Dopo il successo della sua “Trilogia della provincia” Oscar De Summa torna a Roma con “Rette parallele sono l’amore e la morte”, ancora una volta ambientato nella sua Puglia.
Il suggestivo scenario del TeatroBasilica di San Giovanni in Laterano accoglie in questi giorni l’ultima opera del drammaturgo salentino Oscar De Summa, dal nome “Rette parallele sono l’amore e la morte“. Un lavoro profondo e originale nella sua messa in scena, nonostante si tratti fondamentalmente di un monologo, che ha come punto di partenza un episodio dell’autobiografia dell’autore per andare a esplorare concetti a lui cari, dalla provincia alla scienza. “Siamo legati in modo indissolubile? E lo siamo anche con tutto quello con cui siamo entrati in relazione? Queste le domande alla base del mio nuovo lavoro che indaga, attraverso una scienza ancora incapace di dare spiegazioni, il valore della nostra vita” ha detto De Summa per presentare lo spettacolo.
Rette parallele sono l’amore e la morte: la trama dello spettacolo
All’interno di una scenografia scarna, soltanto un microfono e una serie di fari posti sul perimetro del palcoscenico ad accompagnare l’attore in scena, Oscar De Summa inizia il suo monologo rivolgendosi direttamente al pubblico, come se si trattasse di una chiacchierata informale. Una modalità che si verificherà a più riprese nel corso dello spettacolo, ad aggiungere un contesto alla storia invece raccontata al suo interno. Parla dei grandi geni della fisica, da Einstein a Heisenberg, e allo stesso tempo del suo rapporto e delle sue modalità di scrittura. Quello della fisica e della matematica è un tema che si intreccia a più riprese con il copione, come se l’alto e il basso servissero in fondo a cercare di spiegarci le stesse cose. Del resto la fisica quantistica nel superare i concetti di quella classica, ci dice De Summa, asserisce che gli atomi, e le cose, esistano soltanto in relazione ad altre, e lo stesso accade alle nostre vite.
L’attore, dopo la sua introduzione, si sposta al microfono e inizia la narrazione di quando un giorno, davanti al suo foglio bianco, ha iniziato a pensare a una ragazza nascosta tra i ricordi della sua gioventù, Mariarosaria. Sua vicina di casa, era ligia al dovere, di buona estrazione sociale, studiava filosofia e pianoforte e a De Summa sembrava fin troppo snob, altezzosa. Un giorno la sua esistenza si incrocia con quella di Peppino, un ragazzo spaccone, non particolarmente istruito, spesso annoiato dal lento scorrere del tempo nella provincia salentina. I due si scontrano fuori da un negozio di dischi, non più rette parallele ma perpendicolari, una coincidenza a cambiare per sempre le loro traiettorie.
Da qui nasce una storia d’amore, una sorta di Romeo e Giulietta in salsa anni ’80, tra rombi di motorino per le aspre vie del brindisino e la musica di David Bowie che spesso sottolinea le atmosfere del monologo. La famiglia di Mariarosaria, al primo vero atto di ribellione e amor proprio della sua vita, infatti osteggia questa strana coppia, in particolare la madre Antonietta. La donna ha sempre condotto e guidato la vita della famiglia con raziocinio e fermezza, e l’apparizione di una variabile impazzita nell’equazione la getta nell’ossessione più pericolosa di tutte: il dubbio. La relazione non va avanti perché è in realtà Peppino, in uno slancio di generosità e bassa autostima, a fermarla poiché non si sente all’altezza, come confessa al padre di lei, Franchino.
Il colpo di scena dello spettacolo, però, è un altro. Mentre sta scrivendo di Mariarosaria e Peppino, a De Summa arriva un messaggio su Facebook da Margherita, un’altra sua vicina di casa. Non la sente da anni, ma lei decide di dargli comunque una notizia triste, cioè che Mariarosaria è venuta a mancare due giorni prima, proprio quando si è ripresentata nella memoria del drammaturgo. La chiave di “Rette parallele sono l’amore e la morte” è tutta qui, e ci viene svelata soltanto sul finale. La fisica parla di entanglement, quel fenomeno per cui se mettiamo in relazione due particelle per un tempo sufficiente, poi, anche se le separiamo, queste restano collegate tra di loro. Così sarà per Oscar, Mariarosaria, Peppino e tutti loro, nel teatro e nella vita.

Dove e quando vedere lo spettacolo
“Rette parallele sono l’amore e la morte” è uno spettacolo scritto e recitato da Oscar De Summa, che ne ha curato anche il progetto sonoro, mentre il progetto luci si avvale della collaborazione di Matteo Gozzi. La produzione è di Atto Due – Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con il contributo di Giallo Mare Minimal Teatro, Fondazione Armunia, Pimoff Milano, Ater Fondazione. La rappresentazione è in replica al TeatroBasilica il 15 novembre alle 21 e il 16 novembre alle 16:30. I biglietti sono disponibili sul sito del teatro e al botteghino dello stesso.
Fonte immagini: Lorenza Suriano // Instagram // Lorenza Suriano

