo della maturità Sorelle Materassi (1934), considerato il suo capolavoro.

Perché Palazzeschi si stacca dal Futurismo?

Palazzeschi si allontana dal Futurismo principalmente per due motivi. Il primo è di natura politica: il suo convinto anti-interventismo era in netto contrasto con l’esaltazione della guerra promossa da Marinetti e dagli altri futuristi. Il secondo è di natura poetica: pur condividendo la spinta al rinnovamento, Palazzeschi, come spiegato da fonti autorevoli come l’enciclopedia Treccani, mantenne sempre una vena ironica e giocosa, lontana dalla violenza e dalla serietà ideologica del movimento.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

Articolo aggiornato il: 30/08/2025

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