Al Teatro degli Eroi di Roma il 24 e 25 giugno, Vita vs Sogno di Brenda Monticone Martini ha portato il pubblico in un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. Con una regia moderna e una forte presenza femminile, lo spettacolo ha affrontato il conflitto tra la prigionia di Sigismondo e il suo desiderio di liberarsi da un destino tracciato.
Vita vs Sogno di Brenda Monticone Martini: un viaggio teatrale tra destino, sogni e gioco dei ruoli
“Che cosa ho fatto di male? Di quale crimine ho colpa?”
Quella che già dalle prime battute accende un fuoco emotivo e dà il via al gioco del rispecchiamento, è un’opera che mescola riflessioni sul destino, la prigionia e la ricerca di un posto nel mondo in modo complesso e interessante. Scritto da Brenda Monticone Martini e diretto da Marco Belocchi, lo spettacolo è un adattamento contemporaneo dell’opera classica La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca. Vita vs Sogno, però, si distacca dall’originale per l’introduzione di nuovi ruoli e dinamiche di genere, esplorando il confronto tra la vita e il sogno attraverso una lente tutta nuova.
Sigismondo e la ricerca del suo posto nel mondo
Al centro di Vita vs Sogno c’è Sigismondo, un giovane prigioniero costretto a vivere in isolamento da sua madre Basilia, che lo tiene rinchiuso a causa di una profezia che lo vede come un tiranno destinato a causare distruzione. La sua prigionia, fisica e psicologica, lo costringe a confrontarsi con domande universali e senza risposta. Questo conflitto interiore è il cuore pulsante dello spettacolo e invita a riflettere sul posto che ognuno ha nel mondo, con tutte le sue incertezze. Sigismondo, come tanti, cerca di dare un senso alla sua esistenza e alla sua prigionia, cercando di comprendere il suo ruolo e la sua identità in un mondo che spesso fa sentire impotenti.
La forza dei ruoli femminili e l’ambiguità di “Vita vs Sogno”
Un aspetto interessante di questa versione di Vita vs Sogno è la predominanza dei ruoli femminili, che sostituiscono in gran parte i protagonisti maschili dell’opera originale. Sigismondo stesso è circondato da figure femminili forti e complesse, che sfidano la tradizionale rappresentazione di mascolinità e destino. Suo padre, Basilio, diventa Basilia, madre protettrice e al centro della storia, ma al fianco del ragazzo ci sono anche figure come Rosaura, Clarins e Clotilde, ognuna delle quali porta con sé una propria lotta interiore e un desiderio di riscatto.
Ogni personaggio ha un conflitto da risolvere e le interazioni sono ricche di sfumature che mettono in discussione le convenzioni. Le figure femminili non sono solamente portatrici di sostegno, ma anche di resistenza e critica nei confronti delle strutture di potere. Rosaura stessa, che resta tale sia nell’opera originale che in Vita vs Sogno, ha un ruolo rivisitato. Questo cambio di lente ripercorre la trasformazione culturale attuale, in cui l’equilibrio tra i generi e la fluidità dei ruoli sono temi al centro della riflessione sociale.
Vita vs Sogno: una riflessione sul destino e la libertà
Il conflitto che scorre nelle vene di Vita vs Sogno esplora temi a cavallo tra la riflessione filosofica e quella psicologica, toccando il desiderio universale di libertà e il confronto con un destino che sembra inevitabile. La forza dei personaggi e il loro potere si scontrano con oscure forze e con un senso di impotenza derivante da antiche superstizioni. Ora come allora, un’antica profezia fa sempre paura. Nonostante i grattacieli. Nonostante la fibra ottica.
Sigismondo, imprigionato dal destino tracciato per lui, è costretto a vivere in un mondo che sembra non dargli alcuna scelta. La domanda di fondo che percorre tutta la sua storia è quella dell’autodeterminazione: fino a che punto siamo liberi di scegliere il nostro destino e quanto ci influenzano le forze esterne? E fino a che punto possiamo dire “questa è la vita” e “questo invece è un sogno”?
La sua lotta non è solo contro la prigionia fisica, ma anche contro il peso della profezia e la propria invisibilità sociale. La riflessione si allarga e abbraccia anche gli altri personaggi, che affrontano le proprie prigioni interiori e sociali, ognuno con uno spessore ben pensato: dalla lotta per la giustizia sociale, alla ricerca dell’identità, fino alla comprensione del proprio posto in una società in perenne cambiamento.
Una regia visionaria e contemporanea
Marco Belocchi, nella sua regia, riesce a fondere il fascino barocco dell’opera di Calderón con una visione decisamente moderna, immergendo Vita vs Sogno in una dimensione high-tech e futuristica. La scelta di un’atmosfera immersiva grazie a sfondi dinamici, arricchita dalla colonna sonora inedita di Leonardo Ciamberlini, Giuseppe Ioppolo e Nunzia Amalfitano, mantiene alta l’attenzione e la curiosità, sia per chi conosce l’opera originale, sia per chi vi si approccia per la prima volta: i minuti scorrono al di fuori della cognizione. Un po’ come la vita di Sigismondo prigioniero del tempo e delle illusioni. Le musiche originali, inoltre, aggiungono una dimensione emotiva che accompagna per mano il pubblico nel viaggio tra sogno e realtà, rendendolo più fluido e digeribile.
Vita vs Sogno di Brenda Monticone Martini: introspezione e riscatto
POLIS, TECNO e IUS, tre città, tre micro-cosmi, tre realtà distanti. La metafora della vita contemporanea: ognuno intrappolato nella propria individualità e tutti distanti l’uno dall’altro. Vita vs Sogno è un viaggio emozionale nell’oggi, che porta il pubblico a riflettere sul destino, la libertà e la lotta per un posto nel mondo. La regia, i costumi, la scenografia e la musica creano un ambiente che sfida le convenzioni e spinge i partecipanti a interrogarsi sul significato della propria esistenza e delle scelte che compiono.
Fonte immagini: Ufficio stampa, archivio personale