Tra le numerose bellezze del Mezzogiorno troviamo le masserie, un elemento simbolo dell’architettura tradizionale del territorio. Si tratta di un insieme di edifici, posti in un ambiente rurale e adibiti a diversi scopi, come quello abitativo, ma anche agricolo, dando vita a vere e proprie aziende. La storia e le caratteristiche di queste strutture le rendono uniche nel proprio genere e un gioiello della tradizione dell’Italia meridionale, più precisamente in regioni quali la Puglia, seguita poi da Basilicata, Calabria e non solo…
Le origini delle masserie
Il termine masseria deriva dal latino massa, e fa riferimento a dei villaggi agricoli fortificati sorti dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Essi nacquero per proteggersi da possibili invasioni e tentativi di saccheggiamento. Si attribuisce poi ai normanni o ai longobardi l’istituzione di un sistema economico basato sul latifondo, per cui furono favorite aggregazioni agricole di questo tipo. Più avanti, circa nel XII secolo, sotto gli angioini, con la creazioni di unità territoriali feudali sorsero le prime costruzioni che si possono definire masserie. Qui si svolgevano quindi attività agricole, di pastorizia e in generale per produrre beni necessari per il sostentamento del feudo.
Non solo utilizzo agricolo… ma anche di difesa
Ma le masserie avevano anche una funzione difensiva. Questo spiega perchè molte di esse presentino torri di difesa e muraglie che circondano la struttura. Ciò fu dato, particolarmente in Puglia, dalle invasioni turche del 1480, a cui si aggiungevano attacchi di briganti, saccheggiatori… si decise quindi di attuare un sistema di rafforzamento difensivo delle masserie: gli edifici divennero più alti, le mura più imponenti e furono installate torri di vedetta. Dato che il nemico poteva arrivare principalmente dalla zona costiera, quest’ultime permettevano di avvistarlo dalla lunga distanza e prendere subito provvedimenti, essendo poste specialmente in posizione sopraelevata.
Fonte immagine: Wiki Commons (fotografo: Marco Spina)
La struttura: nuclei sociali produttivi indipendenti
Dal XVII secolo in poi sorsero le masserie come le conosciamo oggi, con le caratteristiche che tutt’ora le distinguono. Si trattava quindi di grandi aziende agricole, ma anche di luoghi di con funzione abitativa per i lavoratori e le loro famiglie e quindi maggiormente vivibili e anche esteticamente aggradanti. Analizzando quindi la struttura di una masseria, notiamo la presenza di un unico grande spazio centrale di forma circolare, la corte, circondata da tutti i vari edifici. A questa si accede attraverso un grande portale d’ingresso. Sono poi presenti tutti i locali per le varie attività agricole, come caseificio, frantoio e le stalle degli animali. Nelle zone abitative, invece, in passato erano posti ai piani inferiori gli appartamenti dei contadini; in più poteva capitare che nella masseria vivesse anche il proprietario del latifondo, oppure, come avvenne dal XVIII secolo in poi, intere famiglie borghesi, che controllavano quindi la produzione di questi luoghi e i quali vivevano ai piani superiori. Vi erano poi locali adibiti a depositi per gli attrezzi e spesso anche una chiesetta. Tutte le strutture nominate ci fanno capire come le masserie potessero produrre in maniera indipendente i propri mezzi di sussistenza, data la presenza anche del forno e di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Questo ci dimostra quindi come le masserie fossero dei veri e propri nuclei autonomi.
L’evoluzione delle masserie fino ai giorni nostri
Le masserie sono cambiate nel corso del tempo, soprattutto nella loro utilizzo. Benché molte abbiano mantenuto il loro ruolo di aziende agricole, che ancora oggi producono in abbondanza, altre sono diventate vere e proprie case di campagna. Come detto infatti in precedenza, già dal ‘700 famiglie altolocate andarono ad abitarvi, per cui le stesse masserie furono restaurate e modificate per renderle più accoglienti, arrivando ai giorni nostri in questa veste. Ancora, ci sono molte strutture che, gradualmente abbandonate nel corso del tempo, sono state oggetto di un processo di recupero e valorizzazione in tempi più recenti. Al giorno d’oggi, infatti, ci sono non solo masserie specializzate nella produzione agricola, ma molte di esse sono state adibite a veri e propri agriturismi e strutture ricettive di lusso, che permettono ai turisti di soggiornare in un’abitazione di grande valore storico, in un ambiente rurale rilassante e di enorme fascino.
Fonte immagine: Wiki Commons (fotografo: Adriana Leo)
Le masserie nel Sud Italia: un patrimonio unico
Le masserie sono distribuite soprattutto in Puglia, sia nel Salento, nella Valle d’Itria e nella provincia di Bari ed incarnano l’ideale di questo tipo di struttura. Ma sono presenti anche nelle altre regioni del Sud Italia. In Campania, ad esempio, molte erano originariamente ville romane, poi riadattate; in Sicilia le masserie rispecchiano appieno le caratteristiche sovracitate: sono fortificate, con un grande cortile interno e spesso appartenevano ad aristocratici. Visitare o soggiornare in una masseria è un’esperienza unica, che permette non soltanto di immergersi nell’atmosfera di un vero e proprio locus amoenus, ma anche di stabilire un legame con uno dei luoghi più affascinanti della cultura dell’Italia meridionale.
Fonte immagine di copertina: Wiki Commons (fotografo: Pasquale Moramarco)