ENIAC girls: le prime programmatrici della storia

ENIAC girls

Pennsylvania, febbraio 1946. Kay Mauchley Antonelli, Jean Bartik, Betty Holberton, Marlyn Meltzer, Frances Spence, e Ruth Teitelbaum non vengono invitate a uno degli eventi informatici più importanti del nostro tempo: il lancio dell’ENIAC (Electronic Numerical Integrator And Computer), uno dei primi computer Turing della storia e il primo computer elettronico general purpose digitale mai esistito. Le sei ragazze in questione – poi soprannominate ENIAC girls – avrebbero, però, meritato non solo una poltrona, ma anche di essere menzionate durante la cerimonia. Non figurarono nemmeno nell’articolo del 15 febbraio 1946 del New York Times “Electronic Computer Flashes Answers, May Speed Engineering”.

Come si arriva alle ENIAC girls?

Nell’America della Seconda Guerra Mondiale c’erano chiaramente delle professioni che erano appannaggio completamente maschile, e delle posizioni sociali a cui le donne proprio non potevano arrivare (parliamone come fosse passato). Ma con tutti gli uomini della famiglia al fronte, le donne dovettero cominciare a svolgere – per gentile concessione – mansioni diverse, normalmente attribuite agli uomini. Migliaia di donne lavorarono come computer umani, come calcolatrici, poiché questo era categorizzato come un semplice lavoro impiegatizio, dato il gesto ripetitivo e la bassa paga. Kay, Jean, Betty, Marlyn, Frances e Ruth erano immerse decisamente in a «man’s man’s world» per dirla alla James Brown. Le donne-calcolatrici furono cruciali anche per calcoli a livello balistico, dunque per le traiettorie dei missili dell’esercito americano. Da un gruppo di più di 200 ragazze che lavoravano in quest’ambito vennero selezionate le ENIAC girls.

Dai loro racconti, le ENIAC girls vennero portate in una stanza 9×3 metri, dinanzi al calcolatore di 30 tonnellate, che occupava tutta la stanza, e venne chiesto loro di farlo funzionare, come fosse una cosa semplice e lineare. Era un marchingegno enorme e macchinoso, e la sua prima messa in funzione causò un black out in un quartiere di Philadelphia. All’epoca non c’era nessun manuale di programmazione, non c’era nessun esempio a cui guardare. “Queste donne furono assunte per programmare la macchina, ma in realtà nessuno sapeva come programmare. Queste sei donne trovarono il modo di far funzionare il computer, e fecero davvero grandi cose” dice Mitch Marcus, professore di Intelligenze Artificiali nell’Università della Pennsylvania al Philly Voice. Betty Holberton ha detto “tutto ciò che abbiamo fatto ha dato vita a qualcosa di nuovo”, e guardando il mondo come è oggi, non possiamo che confermare l’importanza del lavoro di quelle che possiamo riconoscere come prime programmatrici della storia, dopo Ada Byron Lovelace.

Alle ENIAC girls non venne dato alcun riconoscimento per anni, fino al 1997, anno in cui vennero aggiunte alla Women in Technology International Hall of Fame. Alcune tra le ENIAC girls vennero incoraggiate dai propri professori a sposarsi e far figli piuttosto che proseguire gli studi matematici. Per fortuna, il mondo com’è oggi è stato plasmato anche da donne tenaci e controcorrente per la propria epoca, anche se colpisce sempre in negativo osservare la rarità delle inclusioni femminili in progetti importanti per la nostra storia, e ancor di più la celebrità di certi contributi femminili essenziali, meno conosciuti rispetto a quelli maschili.

Ricordiamo: «This is a man’s world, this is a man’s world, but it wouldn’t be nothing, nothing without a woman or a girl».

Fonte immagine: ENIAC Programmers Project

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