Esperimento di Aqkol, esempio di sicurezza o di lesione dei diritti?

Esperimento di Aqkol, esempio di sicurezza o di lesione dei diritti?

Nel nord del Kazakistan, a 100 km dalla capitale Astana, un piccolo centro abitato è diventato il laboratorio di un ambizioso progetto di sicurezza pubblica e integrazione tecnologica: “l’esperimento di Aqkol“. Questa cittadina è diventata la prima “smart city” del paese, completamente sotto la sorveglianza del sistema Smart Aqkol. L’obiettivo dichiarato è integrare le nuove tecnologie per ottimizzare i consumi e rendere più sicura la vita dei quattordicimila abitanti. Ma vivere con telecamere e microfoni puntati ventiquattro ore su ventiquattro è un sacrificio giustificato in nome della sicurezza, o è una chiara violazione del diritto alla privacy?

Come funziona Smart Aqkol: i benefici dichiarati

Per i cittadini di Aqkol, l’installazione di questo “centro di controllo” che integra tecnologie come l’Internet of Things (IoT) e l’analisi dei big data, è risultato essere un “toccasana”. Numerose azioni che prima dovevano essere eseguite fisicamente ora vengono affidate al sistema computerizzato, deresponsabilizzando gli abitanti. Uno dei tanti esempi è la delega automatica ai conti bancari per i pagamenti delle utenze domestiche, un sollievo soprattutto per gli anziani. Numerosi vantaggi sono indicati anche per la sicurezza pubblica, grazie alle dotazioni tecnologiche che riducono ogni tipo di infrazione, dai comportamenti scorretti in strada a quelli in auto. Per l’amministrazione kazaka, il progetto Smart Aqkol è un completo successo, motivo di vanto per l’intero Paese, che si prefigge l’obiettivo di ampliare la rete di supervisione in altri centri urbani.

Vantaggi vs. Rischi: il cuore del dibattito

L’esperimento di Aqkol si inserisce nel più ampio dibattito globale sulle smart city, che vede contrapposte le promesse di efficienza e sicurezza con i timori legati al controllo sociale e alla sorveglianza di massa.

Vantaggi Dichiarati Rischi per la Privacy e le Libertà
Maggiore sicurezza pubblica attraverso il monitoraggio costante e la prevenzione dei crimini. Perdita totale della privacy, con ogni azione e spostamento registrato e analizzato.
Semplificazione della vita quotidiana con servizi automatizzati (pagamenti, gestione rifiuti, etc.). Limitazione delle libertà individuali e rischio di autocensura per paura di essere giudicati.
Ottimizzazione delle risorse (energia, acqua) con una gestione intelligente della città. Rischio di controllo sociale e discriminazione basata sui dati raccolti, simile a modelli già criticati in altri paesi.

Le critiche all’esperimento: l’addio alla vita privata

Critico verso l’esperimento di Aqkol è l’atteggiamento dei gruppi sostenitori del diritto alla privacy. È assodato che una presenza così pervasiva dell’amministrazione possa limitare le azioni e le libertà degli abitanti, costantemente monitorati e sottoposti al giudizio degli analisti nel centro operativo di Smart Aqkol, che tra un kumis e l’altro si scambiano pettegolezzi su ciò che osservano dai numerosi schermi. L’ingerenza delle attività di Smart Aqkol sembra però non destare molte perplessità all’interno della comunità; non è dato sapere se per remissività dei cittadini kazaki nel contrapporsi alle azioni governative o per un’effettiva accondiscendenza alla nuova società forgiata dalle apparecchiature.

Articolo aggiornato il: 02/09/2025

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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