Marco Fabio Quintiliano, nato a Calagurris nella Spagna Tarraconese tra il 35 e il 40 d.C., è stato uno dei più influenti maestri di retorica e pedagogia del mondo romano. Trasferitosi a Roma, divenne un avvocato e insegnante di tale fama da ottenere la prima cattedra di eloquenza stipendiata dallo stato per volere dell’imperatore Vespasiano. Il suo compito era formare una nuova classe dirigente, colta e fedele all’impero. La sua intera visione è racchiusa nella sua opera monumentale, l’Institutio Oratoria, un trattato che ha definito l’arte dell’eloquenza e i principi di un’educazione sana per i secoli a venire.
In questo approfondimento:
Quintiliano in sintesi
Aspetto | Descrizione |
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Chi era | Un maestro di retorica e pedagogia romano, attivo durante l’età Flavia (I sec. d.C.). |
Opera principale | Institutio Oratoria (“La formazione dell’oratore”), un trattato in 12 libri. |
Obiettivo principale | Formare l’oratore ideale, definito come “vir bonus, dicendi peritus” (un uomo buono, esperto nel parlare). |
Contributo pedagogico | Ha introdotto principi moderni come l’importanza del gioco, la gradualità e il rifiuto delle punizioni corporali. |
L’institutio oratoria: la sua opera fondamentale
Quintiliano dedicò la sua vita intellettuale alla stesura della sua opera più grande, l’Institutio Oratoria. Composta da 12 libri, è un manuale completo che delinea l’intero percorso formativo del futuro oratore, dall’infanzia fino al completamento degli studi e all’esercizio della professione.
La struttura dell’opera
L’opera non è solo un manuale di retorica, ma un vero e proprio trattato di pedagogia. I libri I-II si concentrano sull’istruzione elementare e sui doveri dell’insegnante. I libri III-IX affrontano le cinque parti della retorica (inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio). Il libro X offre una rassegna critica degli autori greci e latini da leggere per formare il gusto. Infine, i libri XI-XII delineano la figura dell’oratore perfetto e il suo ruolo nella società.
Il “vir bonus, dicendi peritus”
Per Quintiliano, l’obiettivo non è formare un tecnico della parola, ma un “uomo buono, esperto nel parlare”. Riprendendo il modello di Catone il Censore, egli sostiene che la perfezione tecnica (dicendi peritus) deve essere inscindibilmente legata alla solidità morale (vir bonus). Solo un uomo eticamente retto può essere un vero oratore e servire utilmente lo stato.
Il pensiero pedagogico: un approccio rivoluzionario
Il merito più grande di Quintiliano è quello di aver delineato per la prima volta i principi di una “pedagogia dell’infanzia” sorprendentemente moderna. Egli mise in risalto temi fondamentali ancora oggi al centro del dibattito educativo.
- L’importanza del gioco: l’apprendimento nella prima infanzia deve avvenire attraverso il gioco, in modo naturale e piacevole.
- La gradualità: le nozioni devono essere presentate in modo graduale, rispettando i tempi e le capacità del bambino.
- Il rifiuto delle punizioni corporali: Quintiliano condanna fermamente le punizioni fisiche, ritenendole umilianti, controproducenti e dannose per la formazione del carattere.
- La preferenza per la scuola pubblica: a differenza di molti contemporanei, sostiene che l’insegnamento collettivo sia superiore a quello individuale, perché stimola l’emulazione, favorisce la socializzazione e prepara alla vita pubblica.
Il rapporto tra maestro e allievo
Una parte importante dell’opera è dedicata al legame tra insegnante e studente. Quintiliano descrive il maestro ideale come una figura autorevole ma affettuosa, quasi un secondo padre (pater familias), che sa bilanciare severità e indulgenza. È fondamentale che l’insegnante sappia riconoscere e rispettare le inclinazioni naturali di ciascun allievo. Solo assecondando le diverse vocazioni, infatti, i giovani possono sviluppare appieno il loro potenziale e aspirare a una conoscenza completa.
Domande Frequenti (FAQ)
Perché Quintiliano è ancora importante oggi?
Quintiliano è importante perché i suoi principi pedagogici, come il rispetto per l’individualità dello studente, l’importanza di un ambiente di apprendimento positivo e il rifiuto della violenza, sono alla base della pedagogia moderna. La sua idea che l’educazione debba formare non solo il tecnico ma anche il cittadino virtuoso è un concetto di grande attualità.
Qual è la differenza tra l’oratore di Quintiliano e quello di Cicerone?
Entrambi vedono l’oratore come una figura centrale per lo stato, ma c’è una differenza di contesto. L’oratore di Cicerone agisce nella Repubblica, dove l’eloquenza può ancora influenzare le decisioni politiche. L’oratore di Quintiliano opera sotto il Principato: la sua funzione non è più quella di determinare la politica, ma di servire l’impero come abile e leale funzionario. La sua libertà è più limitata, ma il suo ruolo sociale rimane fondamentale.
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Articolo aggiornato il: 26/08/2025