Dipendenze più comuni, le peggiori 4

Dipendenze comuni, le peggiori 4

Dipendenze: cosa sono, le tipologie più comuni e come affrontarle

Cosa significa dipendere da una sostanza, un comportamento o persino una persona? Il problema delle dipendenze riguarda moltissime persone e assume forme diverse. Non si tratta soltanto dell’abuso di sostanze o alcol; esistono e meritano la stessa considerazione anche le dipendenze affettive, quelle da gioco d’azzardo, dal sesso o dalla tecnologia, come smartphone e social media. Comprendere il meccanismo alla base di queste condizioni è il primo passo per affrontarle.

Cos’è una dipendenza: il meccanismo nel cervello

Una dipendenza è un’alterazione del comportamento che trasforma una semplice abitudine in una ricerca compulsiva e incontrollabile del piacere. La persona dipendente perde progressivamente il controllo di se stessa, spinta da un bisogno che diventa prioritario su tutto il resto. Alla base di questo processo c’è il sistema di ricompensa del cervello, un meccanismo biologico che, attraverso il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, ci spinge a ripetere azioni piacevoli e gratificanti. Nelle dipendenze, questo sistema viene “dirottato”: la sostanza o il comportamento creano un picco di piacere così intenso che il cervello lo registra come essenziale per la sopravvivenza, innescando un circolo vizioso difficile da interrompere. Generalmente si distinguono due categorie: le dipendenze fisiche (da sostanze), con conseguenze biologiche, e le dipendenze psichiche (comportamentali), con profonde conseguenze psicologiche.

Le 4 dipendenze più comuni e diffuse e il loro impatto

Tossicodipendenza: la dipendenza da sostanze

La tossicodipendenza riguarda l’uso di sostanze stupefacenti, legali o illegali, che alterano lo stato psico-fisico. Rientrano in questa categoria l’abuso di droghe, ma anche l’alcolismo, il tabagismo e il caffeinismo. Lo stupefacente è una sostanza psicoattiva che, generando euforia e piacere, viene percepita dal cervello come una condizione necessaria. Con l’uso costante si sviluppa la tolleranza: l’effetto diminuisce, spingendo il soggetto a desiderare una dose sempre maggiore. La necessità di assumere la sostanza è poi rafforzata dalla paura della devastante crisi di astinenza, che si manifesta con la sospensione improvvisa del suo utilizzo.

Dipendenza sessuale: quando l’impulso diventa ossessione

Si tratta di un disturbo psicologico che si manifesta con un bisogno ossessivo di avere rapporti sessuali o di pensare al sesso. Si ritiene che alla base ci sia una disfunzione dei sistemi dopaminergico e serotoninergico, con un rilascio sregolato di dopamina. Il sesso agisce come un anestetico temporaneo da stati d’animo spiacevoli. Una volta esaurito l’effetto, però, ritornano sensazioni negative come rabbia, senso di colpa e vergogna. Quando questa dipendenza riguarda gli uomini si parla di satiriasi, mentre per le donne di ninfomania. La dipendenza sessuale, pur non essendo classificata come una malattia mentale a sé stante, si manifesta spesso insieme ad altri disturbi dell’umore, come il bipolarismo.

Dipendenza da gioco d’azzardo: la spirale della ludopatia

Il gioco d’azzardo patologico, o ludopatia, è un disturbo caratterizzato da un incontrollabile bisogno di giocare. Chi ne soffre non riesce a fermarsi, pur essendo consapevole dei danni che sta causando a sé e agli altri. La vita del giocatore compulsivo viene progressivamente compromessa, minando le relazioni familiari, il lavoro e le amicizie. Il processo di questa dipendenza è graduale e insidioso, suddiviso in diverse fasi:

  • Nella fase iniziale, il gioco è occasionale, una valvola di sfogo.
  • Nella seconda fase, compaiono i primi segni di dipendenza: menzogne, debiti e perdite sempre più frequenti.
  • La terza fase è quella più critica: il giocatore perde completamente il controllo, compiendo talvolta azioni illegali e allontanandosi dalle persone care.

Dipendenza affettiva: il legame che imprigiona

La dipendenza affettiva disfunzionale è uno stato patologico in cui una persona crede che la relazione con un altro (partner, amico o familiare) sia l’unica condizione essenziale della sua esistenza. Questa visione porta ad annullarsi completamente, conferendo un’importanza totalizzante all’altra persona. La relazione diventa asimmetrica, generando un profondo malessere fisico e psichico. Chi soffre di questa dipendenza vive nel terrore costante dell’abbandono e manifesta un bisogno esagerato di attenzioni e rassicurazioni. Non riesce a prendere decisioni in autonomia e considera l’altro indispensabile per la propria sopravvivenza emotiva, finendo paradossalmente per soffocare il rapporto che tanto teme di perdere.

Riconoscere una dipendenza e chiedere aiuto: i primi passi

Rompere il ciclo di una dipendenza è un percorso difficile ma possibile. Il primo passo, il più importante, è riconoscere di avere un problema e trovare il coraggio di chiedere aiuto. Affrontare una dipendenza da soli è estremamente arduo. È fondamentale rivolgersi a professionisti della salute mentale, come psicologi e psicoterapeuti specializzati nel trattamento delle dipendenze. In Italia, per le dipendenze da sostanze e per la ludopatia, esistono i SerD (Servizi per le Dipendenze Patologiche), centri pubblici che offrono supporto medico e psicologico. Affidarsi a un esperto permette di comprendere le radici del problema, sviluppare strategie per gestire il craving e ricostruire un’esistenza libera dal bisogno compulsivo. Per maggiori informazioni è possibile consultare fonti autorevoli come il sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Fonte “Dipendenze più comuni, le peggiori 4”: Freepik

 

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