Passeggiando tra i vicoli di Napoli, si prestano agli occhi dello spettatore simboli peculiari che rispecchiano il senso di appartenenza di un popolo che vive di passione. Una cartolina divenuta col tempo un autentico gioiello del meridione e del Bel Paese, oltre che espressione identitaria della gente che ama visceralmente le proprie radici e che trova pace alla sola vista di un colore: l’azzurro. Armonico, puro e trascendentale, in grado di divenire ponte tra il reale e lo spirituale. Sfondo ideale di un dipinto leggero e delicato, dalle gradazioni fredde per chi l’osserva, calde per chi lo sente addosso.
Manifesto partenopeo
Al cuor – è risaputo – non si comanda, o meglio, “O core…nun tene padrone”. Un cuore che non ha limiti, che desidera esprimersi in tutta la sua potenza emotiva. Una frase, questa, che si trasforma nell’incipit di una narrazione intrisa di amore puro. Ad arricchirla di tante altre parole ci pensa LIBERATO, con un sincero omaggio alla squadra della propria terra: il Napoli.
Nel singolo realizzato in collaborazione con il musicista britannico 3D, e pubblicato il 20 marzo 2020, come secondo estratto della colonna sonora dell’album Ultras, il cantautore e produttore discografico napoletano compone un inno che rimarca i sopraelencati concetti, trasformandoli in manifesto collettivo partenopeo. LIBERATO raccoglie ago e filo, ricama emozioni, consentendo così ai vari frammenti di unirsi in un unico legame verace.
L’attenzione è posta sul campo, teatro solenne. Luogo dove gli attori del terreno di gioco compiono gesta e influenzano – sembra incredibile – l’energia e l’umore di un’intera città. “E quann sent ‘sta musica azzurra m’ par poesij”, “E quann vec ‘sta maglia sudata m’ par magij”: sono versi che sintetizzano con orgoglio la fede calcistica del tifoso azzurro, sempre pronto a “difendere te”.
Il mistero di LIBERATO
LIBERATO è uno dei progetti musicali più enigmatici e innovativi della scena italiana contemporanea. Il suo debutto avvenne il 14 febbraio 2017 con il brano NOVE MAGGIO: un successo di portata impensabile. Il titolo della canzone corrisponde alla data-simbolo del cantante, divenuta un appuntamento fisso per i suoi fan che ogni anno attendono un suo “segnale artistico”.
(Football fact: l’indomani del suo debutto nella scena musicale, il Napoli di Sarri affrontò al Santiago Bernabeu il Real Madrid, nel match valido per gli ottavi di finale d’andata di Champions League. Un ricordo amaro tradotto in un 3-1 in favore degli spagnoli. Al vantaggio siglato da Insigne, i futuri campioni d’Europa risposero con Benzema, Kroos e Casemiro completando la rimonta delle merengues).
Tradizione e modernità
Il misterioso cantante napoletano è riuscito dunque a ottenere consensi amalgamando tradizione e modernità, veicolando il suo messaggio principalmente in dialetto napoletano, con note di francese, inglese e spagnolo, e fondendo elementi di trap, elettronica, hip-hop e musica melodica italiana. Il suo anonimato genera fascino. Come una rosa, leitmotiv dell’artista – emblema assoluto dell’amore e della bellezza in ogni sua forma – ricoperta da spine in grado di lasciare il segno.
Da Materdei a Marechiaro, da Posillipo a piazza Mercato, passando per i Quartieri Spagnoli e il Rione Sanità, fino ad arrivare al Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, la musica di LIBERATO scorre delicatamente lungo i luoghi emblematici di Napoli, e altrove.
L’attesa del piacere
Il 9 maggio, data iconica del progetto artistico di LIBERATO, richiama alla mente dei più attenti un evento impresso nella storia del club azzurro. È il giorno che segna l’inizio dell’ultimo atto dell’epopea della stagione 1986/87, vissuto con trepidazione da una città pronta a vestirsi a festa. La vigilia del match del San Paolo tra Napoli e Fiorentina: l’attesa del piacere per il primo storico scudetto. Alla formazione di Ottavio Bianchi, trainata su tutti da Diego Armando Maradona & Co., bastò un pareggio per essere incoronata, il 10 maggio 1987, regina d’Italia.
Un trionfo che ebbe un impatto storico e simbolico, oltre a rappresentare un momento di riscatto sociale e culturale per Napoli. Una Napoli vincente, gioiosa e lontana da ogni stereotipo.
Quella che anche LIBERATO ha atteso “p’ na vita sana”, riuscendo a concedersi una breve “istantanea” durante la festa del 3° scudetto partenopeo. La sua esibizione? Un puro momento di pathos, capace di coinvolgere chiunque, indipendentemente dai colori. Attimi che non potevano essere espressi meglio da chi appartiene a questa terra – un posto “where I wanna be” –. Un luogo dove LIBERATO canta ancora. E Napoli sogna…again.
Fonte immagine: Spotify