Il mito di Protesilao e Laodamia – l’amore che arde tra le fiamme

mito di Protesilao e Laodamia

Uno dei racconti più struggenti della mitologia greca affonda le sue radici nel mito di Protesilao e Laodamia. Laodamia, principessa di Iolco, è un personaggio della mitologia greca. Figlia di Acasto, re di Iolco, e Astidamia, decise di sposare Protesilao, eroe greco noto per le gesta raccontate nel ciclo troiano. Infatti, dalla sua patria, la città di Filace, nell’attuale Tessaglia, Protesilao condusse i guerrieri di cui era a capo e quelli delle città adiacenti nella battaglia combattuta contro i troiani.

Scopriamo quanto forte possa essere l’amore approfondendo il mito di Protesilao e Laodamia. 

L’amore tra Protesilao e Laodamia

Protesilao era innamorato della bella Laodamia. Sulle prime sue padre, il re Acasto di Iolco, non concesse la mano della figlia a Protesilao, in quanto questi, pur essendo figlio di un re, era un principe che aveva ben poco da offrire: infatti, il suo piccolo regno viveva di pastorizia e il suo stesso padre era il guardiano delle mandrie. Tuttavia, contro ogni pronostico, Acasto alla fine acconsentì al matrimonio. In realtà, però, il re non fu mosso dalla benevolenza, ma la motivazione dietro l’accettazione delle nozze fu ben altra: lo scoppio della guerra di Troia. Infatti, nel matrimonio tra Elena e Menelao tutti i re della Grecia avevano giurato che se qualcosa avesse ostacolato l’unione tra i due coniugi, questi sarebbero dovuti intervenire. Il re Acasto, non avendo alcuna intenzione di partire per Troia, decise di concedere la mano della figlia al giovane Protesilao, cogliendo l’opportunità di farlo partire al suo posto.

A Troia Protesilao trova la morte

Il principe, dopo aver trascorso una sola notte con la sua sposa, fu costretto a partire, in quanto a capo di quaranta navi colme di guerrieri con cui avrebbe dovuto raggiungere Troia. Tuttavia Protesilao ebbe la sfortuna di trovarsi sulla stessa nave su cui viaggiava l’eroe greco Achille. Prima della partenza per Troia un oracolo aveva profetizzato che il primo acheo che avrebbe toccato terra scendendo dalla nave, sarebbe stato anche il primo a morire. Achille, notando mancanza di coraggio da parte dei suoi, decise che sarebbe stato il primo a mettere piede sul suolo troiano; tuttavia Teti, sua madre, lo bloccò con una mano mentre con l’altra spinse Protesilao che fu il primo a toccare quel terreno che si rivelerà per lui mortale. Infatti, l’eroe semidivino venne ucciso da Ettore figlio di Priamo, re di Troia. Su questa versione, comunque, le fonti a nostra disposizione sono discordanti: secondo alcuni l’uccisore sarebbe potuto essere anche uno tra Euforbo, Acate o Cicno, personaggi mitologici che presero parte alla guerra di Troia.

Il ricongiungimento tra Protesilao e Laodamia

Una volta raggiunti gli inferi, Protesilao supplicò Ade e Persefone di poter rivedere Laodamia, la sua sposa, per un’ultima volta e le divinità, mosse a compassione, gli concessero un ultimo giorno di vita. Dopo essere stato condotto fuori dal regno del morti, il principe e Laodamia ebbero la possibilità di stare insieme per poche ore: infatti, Protesilao le spiegò subito che quella ricevuta era stata una cortesia che i sovrani dell’Ade gli avevano generosamente concesso e che avrebbe dovuto sfruttare a pieno l’ultima possibilità che avrebbero avuto per stare insieme. Arrivò, poi, il momento del distacco e Laodamia decise di realizzare una statua che riprendesse le sembianze del marito, in modo da poterlo abbracciare e sentire vicino a sé. Così facendo, dopo aver modellato una statua somigliante a Protesilao e dopo averla posta sul letto nuziale, la donna cominciò a venerarla come fosse una divinità.

L’amore tra i due arde tra le fiamme

Tuttavia una mattina un servo, spiandola attraverso una fessura, osservò Laodamia mentre era intenta ad abbracciare e baciare la statua del suo amato. Decise, quindi, di riferire il fatto al padre e, quando questi fece irruzione nella camera nuziale e vide con i suoi occhi la statua di cui il servo parlava, ordinò che questa fosse data alle fiamme affinché la figlia non si torturasse ulteriormente per il dolore che la perdita dell’amato le aveva provocato. Ma Laodamia, non potendo sopportare il tormento in lei generato dalla perdita dell’ultimo baluardo del suo amore, mentre la statua si scioglieva si gettò nel fuoco, ricongiungendosi in questo modo all’amato.

Protesilao è stato esaltato dai racconti mitologici per essere stato un esempio di fedeltà coniugale. Il mito di Protesilao e Laodamia ci racconta di come questo amore durò anche dopo la morte: infatti, la leggenda narra che Protesilao risaliva spesso dall’Ade per far visita alla moglie, ormai divenuta inconsolabile, finché questa, per unirsi al suo amore, si auto-inflisse la morte.

Fonte immagine: Wikioo

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