Chi è Aldo Palazzeschi: il poeta fiorentino

Chi è Aldo Palazzeschi, poeta e scrittore fiorentino tra i più importanti padri delle avanguardie storiche, vissuto negli anni della Prima guerra mondiale, durante la quale si definì prontamente anti-intervista. La poetica dell’autore è caratterizzata dalla leggerezza e dalla capacità dello stesso di saper ridere e ironizzare su aspetti dolorosi.

Aldo Palazzeschi possiamo innanzitutto definirlo ripercorrendo alcune fasi della sua vita. L’autore nacque a Firenze nel 1885 e il suo vero nome era Aldo Giurlani. Frequentò per un breve periodo una scuola di recitazione, svolgendo anche la professione di attore teatrale. Spinto dalle insistenze di suo padre, il poeta seguì gli studi commerciali a Venezia, prima di abbandonarli e tornare nella sua città natale per dedicarsi completamente alla scrittura. Proprio a Firenze pubblicò le sue prime raccolte poetiche: I cavalli bianchi, Lanterna e Poemi caratterizzate da un’ispirazione al Crepuscolarismo. Quest’ispirazione verrà ben presto sostituita da quella futurista, infatti a Milano entrò in contatto con l’ambiente futurista dell’epoca e strinse importanti rapporti con Marinetti e Boccioni. Ciononostante possiamo dire che Aldo Palazzeschi rifiutò sempre l’idea di identificarsi in un determinato movimento, infatti anche le sue opere futuriste sono caratterizzate da tratti originali del poeta, come nella raccolta di versi L’incendiario, in cui ritroviamo un tipo di poesia come puro divertimento, con versi che appaiono privi di significato ma dalla forte potenza dei suoni e degli accostamenti delle parole, e nel romanzo il codice di Perelà, una delle sue opere principali, e nel manifesto Il controdolore.

La caratterizzazione della poetica di Aldo Palazzeschi emerge soprattutto dalle opere scritte nel periodo della Prima guerra mondiale. L’autore infatti si dichiarò sin dal primo momento contrario all’entrata in guerra dall’Italia e ciò lo portò a un’importante rottura con l’ambiente futurista dell’epoca. Il suo distacco dall’ambiente ebbe anche ragioni poetiche, infatti durante il suo soggiorno a Parigi, Palazzeschi entrò in contatto con Apolinnaire e i futuri dadaisti, ma anche con Picasso e Matisse, due artisti di particolare importanza nei salotti parigini frequentati dagli avanguardisti dell’epoca.

Durante il conflitto l’autore fu chiamato al fronte dove ci rimase per poco tempo prima di tornare a Firenze e scrivere un romanzo incentrato proprio sul tema della guerra appena vissuta, intitolato Due imperi… mancati e l’anno successivo pubblicò la raccolta di novelle Il Re bello. Il romanzo per il poeta più fortunato fu Sorelle Materassi, un racconto realistico incentrato su descrizioni ironiche della piccola borghesia che appare come vecchia e incapace di adeguarsi alla modernità, il romanzo inoltre sembra rappresentare un avvicinamento ad uno stile tradizionale e un’ispirazione al grottesco.

Dopo essersi trasferito a Roma il poeta perse sempre più la sua vena fantastica, infatti da questo momento in poi le sue opere appaiono prive di elementi ironici e grotteschi. Nonostante ciò l’autore continuò a scrivere a lungo opere che davano prova della sua potente scrittura e immaginazione, in particolare con la pubblicazione di tre romanzi: Doge, Stefanino e Storie di un’amicizia, che rappresentano l’ultimo ritorno allo sperimentalismo di Palazzeschi, prima di morire a Roma nel 1974.

Fonte immagine: [Wikimedia Commons]

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