Il razzismo nel calcio: perché bisogna combatterlo

Il razzismo nel calcio: perché bisogna combatterlo

Il razzismo nel calcio è un problema molto serio e va combattuto con sanzioni efficaci.

Da molti anni il mondo del calcio affronta un tema delicato come quello del razzismo. Si tratta di episodi che avvengono a tutti i livelli e le sanzioni sono tutt’altro che efficaci: il razzismo nel calcio, con cori discriminatori ed insulti nei confronti di calciatori dalla pelle nera, torna ciclicamente e non si conoscono soluzioni per fermarlo.

Il razzismo nel campionato italiano di calcio

In Italia non sembrano esistere modalità in grado di eliminare il fenomeno del razzismo nel calcio. Il campionato italiano di Serie A, nella stagione 2019-2020, ha visto un numero elevato di spiacevoli episodi. Le vittime sono quasi sempre i calciatori neri: Romelu Lukaku, attaccante dell’Inter e del Belgio, Juan Jesus, difensore brasiliano della Roma, Kalidou Koulibaly, calciatore del Napoli e del Senegal nato in Francia, e Mario Balotelli, giocatore del Brescia e della nazionale italiana nato a Palermo da genitori ghanesi.

L’episodio che riguarda il calciatore belga dell’Inter, Lukaku, risale al 1 settembre 2019, giorno in cui si è disputata la partita Cagliari-Inter, valida per il campionato di Serie A: Romelu Lukaku è stato insultato da alcuni tifosi casalinghi e gli ultras della squadra ospite hanno difeso questa condotta, affermando che non si trattasse di un comportamento legato al razzismo. Secondo i tifosi dell’Inter in Italia il razzismo nel calcio non è un vero problema come in molti altri paesi europei.

Luca Castellini, capo ultras dell’Hellas Verona e dirigente nazionale di Forza Nuova, movimento di estrema destra, definiva folkloristici i cori razzisti contro Mario Balotelli il 3 novembre 2019 nel corso di Verona-Brescia. Secondo il sostenitore veronese, la tifoseria dell’Hellas Verona ha una cultura di un certo tipo e che prende in giro un determinato calciatore per una sua peculiarità fisica, ma questo non aveva nulla a che vedere con il razzismo nel calcio.

L’inefficacia delle sanzioni contro il razzismo

Questi gesti sono puniti, ma fino ad ora non è servito a risolvere il problema del razzismo nel calcio, le sanzioni non sembrano funzionare. La legge Mancino (legge 205/1993) condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, che incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Questa legge prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi oppure con la multa fino a seimila euro di chi propaganda idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico.

Il Daspo è una delle modalità per sanzionare i tifosi ed arginare il problema del razzismo nel calcio. Si tratta del divieto di accedere alle manifestazioni sportive e può essere emesso dalla questura o da un tribunale alla fine di un processo. Alcuni episodi legati al razzismo nel calcio, però, non sono stati puniti. A Cagliari, ad esempio, nessuno è stato in grado di individuare il settore da cui sono partiti i cori contro Romelu Lukaku. In altre occasioni le squadre se la sono cavata con multe da poche migliaia di euro. 

Fonte immagine: Wikipedia

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