Le tre fasi del fascismo: quali sono?

Tre fasi del fascismo, quali sono?

Il ventennio fascista in Italia, il movimento politico totalitario fondato da Benito Mussolini, viene convenzionalmente suddiviso dagli storici in tre fasi principali. Questa periodizzazione aiuta a comprendere l’evoluzione del regime, dalla sua ascesa al potere fino al suo crollo durante la Seconda Guerra Mondiale. Ogni fase è caratterizzata da specifiche politiche economiche, sociali e da eventi chiave che ne hanno segnato il percorso.

Le tre fasi del fascismo in sintesi

Fase e periodo Caratteristiche principali ed eventi chiave
Fase 1 (1922-1925): legalitaria e liberista Marcia su Roma (1922); politica economica liberista; violenze squadriste; delitto Matteotti (1924); discorso del 3 gennaio 1925.
Fase 2 (1925-1935): costruzione della dittatura Leggi fascistissime (1925-26); creazione dell’Ovra; politica economica dirigista (“quota 90”); patti lateranensi (1929).
Fase 3 (1936-1943): autarchia, impero e guerra Guerra d’Etiopia (1935-36); proclamazione dell’impero; politica autarchica; leggi razziali (1938); ingresso nella seconda guerra mondiale (1940); caduta del regime (25 luglio 1943).

1. La fase legalitaria e liberista (1922-1925)

La prima delle tre fasi del fascismo si apre con la Marcia su Roma dell’ottobre 1922, a seguito della quale il re Vittorio Emanuele III incarica Mussolini di formare un nuovo governo. In questo periodo, il fascismo agisce ancora all’interno della cornice dello Statuto Albertino, sebbene erodendone progressivamente le fondamenta. La politica economica è di stampo liberista, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio, ottenuto nel 1925 a costo di una riduzione del potere d’acquisto dei salari. Questa fase è segnata da continue violenze squadriste contro gli oppositori e culmina con la crisi generata dal delitto Matteotti (1924). La reazione di Mussolini è il discorso alla Camera del 3 gennaio 1925, con cui si assume la responsabilità politica e morale dell’accaduto, segnando di fatto l’inizio della dittatura.

2. La fase della costruzione della dittatura (1925-1935)

Questa è la fase centrale in cui il regime consolida il proprio potere totalitario. Tra il 1925 e il 1926 vengono promulgate le cosiddette “leggi fascistissime”, che sopprimono ogni libertà di stampa, di parola e di associazione, sciolgono i partiti di opposizione e istituiscono il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Mussolini assume la carica di Capo del Governo, non più responsabile di fronte al Parlamento ma solo al Re. In campo economico, si abbandona il liberismo per una politica dirigista e nazionalista, simboleggiata dalla battaglia per la “quota 90” (il cambio di 90 lire per una sterlina) per rivalutare la moneta. Un evento storico di questo periodo sono i Patti Lateranensi del 1929, che sanciscono la conciliazione tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica.

3. La fase dell’autarchia, dell’impero e della guerra (1936-1943)

L’ultima delle tre fasi del fascismo è dominata dalla politica estera aggressiva e dall’allineamento con la Germania nazista. La guerra d’Etiopia (1935-36) porta alla proclamazione dell’Impero e all’isolamento internazionale dell’Italia, spingendo il regime a intraprendere una politica di autarchia, ovvero di autosufficienza economica. È in questo clima di nazionalismo esasperato e di vicinanza a Hitler che il regime introduce la “questione ebraica”. Nel 1938 viene pubblicato il Manifesto della razza, preludio alla promulgazione delle leggi razziali, che discriminano ed escludono i cittadini ebrei dalla vita pubblica. L’apice di questa fase è l’entrata in guerra nel 1940. Le sconfitte militari e la crisi interna portano alla seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943, che sfiducia Mussolini. Lo stesso giorno, il Duce viene arrestato, segnando la caduta del regime fascista.

Fonte immagine: Wikipedia.

Articolo aggiornato il: 11/10/2025

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A proposito di Lucrezia Stefania Scoppetta

Ciao! Sono Lucrezia, ho 21 anni. Frequento l’università “L’Orientale” di Napoli, dove studio lingua e letteratura inglese, giapponese, e portoghese.

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