La figura di Venere, e della sua controparte greca Afrodite, è un soggetto prediletto nella storia dell’arte, un simbolo universale di bellezza, amore e fecondità. La divinità è stata spesso rappresentata mettendo in risalto la sua grazia e la sua figura elegante. Scopriamo insieme 4 capolavori che mostrano la Venere nell’arte attraverso i secoli.
Indice dei contenuti
La Venere nell’arte: 4 capolavori a confronto
| Opera e artista | Periodo, luogo e caratteristica iconica |
|---|---|
| Nascita di Venere (S. Botticelli) | Primo Rinascimento (1485 ca.) – Gallerie degli Uffizi, Firenze. Simbolo della bellezza neoplatonica. |
| Venere di Milo (Anonimo) | Ellenismo (130 a.C. ca.) – Museo del Louvre, Parigi. Celebre per la posa a contrapposto e le braccia mancanti. |
| Venere dormiente (Giorgione) | Alto Rinascimento (1510 ca.) – Gemäldegalerie, Dresda. Ha inaugurato il genere della “Venere distesa”. |
| Venere allo specchio (Tiziano) | Alto Rinascimento (1555 ca.) – National Gallery of Art, Washington. Esempio del colorismo e della sensualità veneziana. |
Nascita di Venere di Sandro Botticelli
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Pensando alla Venere, la mente corre subito alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Dipinta attorno al 1485, questa tempera su tela è uno dei tesori delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. L’opera, probabilmente commissionata da un membro della famiglia Medici, traduce in immagine la filosofia neoplatonica, che vedeva nella bellezza terrena un riflesso dell’amore divino. Al centro, Venere nasce dalla schiuma del mare, spinta dal soffio di Zefiro e della ninfa Clori. A destra, una delle Ore (spesso identificata con Flora) le porge un manto fiorito per coprirla. La sua posa, che copre la nudità con pudore, è nota come Venere pudica.
Venere di Milo

Una delle sculture più celebri al mondo, la Venere di Milo è in realtà una rappresentazione della dea greca Afrodite. Risalente al 130 a.C. circa (periodo ellenistico), fu scoperta sull’isola di Milo nel 1820 e oggi è una delle attrazioni principali del Museo del Louvre. La statua in marmo, priva delle braccia, è un magnifico esempio di contrapposto: la postura a “S”, con il peso del corpo scaricato su una gamba, conferisce alla figura un senso di naturalezza e dinamismo. La dea è raffigurata a torso nudo, con un drappo che le copre elegantemente la parte inferiore del corpo.
Venere dormiente di Giorgione
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La Venere dormiente, realizzata da Giorgione da Castelfranco intorno al 1510, è un’opera che ha inaugurato un genere pittorico di enorme successo: la Venere distesa in un paesaggio. Commissionata dal patrizio veneziano Girolamo Marcello per le sue nozze, la tela mostra la dea nuda, addormentata serenamente in un prato, la cui posa sinuosa riecheggia le linee delle colline retrostanti. Spiccano l’innocenza e la delicatezza della figura, in perfetta armonia con la quiete del paesaggio. Il quadro è oggi esposto alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda.
Venere allo specchio di Tiziano Vecellio
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Altro capolavoro del Rinascimento veneziano è la Venere allo specchio, dipinta da Tiziano Vecellio intorno al 1555. Influenzato dal modello di Giorgione, Tiziano reinterpreta il tema con una sensualità e una ricchezza cromatica tipiche della sua arte. La dea è ritratta seminuda, adornata di gioielli, mentre si ammira in uno specchio sorretto da Cupido. L’uso magistrale del colore e della luce esalta la morbidezza della carne e la preziosità dei tessuti. Si pensa che Tiziano tenne questa tela per sé, come modello per altre opere. Oggi è conservata alla National Gallery of Art di Washington.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 27/09/2025

