Cos’è il Futurismo: peculiarità, idee e maggior esponenti

futurismo

Cos’è il Futurismo? Scopriamolo insieme

Il Novecento è l’anno delle avanguardie: la scena culturale europea, infatti, incontra nuovi movimenti letterari ed artistici, come il Futurismo, il Simbolismo, il Surrealismo e il Dadaismo.

Futurismo: com’è nato e quali sono le sue caratteristiche?

Il Futurismo nasce con la pubblicazione del Manifesto Futurista ad opera di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato il 20 febbraio 1909 per il quotidiano francese Le Figaro. La sua influenza nella letteratura sarà più marcata dopo la divulgazione di un secondo manifesto, intitolato Manifesto tecnico della letteratura futurista, pubblicato l’11 maggio 1912.

Nel Manifesto Futurista, che contiene i principi generali del Futurismo stesso, si propone di rompere i legami con la letteratura tradizionale; di celebrare la velocità, la bellezza, il modernismo attraverso l’esaltazione del progresso tecnologico; e di elogiare il nazionalismo, il militarismo, la guerra, il patriottismo. Il movimento vuole abbandonare tutto quello che c’era prima del suo avvento, perché completamente inutile, e vuole creare una nuova tradizione, completamente diversa da quella precedente.

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Il Manifesto tecnico della letteratura futurista, invece, pone le basi per la costituzione di una nuova poesia. Nasce così una poetica allegorica che trova la propria espressione nella teoria delle parole in libertà: secondo Marinetti, la poesia non è più fatta per l’espressione dei sentimenti dell’io poetico, ma per la rappresentazione della dinamicità della nuova società industriale, in continua evoluzione. L’abolizione della punteggiatura, l’abbandono delle regole grammaticali e sintattiche, l’uso di verbi infiniti e di analogie (che servono per rendere la comunicazione più efficace, immediata e comprensibile) incontrano i “collages tipografici” e le “tavole parolibere”, che nascono dalla fusione di immagini con parole, lettere, segni matematici o musicali.

Cos’è il Futurismo? Passiamo agli autori futuristi (italiani) più famosi

Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento Futurista, nacque nel 1876 in Egitto e morì nel 1944 a Como. Sono tanti i componimenti poetici che hanno ampliato il suo movimento letterario, ma uno dei più famosi è sicuramente Bombardamento, scritto nel 1912 dopo aver assistito all’assedio di Adrianpoli (nella Turchia europea) da parte dei bulgari. Leggiamo un passaggio:

futurismoFazzoletti bianchissimi pieni d’oro
Pum tum pum tum tum, pum tum tum pum tum tum
2000 granate di guerra strappare
Con schianti schianti
Capigliature nerissime spilonate di fosforo
Pum tum pum tum pum tum

Immensa orchestra di di guerra
Gonfiarsi sotto una nota di silenzio
Tenuta nell’alto cielo
Pallone sferico dorato sorvegliare i tiri

È uno degli esempi più concreti della teoria delle parole in libertà: è una poesia scomposta, quasi un flusso di parole e suoni, priva di punteggiatura e di io letterario. Basato sull’analogia battaglia-orchestra, Bombardamento vuole rappresentare con le onomatopee i rumori assordanti della guerra, conferendo all’intero componimento maggiore dinamicità e movimento.

Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Giurlani, nacque a Firenze nel 1885 e morì a Roma nel 1975. Si avvicina al movimento futurista principalmente contribuendo alla rivista futurista per eccellenza, Lacerba. Abbraccia il Futurismo per pochi anni perché, non in linea con alcuni punti del manifesto (non crede che sia giusta l’esaltazione della macchina e del nazionalismo), deciderà di allontanarsi da esso. In ogni caso, anche lui, nei suoi componimenti, accosta parole a suoni, onomatopee ad immagini. Un esempio è E lasciatemi divertire.

Questa lirica, tratta dalla raccolta L’incendiario (1910) – che quasi sembra una canzoncina ricca di onomatopee –, vuole esprimere il desiderio e la voglia del poeta di sentirsi libero dalle regole poetiche tradizionali.

Il poeta si diverte,
Pazzamente,
Smisuratamente.
Non lo state a insolentire
Lasciatelo divertire
Poveretto,
Queste piccole corbellerie
Sono il suo diletto
Cucù rurù,
Rurù cucù,
Cuccuccurucù!                                                                                                                                                                                                               

futurismo Meno conosciuto rispetto ai due precedenti, Corrado Govoni – nato in Emilia-Romagna nel 1884 e morto nel 1965 a Roma – è un altro abilissimo poeta che ha contribuito ad arricchire il movimento letterario dei primi decenni del Novecento. È particolarmente celebre l’opera Palombaro. È un esempio di poesia visiva, dove le parole in libertà vengono associate a disegni quasi infantili.

Cubofuturismo

Il Futurismo si diffonde anche in Russia, trovando il suo consenso tra decine di intellettuali, artisti e poeti.

futurismoTra i tanti ricordiamo Vladimir Majakoviskij (1893 – 1930). Il suo è un futurismo sociale, indirizzato alla classe operaia sfruttata e, non a caso, si fa portatore dell’ideologia rivoluzionaria socialista. Si presenta sulla scena poetica con nuovo manifesto, che prende il nome di Manifesto del Cubofuturismo. Venne pubblicato nel febbraio 1913, a quattro anni di distanza dal primo di Marinetti, e vuole ribadire il fine ultimo del futurismo di Majakoviskij: l’arte, in ogni sua forma, è per tutto il popolo e non per classi sociali selezionate. Il poeta, infatti, dichiara: «Compagni e cittadini, noi, capi del futurismo russo dichiariamo: Da oggi, insieme alla distruzione del regime zarista, viene abrogata la presenza dell’arte nei depositi, ripostigli del genio umano nei palazzi, nelle gallerie, nei saloni, nelle biblioteche…».

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A proposito di Nadia

23 anni passati con la testa fra le nuvole, di cui 3 come studentessa di Mediazione linguistica e culturale, e se ne prospettano altri facendo le cose che più amo: scrivere, fotografare, viaggiare, sognare.

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One Comment on “Cos’è il Futurismo: peculiarità, idee e maggior esponenti”

  1. I testi di Marinetti ancora oggi sembrano all’avanguardia, e bisogna dire che, anche se paroliberi, erano comunque comprensibili. Anche nei romanzi c’era molta poesia: un poeta combattente dall’inizio alla fine.
    C’è stato un incontro fra Marinetti e Majakoviskij – e un libro ne parla, anche se spazia su altri eventi storici per “allungare il brodo”.

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